This article presents the results of a survey conducted on 55 Italian courses in Medicine and Surgery, to assess the level of vaccination for sars-cov-2 in Italian medical students during the second semester of the academic year 2020/21, as of April 15, 2021. Were also investigated: the status of attendance at professional internships in relation to the administration of the vaccine, the active surveillance methods used among students attending in presence, and the percentage of students who refused vaccination. At that date, 54.7% of the student population had been vaccinated; 54.5% of the students did not attend the internships; furthermore 54.5% of those attending in presence was subjected to active surveillance, using very different protocols nationwide. The percentage of students who refused vaccination was low (1.75%). The results of this survey are discussed in relation to other international experiences and focus critical points of discussion for the Permanent Conference of the Master’s Degree Courses in Medicine and Surgery in order to find solutions in accordance with government indications.
In questo articolo sono presentati i risultati di una survey condotta su 55 sedi di corso di Laurea Magistrale in medicina e Chirurgia, svolta allo scopo di valutare il livello di vaccinazione per sars-cov-2 negli studenti italiani di medicina e chirurgia, nel corso del secondo semestre didattico dell’anno accademico 2020-2021, alla data del 15 aprile 2021. Veniva anche indagato lo stato delle frequenze in presenza ai tirocini professionalizzanti, in relazione alla somministrazione del vaccino, le metodiche di sorveglianza attiva utilizzate negli studenti frequentanti in presenza e la percentuale di studenti che rifiutavano la vaccinazione. A tale data era vaccinato il 54,7% della popolazione studentesca; non frequentavano i tirocini in presenza il 54,5% degli studenti. Il 54,5% dei frequentanti in presenza era sottoposto a sorveglianza attiva, con metodi molto eterogenei sul territorio. Bassa la percentuale degli studenti che rifiutavano la vaccinazione, pari all’1,75%. I risultati sono discussi alla luce delle evidenze internazionali e mettono in evidenza dei punti di criticità su cui la Conferenza permanente dei Corsi di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia dovrà discutere e risolvere, in accordo con le indicazioni governative.
Introduzione
La vaccinazione degli studenti di Medicina e Chirurgia, al pari di quelli delle altre Professioni Sanitarie, ha rappresentato una priorità nei piani vaccinali nazionali e regionali. La vaccinazione degli studenti ha infatti avuto inizio precocemente, alla fine del mese di Dicembre 2020, come previsto dal Piano Strategico di vaccinazione del 12 dicembre 2020 (GU serie generale n. 72 del 24-3-2021, pagg 24-37), là dove gli “operatori sanitari e sociosanitari” rientravano nelle categorie ricomprese della fase 1 del piano strategico (insieme con le persone estremamente fragili e gli ultraottantenni). Lo stesso livello di priorità veniva mantenuto anche dalle raccomandazioni ad interim sui gruppi target del 10 marzo 2021 (GU serie generale n. 72 del 24-3-2021, pagg 38-50) e dall’ordinanza n. 6/2021 del Commissario Straordinario Gen. Figliuolo del 9 aprile 2021, là dove è scritto: “… è completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario e sociosanitario, in prima linea nella diagnosi, nel trattamento e nella cura del COVID-19 e di tutti coloro che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private”.
Non vi erano dubbi sul fatto che anche gli studenti dovessero essere inseriti all’interno della categoria “operatori sanitati e sociosanitari”, in quanto assimilati ai lavoratori, come previsto dall’articolo 2 del D.Lgs n. 81 del 2008, lettera a), comma 1. Come però accaduto a livello internazionale, nel periodo iniziale della vaccinazione, fortemente in relazione alla carenza nelle consegne degli stessi vaccini che si è avuta nei mesi di gennaio e febbraio, si evidenziava una somministrazione discontinua dei vaccini anti sars-cov-2 nei confronti degli studenti, rispetto al personale medico e paramedico in servizio. In un articolo pubblicato su “The New York Times” il 14 gennaio 2021, si legge: “across states and schools, medical students’ access to the coronavirus vaccine has varied widely, creating some confusion and stress” (Goldberg, 2021).
Allo scopo di valutare l’andamento del processo di vaccinazione in Italia, degli studenti di medicina e chirurgia, la Conferenza permanente dei Presidenti di Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia (CPPCLM&MC) organizzava una survey nazionale allo scopo di valutare lo stato del processo generale di vaccinazione, le resistenze degli studenti nei confronti della vaccinazione e la ricaduta di tale processo sulla frequenza in presenza ai tirocini professionalizzanti abilitanti alla professione di medico chirurgo. Lo scopo della survey era anche quello di verificare l’applicazione della mozione del 28 febbraio 2021 della Conferenza Permanente dei Presidi/Presidenti delle Scuole di Medicina Italiane, condivisa anche con la CPCLM&MC, in cui si chiedeva che fossero assunte tutte le azioni necessarie affinché in tutte le Regioni fosse completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario in formazione mettendo in assoluta priorità tale categoria dopo quella degli operatori sanitari.
Metodo
La CPPCLM&MC lanciava una survey nel mese di marzo 2021 (secondo semestre dell’anno accademico 2020-2021), indirizzata ai Presidenti dei Corsi di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia italiani, utilizzando l’applicativo Google moduli. Nella survey vi erano contenute dieci domande riguardanti l’andamento della vaccinazione, le priorità individuate all’interno delle coorti di studenti iscritti dal primo al sesto anno di corso, l’incidenza della vaccinazione sulla frequenza in presenza dei tirocini e le modalità di sorveglianza attiva per gli studenti non vaccinati, la resistenza degli studenti alla vaccinazione e gli eventuali provvedimenti assunti.
Rispondevano al questionario 55 Presidenti, corrispondenti al 73,3% dei corsi di laurea attivi sul territorio. In particolare, rispondevano al questionario i Presidenti delle sedi di: Bari, Bari corso lingua inglese, Bologna, Bologna corso lingua inglese, Brescia, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Ferrara, Firenze, Foggia, Genova, Insubria Varese, Messina, Messina corso lingua inglese, Milano Polo Centrale, Milano Vialba, Milano San Paolo, Milano corso lingua inglese, Milano Bicocca-Monza, Milano Humanitas MEDTEC School, Milano Humanitas corso lingua inglese, Milano San Raffaele, Milano San Raffaele corso in inglese, Modena e Reggio Emilia, Molise Campobasso, Napoli Federico II corso lingua inglese, Napoli II Ateneo L. Vanvitelli polo Caserta, Napoli II Ateneo L. Vanvitelli corso inglese, Padova, Palermo-Caltanissetta, Parma, Pavia corso Harvey in inglese, Perugia, Piemonte Orientale Novara Vercelli, Pisa, Politecnica delle Marche Ancona, Roma Sapienza corso A, Roma Sapienza corso C, Roma Sapienza corso D, Roma Sapienza corso E Latina, Roma Sapienza corso High Technology, Roma Sapienza Sant’Andrea, Roma Tor Vergata, Roma Tor Vergata corso lingua inglese, Roma Campus Biomedico, Roma Cattolica del Sacro Cuore, Salerno Baronissi, Siena, Torino Orbassano, Torino Orbassano corso lingua inglese, Trento, Trieste, Udine, Verona.
Le risposte sono state raccolte fino al giorno 15 aprile 2021 ed analizzate e discusse nel corso della 142a riunione della CPPCLM&MC che si è tenuta il giorno 17 Aprile 2021 in modalità telematica con l’uso di Google-meet. L’analisi dei dati è stata svolta utilizzando il metodo descrittivo. I dati raccolti sono stati presentati in forma accorpata senza mettere in evidenza differenze per singole sedi o Regioni italiane.
Risultati
La pianificazione delle vaccinazioni degli studenti e le priorità fra le diverse coorti
Alla richiesta di conoscere se gli studenti fossero stati espressamente previsti nel piano vaccinale regionale solo il 54,5% delle sedi rispondeva affermativamente, mentre il 25,5% rispondeva negativamente e il 20% dichiarava di non conoscere il dato. All’interno del personale sanitario e sociosanitario gli studenti erano comunque ricompresi con priorità elevata, in contemporanea o subito dopo il personale sociosanitario di ruolo.
In riferimento all’esistenza di direttive Regionali che ponevano un limite al numero degli studenti da vaccinare, il 58,2% delle sedi rispondeva negativamente, il 20% ignorava il dato, il 21,8% rispondeva invece in modo affermativo, specificando una indicazione a privilegiare gli studenti iscritti al quinto e sesto anno di corso.
Un forte variabilità si registrava in riferimento alla percentuale degli studenti vaccinati, in riferimento al loro anno di corso. Poche sedi dichiaravano di aver vaccinato gli studenti iscritti a tutti gli anni di corso, mentre emergeva un forte prevalenza di sedi in cui gli studenti erano stati vaccinati privilegiando quelli degli ultimi anni, gli iscritti al sesto anno in quantità maggiore e, a decrescere, gli studenti degli anni precedenti (Figura 1). Alla data del 16 aprile risultavano vaccinati il 57,4% degli studenti (IC 95% della media: da 48,1% a 66,7%), con una deviazione standard molto alta (±33,1%) e con un minimo/massimo (0-100) che comprendeva corsi di laurea in cui non era ancora stato vaccinato nessuno studente e corsi di laurea in cui era stata proposta la vaccinazione alla totalità degli studenti iscritti (Figura 2).
In una larga parte dei corsi di laurea (81,8%), l’elenco delle priorità veniva elaborato privilegiando le esigenze di doversi laureare e di dover svolgere in presenza i tirocini abilitanti alla professione di medico chirurgo del V e VI anno di corso ed i tirocini curriculari previsti nel IV anno di corso, mentre un numero inferiore considerava la esigenza di dover svolgere anche tirocini curriculari degli anni precedenti (65,4%). La scala delle priorità sulle coorti degli studenti da vaccinare era stabilita dall’Azienda sanitaria in accordo con il Corso di Laurea nel 52,7% delle sedi, mentre nel 27,3% era stabilito in autonomia dal Corso di Laurea e nel 9,1% in autonomia dall’Azienda Sanitaria di riferimento.
La frequenza ai tirocini e le modalità di sorveglianza attiva negli studenti non vaccinati
Il 54,5% degli studenti non vaccinati non risultava frequentare il tirocinio, il 20% stava frequentando solo i tirocini abilitanti alla professione di medico chirurgo e il 25,5% frequentava in presenza sia tirocini abilitanti alla professione di medico chirurgo che quelli curriculari (Figura 3). Per gli studenti non vaccinati venivano messe in atto pratiche di sorveglianza attiva solo nel 54,5% delle sedi, mentre il 45,5% di queste dichiarava di non avere pratiche di sorveglianza attiva in corso (Figura 4). Deve essere precisato che a questo specifico quesito rispondevano 44 sedi, pari all’80% degli intervistati. Solo 29 sedi (52,7%) fornivano indicazioni sulle modalità di sorveglianza attiva utilizzate. Erano indicate numerose modalità, anche se sembra prevalere l’uso del tampone molecolare ogni 7 giorni (17,2%), ogni 14 giorni (17,2%) o ogni mese (20,7%) (Figura 5).
Gli studenti che hanno rifiutato la vaccinazione
Indicazioni utili venivano fornite da 41 sedi, pari al 74,5% di quelle intervistate. La percentuale media degli studenti che rifiutavano la vaccinazione risultava essere molto bassa, pari al 1,75%. In relazione al minimo dichiarato, pari allo 0% ed al massimo pari al 20% vi era una deviazione standard alta (±4,0%), ma una mediana pari allo 0% (Figura 6). Per quanto riguarda eventuali provvedimenti presi nei confronti degli studenti che avevano rifiutato la vaccinazione, non ne venivano riferiti di nessun tipo, alla data del sondaggio, per la quasi totalità degli intervistati. Solo tre sedi (5,5%) dichiaravano di aver imposto limitazioni alla frequenza del tirocinio in presenza. Le stesse sedi dichiaravano di aver comunque messo in atto una campagna di sensibilizzazione, nei confronti di tali studenti. Una sede riferiva le indicazioni del Garante di Ateneo sul divieto a chiedere ad ogni studente se si fosse sottoposto a vaccinazione.
Discussione
La disomogeneità della vaccinazione degli studenti sul territorio e le priorità fra le diverse coorti di studenti
Deve essere evidenziato come i dati ottenuti derivino da un campione non completo, ma ben distribuito sul territorio (73,3% delle sedi attive) e abbastanza rappresentativo della situazione che si aveva al 15 aprile 2021, periodo che corrisponde generalmente al punto centrale delle attività didattiche del secondo semestre. Si evidenzia come, in osservanza a quanto previsto dalle normative nazionali, i piani Regionali abbiano chiaramente previsto la vaccinazione degli studenti come prioritaria, insieme al personale sanitario, anche se alcune Regioni (21,8%) hanno emesso direttive che hanno limitato il numero di studenti da vaccinare. Nel complesso si evidenzia, in quel periodo, una media della copertura vaccinale degli studenti, pari al 57,4%, anche se vi erano ancora grandi differenze sul territorio, con un minimo pari allo 0% e un massimo pari al 100% di studenti vaccinati nella singola sede.
Questa difformità di somministrazione sul territorio riflette quanto accaduto a livello internazionale. Vi sono evidenze in tal senso, ad esempio, per gli Stati Uniti, dove in un articolo pubblicato il 9 marzo 2021, si legge: “a patchwork of policies from state to state has led to confusion and sometimes resentement” (Lynn-Green e Iwai, 2021). In questo articolo viene chiaramente indicato il disagio provato dagli studenti, di fronte all’evidenza di una palese disparità di trattamento: “Some students have expressed distress with how their school appears to undervalue them, despite known or equal risks compared to other medical school students” (Lynn-Green e Iwai, 2021).
Anche gli studenti inglesi, come si evince da un articolo pubblicato nel mese di gennaio 2021, evidenziavano la disorganizzazione della campagna vaccinale nel loro paese: “many UK medical students reported they had not been offered vaccination against covid-19. This was in spite of guidance from the UK governments advisory committee … which states that students in clinical years should be prioritised as health and social care staff … This disparity, and delays in the distribution of vaccines, has led students to call for a more organized, robust vaccine rollout … and many students find themselves lost in a grey area … missing their vaccine invitation” (Nabavi, 2021).
Appariva invece omogenea, sul territorio, la decisione sulla scala delle priorità degli studenti da vaccinare, legata soprattutto allo svolgimento dei tirocini curriculari e abilitanti e agli internati per la tesi di laurea (risultavano infatti vaccinati in maggior numero studenti del VI anno, del V anno, studenti FC e studenti del IV anno, meno quelli degli anni precedenti).
La frequenza ai tirocini e le modalità di sorveglianza attiva negli studenti non vaccinati
Un dato poco tranquillizzante riguardava la percentuale degli studenti non vaccinati (54,5%) che non erano coinvolti nelle frequenze dei tirocini in presenza. Certamente una percentuale alta e che riguarda oltre la metà degli studenti coinvolti. A tale riguardo, veniva anche riferito di come alcune Aziende sanitarie avessero sospeso la frequenza ai tirocini anche agli studenti vaccinati. È bene ricordare come nessun DPCM abbia mai sospeso i tirocini in presenza, semmai approvando l’utilizzo di metodologie di didattica a distanza, che restano in vigore sino al perdurare dello stato di emergenza, ad oggi fino al prossimo 31 luglio 2021. Alcune di queste decisioni potrebbero sembrare pertanto del tutto arbitrarie e contro il diritto allo studio degli studenti qualora assunte per decisione unilaterale dell’Azienda Sanitaria di riferimento, ricordando come, a norma delle disposizioni ministeriali vigenti, anche in zona rossa dovesse essere la Conferenza Regionale dei Rettori a deliberare per lo svolgimento delle attività di tirocinio in presenza o a distanza.
Deve anche essere stigmatizzato come, proprio in relazione a tale criticità ed in previsione dei ritardi formativi che avrebbero potuto seguire alla mancata vaccinazione degli studenti, la Conferenza Permanente dei Presidi/Presidenti delle Scuole di Medicina Italiane aveva approvato una mozione in cui era contenuto un forte invito a completare il processo di vaccinazione degli studenti in Italia. Tale mozione era inviata al Ministro dell’Università e della Ricerca ed agli Assessori alla Salute di tutte le Regioni italiane, il 28 febbraio 2021.
In questa mozione, condivisa anche con la CPCLM&MC, si chiedeva: “che siano assunte tutte le azioni necessarie affinché in tutte le Regioni sia completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario in formazione mettendo in assoluta priorità tale categoria dopo quella degli operatori sanitari”, motivando tale azione urgente e indispensabile per “permettere una pronta e piena ripresa di tutte le attività formative, con particolare riferimento ai tirocini e alle attività professionalizzanti in genere; consentire la ricomprensione dei reparti Covid tra quelli in cui far ruotare il personale in formazione anche ai fini dell’apprendimento delle competenze specifiche stanti le necessità attuali; scongiurare il manifestarsi di una emergenza formativa dovuta al ritardo del compimento del percorso formativo e/o alla possibile diminuzione della qualità dello stesso per mancata esposizione alle problematiche di salute maggiormente al momento intercorrenti”.
Un ulteriore dato di grande interesse riguarda la grande difformità riscontrata nelle pratiche di sorveglianza attiva nei confronti degli studenti non vaccinati che stavano frequentando in presenza i tirocini abilitanti e curriculari. Queste erano infatti dichiarate essere in atto solo nel 54,5% dei CLM intervistati e con modalità molto eterogenee, come sopra riportato. Anche questo dato evidenzia l’assenza di un coordinamento centrale su questo punto che è stato gestito a livello periferico, direttamente dalle Aziende Sanitarie, con livelli di accuratezza molto differenziati.
In relazione alle numerose strategie di sorveglianza per il contenimento della pandemia COVID-19, messe in atto da tutti gli Atenei italiani, riguardanti le attività didattiche in presenza, sulla base di quanto previsto dai diversi DPCM che hanno normato tali attività, sembra poco attendibile che il 45,5% delle sedi non abbia messo in atto metodiche di sorveglianza attiva per gli studenti frequentanti i tirocini in presenza all’interno dei reparti assistenziali delle aziende/ASL di riferimento. Nella letteratura internazionale si ritrovano diverse evidenze correlate alle attività degli studenti di medicina (Wong et al., 2021) e sull’importanza della cosiddetta sorveglianza attiva negli operatori sanitari e sociosanitari cui gli studenti di medicina sono assimilati (Ibrahim, 2020).
Gli studenti che hanno rifiutato la vaccinazione
Un dato molto confortante riguarda la percentuale, molto bassa e pari all’1.75%, di studenti cui è stata proposta la vaccinazione e che non hanno aderito al piano vaccinale. Gli studenti di medicina europei sembrano avere un’ottima propensione nei confronti della vaccinazione (Rostkowska e al., 2021), anche se uno studio condotto negli Stati Uniti, tra gli studenti di medicina e di odontoiatria, parrebbe far emergere un valore molto superiore di studenti (circa il 23% degli intervistati) che appaiono titubanti di fronte alla vaccinazione COVID-19 (Kelekar et al., 2021).
I provvedimenti presi nei confronti di chi non ha aderito alla campagna vaccinale comprendono sia la sensibilizzazione degli studenti, che l’attivazione di protocolli di sorveglianza attiva. Tre sedi dichiarano però di aver dato il divieto di accesso ai reparti assistenziali, mentre un’altra sede dichiara che il Garante ha stabilito il non doversi chiedere agli studenti se siano stati vaccinati o no. Risulta del tutto evidente come, in una situazione in cui la vaccinazione non sia stata concretamente offerta a tutti gli studenti di medicina italiani, non si possa poi costringerli a non frequentare i reparti assistenziali, senza provocare un indubbio danno nella loro formazione. È anche evidente come su questo punto siano necessarie delle chiarificazioni da parte del Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell’Università e della Ricerca.
Temi su cui riflettere
I dati della survey, anche se evidenziano lo stato di fatto che vi era nella parte centrale del semestre didattico, mettono in luce alcuni punti, ancora non risolti, su cui sarà probabilmente necessario un forte pronunciamento della Conferenza permanente.
Il primo riguarda l’inibizione alla frequenza in presenza dei tirocini professionalizzanti curriculari e quelli abilitanti alla professione di medico chirurgo (TPVES) a quegli studenti che rifiutassero di vaccinarsi, dopo aver terminato il piano vaccinale ed aver offerto la vaccinazione a TUTTI gli studenti italiani. Il decreto sulla obbligatorietà di vaccinazione per gli operatori sanitari prevede infatti un demansionamento di funzione, in caso di rifiuto. È possibile applicare questa norma agli studenti, impedendone di fatto la corretta formazione?
Il secondo quesito riguarda un’altra evidenza, che riguarda l’inibizione alla frequenza in presenza dei tirocini professionalizzanti curriculari e quelli abilitanti alla professione di medico chirurgo (TPVES), agli studenti non vaccinati, non per loro volontà. Si configura una lesione del diritto allo studio, come sancito dall’art. 34 della Costituzione Italiana? Il diritto alla salute, anch’esso sancito dall’art. 32 della Costituzione Italiana, è un bene prioritario e prevalente o equivalente al diritto allo studio?
Il terzo quesito riguarda la correttezza di quanto accade sul territorio, in termini decisionali sulla frequenza in presenza ai tirocini professionalizzanti. È corretto che tali decisioni siano assunte unilateralmente dalle Aziende Sanitarie quando tutti i DPCM le hanno consentite e, nell’ultimo DL ora in vigore, nelle zone rosse tale decisione è demandata alle Conferenze dei Rettori Regionali?
Il quarto quesito riguarda la sorveglianza attiva e le modalità del suo svolgimento per gli studenti che frequentano i tirocini in presenza. È corretto non avere un piano di sorveglianza attiva concordato con l’Azienda, per gli studenti non vaccinati o vaccinati?
Quattro punti che sembrano ancora da risolvere e da discutere, in accordo con le indicazioni del Governo.
Giuseppe Familiari, Stefania Basili, Andrea Lenzi
Sapienza Università di Roma
Bruno Moncharmont
Università del Molise
Linda Vignozzi,
Università di Firenze
Amos Casti,
Università di Parma
Goldberg E. Some medical students celebrate with covid vaccine selfies as others wait in line. The New York Times, Jan. 14, 2021.
Ibrahim NK. Epidemiologic surveillance for controlling Covid- 19 pandemic: types, challenges and
implications. Journal of Infection and
Public Health 13: 1630–1638, 2020.
Kelekar AK, Lucia, VC, Afonso NM, Mascarenhas AK. COVID- 19 vaccine acceptance among dental and medical students. Journal American Dental Association, 2021, in Corso di stampa.
Lynn-Green E, Iwai Y. All medical students should be vaccinated. Scientific American March 9, 2021.
Nabavi N. Covid-19 vaccination for medical students: the grey area. British Med J 261: 372-273, 2021
Rostkowska OM, Peters A, Montvidas J, Magdas TM, Rensen L, Zgliczynski WS, Durlik M, Pelzer BW. Attitudes and knowledge of European medical students and early graduates about vaccination and self-reported vaccination coverage – Multinational cross-sectional survey. Int J Environ Res Public Health 18: 3595-3612, 2021.
Wong C, van den Broek W, Doody G, Fischer M, Leech M, De Ponti F, Gerbes A, Nishigori H, Lee Y, Frens M, Kasuya H, Bazzoli F, Hickel R, Lee H, van Leeuwen J, Mitchell C, Kadomatsu K, Atherton J, Chan F Continuing medical education during pandemic waves of COVID- 19: Consensus from medical faculties in Asia, Australia and Europe. MedEdPublish https://doi.org/10.15694/ mep.2021.000064.1