Survey Nazionale Vaccinazione studenti Per SARS-Cov-2 e Frequenza ai Tirocini abilitanti alla Professione di Medico Chirurgo in Presenza: situazione al 15 Aprile 2021n 86, 2021 pp 3844-3851

Abstract

This article presents the results of a survey conducted on 55  Italian courses in Medicine and Surgery, to assess the level of  vaccination for sars-cov-2 in Italian medical students during  the second semester of the academic year 2020/21, as of April  15, 2021. Were also investigated: the status of attendance at  professional internships in relation to the administration of  the vaccine, the active surveillance methods used among students  attending in presence, and the percentage of students  who refused vaccination. At that date, 54.7% of the student  population had been vaccinated; 54.5% of the students did  not attend the internships; furthermore 54.5% of those attending  in presence was subjected to active surveillance, using  very different protocols nationwide. The percentage of students  who refused vaccination was low (1.75%). The results  of this survey are discussed in relation to other international  experiences and focus critical points of discussion for the  Permanent Conference of the Master’s Degree Courses in Medicine  and Surgery in order to find solutions in accordance  with government indications.

Riassunto

In questo articolo sono presentati i risultati di  una survey condotta su 55 sedi di corso di Laurea  Magistrale in medicina e Chirurgia, svolta allo  scopo di valutare il livello di vaccinazione per  sars-cov-2 negli studenti italiani di medicina e chirurgia,  nel corso del secondo semestre didattico  dell’anno accademico 2020-2021, alla data del 15  aprile 2021. Veniva anche indagato lo stato delle  frequenze in presenza ai tirocini professionalizzanti,  in relazione alla somministrazione del vaccino,  le metodiche di sorveglianza attiva utilizzate negli  studenti frequentanti in presenza e la percentuale  di studenti che rifiutavano la vaccinazione. A tale  data era vaccinato il 54,7% della popolazione studentesca;  non frequentavano i tirocini in presenza  il 54,5% degli studenti. Il 54,5% dei frequentanti in  presenza era sottoposto a sorveglianza attiva, con  metodi molto eterogenei sul territorio. Bassa la  percentuale degli studenti che rifiutavano la vaccinazione,  pari all’1,75%. I risultati sono discussi alla  luce delle evidenze internazionali e mettono in  evidenza dei punti di criticità su cui la Conferenza  permanente dei Corsi di Laurea Magistrale in Medicina  e Chirurgia dovrà discutere e risolvere, in  accordo con le indicazioni governative. 

Articolo

Introduzione

La vaccinazione degli studenti di Medicina e  Chirurgia, al pari di quelli delle altre Professioni Sanitarie,  ha rappresentato una priorità nei piani vaccinali  nazionali e regionali. La vaccinazione degli  studenti ha infatti avuto inizio precocemente, alla  fine del mese di Dicembre 2020, come previsto dal  Piano Strategico di vaccinazione del 12 dicembre  2020 (GU serie generale n. 72 del 24-3-2021, pagg  24-37), là dove gli “operatori sanitari e sociosanitari”  rientravano nelle categorie ricomprese della  fase 1 del piano strategico (insieme con le persone  estremamente fragili e gli ultraottantenni). Lo stesso  livello di priorità veniva mantenuto anche dalle  raccomandazioni ad interim sui gruppi target del 10  marzo 2021 (GU serie generale n. 72 del 24-3-2021,  pagg 38-50) e dall’ordinanza n. 6/2021 del Commissario  Straordinario Gen. Figliuolo del 9 aprile 2021,  là dove è scritto: “… è completata la vaccinazione  di tutto il personale sanitario e sociosanitario, in  prima linea nella diagnosi, nel trattamento e nella  cura del COVID-19 e di tutti coloro che operano in  presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie  pubbliche e private”. 
Non vi erano dubbi sul fatto che anche gli studenti  dovessero essere inseriti all’interno della categoria  “operatori sanitati e sociosanitari”, in quanto  assimilati ai lavoratori, come previsto dall’articolo 2  del D.Lgs n. 81 del 2008, lettera a), comma 1.  Come però accaduto a livello internazionale, nel  periodo iniziale della vaccinazione, fortemente in  relazione alla carenza nelle consegne degli stessi  vaccini che si è avuta nei mesi di gennaio e febbraio,  si evidenziava una somministrazione discontinua  dei vaccini anti sars-cov-2 nei confronti degli  studenti, rispetto al personale medico e paramedico  in servizio. In un articolo pubblicato su “The New  York Times” il 14 gennaio 2021, si legge: “across states  and schools, medical students’ access to the coronavirus  vaccine has varied widely, creating some  confusion and stress” (Goldberg, 2021). 
Allo scopo di valutare l’andamento del processo  di vaccinazione in Italia, degli studenti di medicina  e chirurgia, la Conferenza permanente dei Presidenti  di Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia  (CPPCLM&MC) organizzava una survey nazionale allo scopo di valutare lo stato del processo generale  di vaccinazione, le resistenze degli studenti  nei confronti della vaccinazione e la ricaduta di  tale processo sulla frequenza in presenza ai tirocini  professionalizzanti abilitanti alla professione di  medico chirurgo. Lo scopo della survey era anche  quello di verificare l’applicazione della mozione del  28 febbraio 2021 della Conferenza Permanente dei  Presidi/Presidenti delle Scuole di Medicina Italiane,  condivisa anche con la CPCLM&MC, in cui si chiedeva  che fossero assunte tutte le azioni necessarie  affinché in tutte le Regioni fosse completata la vaccinazione  di tutto il personale sanitario in formazione  mettendo in assoluta priorità tale categoria dopo  quella degli operatori sanitari. 

Metodo

La CPPCLM&MC lanciava una survey nel mese di  marzo 2021 (secondo semestre dell’anno accademico  2020-2021), indirizzata ai Presidenti dei Corsi di  Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia italiani,  utilizzando l’applicativo Google moduli. Nella survey  vi erano contenute dieci domande riguardanti  l’andamento della vaccinazione, le priorità individuate  all’interno delle coorti di studenti iscritti dal  primo al sesto anno di corso, l’incidenza della vaccinazione  sulla frequenza in presenza dei tirocini e le  modalità di sorveglianza attiva per gli studenti non  vaccinati, la resistenza degli studenti alla vaccinazione  e gli eventuali provvedimenti assunti.
Rispondevano al questionario 55 Presidenti,  corrispondenti al 73,3% dei corsi di laurea attivi  sul territorio. In particolare, rispondevano al questionario  i Presidenti delle sedi di: Bari, Bari corso  lingua inglese, Bologna, Bologna corso lingua inglese,  Brescia, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara,  Ferrara, Firenze, Foggia, Genova, Insubria Varese,  Messina, Messina corso lingua inglese, Milano Polo  Centrale, Milano Vialba, Milano San Paolo, Milano  corso lingua inglese, Milano Bicocca-Monza, Milano  Humanitas MEDTEC School, Milano Humanitas  corso lingua inglese, Milano San Raffaele, Milano  San Raffaele corso in inglese, Modena e Reggio  Emilia, Molise Campobasso, Napoli Federico II corso  lingua inglese, Napoli II Ateneo L. Vanvitelli polo  Caserta, Napoli II Ateneo L. Vanvitelli corso inglese,  Padova, Palermo-Caltanissetta, Parma, Pavia corso  Harvey in inglese, Perugia, Piemonte Orientale Novara  Vercelli, Pisa, Politecnica delle Marche Ancona,  Roma Sapienza corso A, Roma Sapienza corso C, Roma Sapienza corso D, Roma Sapienza corso E Latina,  Roma Sapienza corso High Technology, Roma  Sapienza Sant’Andrea, Roma Tor Vergata, Roma Tor  Vergata corso lingua inglese, Roma Campus Biomedico,  Roma Cattolica del Sacro Cuore, Salerno Baronissi,  Siena, Torino Orbassano, Torino Orbassano  corso lingua inglese, Trento, Trieste, Udine, Verona. 
Le risposte sono state raccolte fino al giorno 15  aprile 2021 ed analizzate e discusse nel corso della  142a riunione della CPPCLM&MC che si è tenuta  il giorno 17 Aprile 2021 in modalità telematica con  l’uso di Google-meet. L’analisi dei dati è stata svolta  utilizzando il metodo descrittivo. I dati raccolti sono  stati presentati in forma accorpata senza mettere in  evidenza differenze per singole sedi o Regioni italiane. 

Risultati

La pianificazione delle vaccinazioni degli studenti e le priorità fra le diverse coorti

Alla richiesta di conoscere se gli studenti fossero  stati espressamente previsti nel piano vaccinale  regionale solo il 54,5% delle sedi rispondeva affermativamente,  mentre il 25,5% rispondeva negativamente  e il 20% dichiarava di non conoscere il dato.  All’interno del personale sanitario e sociosanitario  gli studenti erano comunque ricompresi con priorità  elevata, in contemporanea o subito dopo il personale  sociosanitario di ruolo. 
In riferimento all’esistenza di direttive Regionali  che ponevano un limite al numero degli studenti da  vaccinare, il 58,2% delle sedi rispondeva negativamente,  il 20% ignorava il dato, il 21,8% rispondeva  invece in modo affermativo, specificando una indicazione  a privilegiare gli studenti iscritti al quinto e  sesto anno di corso. 
Un forte variabilità si registrava in riferimento alla  percentuale degli studenti vaccinati, in riferimento  al loro anno di corso. Poche sedi dichiaravano di  aver vaccinato gli studenti iscritti a tutti gli anni di  corso, mentre emergeva un forte prevalenza di sedi  in cui gli studenti erano stati vaccinati privilegiando  quelli degli ultimi anni, gli iscritti al sesto anno in  quantità maggiore e, a decrescere, gli studenti degli  anni precedenti (Figura 1). Alla data del 16 aprile  risultavano vaccinati il 57,4% degli studenti (IC 95%  della media: da 48,1% a 66,7%), con una deviazione  standard molto alta (±33,1%) e con un minimo/massimo  (0-100) che comprendeva corsi di laurea in cui non era ancora stato vaccinato nessuno studente e  corsi di laurea in cui era stata proposta la vaccinazione  alla totalità degli studenti iscritti (Figura 2). 
In una larga parte dei corsi di laurea (81,8%),  l’elenco delle priorità veniva elaborato privilegiando  le esigenze di doversi laureare e di dover svolgere in  presenza i tirocini abilitanti alla professione di medico  chirurgo del V e VI anno di corso ed i tirocini  curriculari previsti nel IV anno di corso, mentre un  numero inferiore considerava la esigenza di dover  svolgere anche tirocini curriculari degli anni precedenti  (65,4%). La scala delle priorità sulle coorti  degli studenti da vaccinare era stabilita dall’Azienda  sanitaria in accordo con il Corso di Laurea nel 52,7%  delle sedi, mentre nel 27,3% era stabilito in autonomia  dal Corso di Laurea e nel 9,1% in autonomia  dall’Azienda Sanitaria di riferimento. 

La frequenza ai tirocini e le modalità di sorveglianza attiva negli studenti non vaccinati

Il 54,5% degli studenti non vaccinati non risultava  frequentare il tirocinio, il 20% stava frequentando  solo i tirocini abilitanti alla professione di medico  chirurgo e il 25,5% frequentava in presenza sia tirocini  abilitanti alla professione di medico chirurgo  che quelli curriculari (Figura 3). Per gli studenti non  vaccinati venivano messe in atto pratiche di sorveglianza  attiva solo nel 54,5% delle sedi, mentre il  45,5% di queste dichiarava di non avere pratiche di  sorveglianza attiva in corso (Figura 4). Deve essere  precisato che a questo specifico quesito rispondevano  44 sedi, pari all’80% degli intervistati. Solo 29  sedi (52,7%) fornivano indicazioni sulle modalità di  sorveglianza attiva utilizzate. Erano indicate numerose  modalità, anche se sembra prevalere l’uso del  tampone molecolare ogni 7 giorni (17,2%), ogni 14  giorni (17,2%) o ogni mese (20,7%) (Figura 5). 

Gli studenti che hanno rifiutato la vaccinazione

Indicazioni utili venivano fornite da 41 sedi, pari  al 74,5% di quelle intervistate. La percentuale media  degli studenti che rifiutavano la vaccinazione risultava  essere molto bassa, pari al 1,75%. In relazione  al minimo dichiarato, pari allo 0% ed al massimo  pari al 20% vi era una deviazione standard alta  (±4,0%), ma una mediana pari allo 0% (Figura 6).  Per quanto riguarda eventuali provvedimenti presi  nei confronti degli studenti che avevano rifiutato  la vaccinazione, non ne venivano riferiti di nessun tipo, alla data del sondaggio, per la quasi totalità  degli intervistati. Solo tre sedi (5,5%) dichiaravano  di aver imposto limitazioni alla frequenza del  tirocinio in presenza. Le stesse sedi dichiaravano  di aver comunque messo in atto una campagna di  sensibilizzazione, nei confronti di tali studenti. Una  sede riferiva le indicazioni del Garante di Ateneo  sul divieto a chiedere ad ogni studente se si fosse  sottoposto a vaccinazione. 

Discussione

La disomogeneità della vaccinazione degli studenti sul territorio e le priorità fra le diverse coorti di studenti

Deve essere evidenziato come i dati ottenuti  derivino da un campione non completo, ma ben  distribuito sul territorio (73,3% delle sedi attive) e  abbastanza rappresentativo della situazione che si  aveva al 15 aprile 2021, periodo che corrisponde generalmente  al punto centrale delle attività didattiche  del secondo semestre. Si evidenzia come, in osservanza  a quanto previsto dalle normative nazionali,  i piani Regionali abbiano chiaramente previsto la  vaccinazione degli studenti come prioritaria, insieme  al personale sanitario, anche se alcune Regioni  (21,8%) hanno emesso direttive che hanno limitato  il numero di studenti da vaccinare. Nel complesso si  evidenzia, in quel periodo, una media della copertura  vaccinale degli studenti, pari al 57,4%, anche se  vi erano ancora grandi differenze sul territorio, con  un minimo pari allo 0% e un massimo pari al 100%  di studenti vaccinati nella singola sede. 
Questa difformità di somministrazione sul territorio  riflette quanto accaduto a livello internazionale.  Vi sono evidenze in tal senso, ad esempio, per gli  Stati Uniti, dove in un articolo pubblicato il 9 marzo  2021, si legge: “a patchwork of policies from state to  state has led to confusion and sometimes resentement”  (Lynn-Green e Iwai, 2021). In questo articolo  viene chiaramente indicato il disagio provato dagli  studenti, di fronte all’evidenza di una palese disparità  di trattamento: “Some students have expressed  distress with how their school appears to undervalue  them, despite known or equal risks compared to  other medical school students” (Lynn-Green e Iwai,  2021). 
Anche gli studenti inglesi, come si evince da un  articolo pubblicato nel mese di gennaio 2021, evidenziavano  la disorganizzazione della campagna  vaccinale nel loro paese: “many UK medical students reported they had not been offered vaccination  against covid-19. This was in spite of guidance  from the UK governments advisory committee …  which states that students in clinical years should  be prioritised as health and social care staff … This  disparity, and delays in the distribution of vaccines,  has led students to call for a more organized,  robust vaccine rollout … and many students find  themselves lost in a grey area … missing their vaccine  invitation” (Nabavi, 2021). 
Appariva invece omogenea, sul territorio, la decisione  sulla scala delle priorità degli studenti da  vaccinare, legata soprattutto allo svolgimento dei  tirocini curriculari e abilitanti e agli internati per la  tesi di laurea (risultavano infatti vaccinati in maggior  numero studenti del VI anno, del V anno, studenti  FC e studenti del IV anno, meno quelli degli anni  precedenti). 

La frequenza ai tirocini e le modalità di sorveglianza attiva negli studenti non vaccinati

Un dato poco tranquillizzante riguardava la percentuale  degli studenti non vaccinati (54,5%) che  non erano coinvolti nelle frequenze dei tirocini in  presenza. Certamente una percentuale alta e che  riguarda oltre la metà degli studenti coinvolti. A  tale riguardo, veniva anche riferito di come alcune  Aziende sanitarie avessero sospeso la frequenza ai  tirocini anche agli studenti vaccinati. È bene ricordare  come nessun DPCM abbia mai sospeso i tirocini  in presenza, semmai approvando l’utilizzo di  metodologie di didattica a distanza, che restano in  vigore sino al perdurare dello stato di emergenza,  ad oggi fino al prossimo 31 luglio 2021. Alcune di  queste decisioni potrebbero sembrare pertanto del  tutto arbitrarie e contro il diritto allo studio degli  studenti qualora assunte per decisione unilaterale  dell’Azienda Sanitaria di riferimento, ricordando  come, a norma delle disposizioni ministeriali vigenti,  anche in zona rossa dovesse essere la Conferenza  Regionale dei Rettori a deliberare per lo svolgimento  delle attività di tirocinio in presenza o a distanza. 
Deve anche essere stigmatizzato come, proprio  in relazione a tale criticità ed in previsione dei ritardi  formativi che avrebbero potuto seguire alla  mancata vaccinazione degli studenti, la Conferenza  Permanente dei Presidi/Presidenti delle Scuole  di Medicina Italiane aveva approvato una mozione  in cui era contenuto un forte invito a completare  il processo di vaccinazione degli studenti in Italia. Tale mozione era inviata al Ministro dell’Università  e della Ricerca ed agli Assessori alla Salute di tutte  le Regioni italiane, il 28 febbraio 2021. 
In questa mozione, condivisa anche con la  CPCLM&MC, si chiedeva: “che siano assunte tutte  le azioni necessarie affinché in tutte le Regioni sia  completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario  in formazione mettendo in assoluta priorità  tale categoria dopo quella degli operatori sanitari”,  motivando tale azione urgente e indispensabile per  “permettere una pronta e piena ripresa di tutte le  attività formative, con particolare riferimento ai tirocini  e alle attività professionalizzanti in genere;  consentire la ricomprensione dei reparti Covid tra  quelli in cui far ruotare il personale in formazione  anche ai fini dell’apprendimento delle competenze  specifiche stanti le necessità attuali; scongiurare il  manifestarsi di una emergenza formativa dovuta  al ritardo del compimento del percorso formativo  e/o alla possibile diminuzione della qualità dello  stesso per mancata esposizione alle problematiche  di salute maggiormente al momento intercorrenti”. 
Un ulteriore dato di grande interesse riguarda la  grande difformità riscontrata nelle pratiche di sorveglianza  attiva nei confronti degli studenti non vaccinati  che stavano frequentando in presenza i tirocini  abilitanti e curriculari. Queste erano infatti dichiarate  essere in atto solo nel 54,5% dei CLM intervistati  e con modalità molto eterogenee, come sopra  riportato. Anche questo dato evidenzia l’assenza di  un coordinamento centrale su questo punto che è  stato gestito a livello periferico, direttamente dalle  Aziende Sanitarie, con livelli di accuratezza molto  differenziati. 
In relazione alle numerose strategie di sorveglianza  per il contenimento della pandemia COVID-19,  messe in atto da tutti gli Atenei italiani, riguardanti  le attività didattiche in presenza, sulla base di quanto  previsto dai diversi DPCM che hanno normato tali  attività, sembra poco attendibile che il 45,5% delle  sedi non abbia messo in atto metodiche di sorveglianza  attiva per gli studenti frequentanti i tirocini  in presenza all’interno dei reparti assistenziali delle  aziende/ASL di riferimento. Nella letteratura internazionale  si ritrovano diverse evidenze correlate  alle attività degli studenti di medicina (Wong et al.,  2021) e sull’importanza della cosiddetta sorveglianza  attiva negli operatori sanitari e sociosanitari cui  gli studenti di medicina sono assimilati (Ibrahim,  2020). 

Gli studenti che hanno rifiutato la vaccinazione

Un dato molto confortante riguarda la percentuale,  molto bassa e pari all’1.75%, di studenti cui  è stata proposta la vaccinazione e che non hanno  aderito al piano vaccinale. Gli studenti di medicina  europei sembrano avere un’ottima propensione  nei confronti della vaccinazione (Rostkowska  e al., 2021), anche se uno studio condotto negli  Stati Uniti, tra gli studenti di medicina e di odontoiatria,  parrebbe far emergere un valore molto superiore  di studenti (circa il 23% degli intervistati)  che appaiono titubanti di fronte alla vaccinazione  COVID-19 (Kelekar et al., 2021). 
I provvedimenti presi nei confronti di chi non  ha aderito alla campagna vaccinale comprendono  sia la sensibilizzazione degli studenti, che l’attivazione  di protocolli di sorveglianza attiva. Tre sedi  dichiarano però di aver dato il divieto di accesso ai  reparti assistenziali, mentre un’altra sede dichiara  che il Garante ha stabilito il non doversi chiedere  agli studenti se siano stati vaccinati o no. Risulta  del tutto evidente come, in una situazione in cui  la vaccinazione non sia stata concretamente offerta  a tutti gli studenti di medicina italiani, non si  possa poi costringerli a non frequentare i reparti  assistenziali, senza provocare un indubbio danno  nella loro formazione. È anche evidente come su  questo punto siano necessarie delle chiarificazioni  da parte del Ministero della Salute, di concerto  con il Ministero dell’Università e della Ricerca. 

Temi su cui riflettere

I dati della survey, anche se evidenziano lo stato  di fatto che vi era nella parte centrale del semestre  didattico, mettono in luce alcuni punti, ancora  non risolti, su cui sarà probabilmente necessario  un forte pronunciamento della Conferenza permanente. 
Il primo riguarda l’inibizione alla frequenza in  presenza dei tirocini professionalizzanti curriculari  e quelli abilitanti alla professione di medico chirurgo  (TPVES) a quegli studenti che rifiutassero di  vaccinarsi, dopo aver terminato il piano vaccinale  ed aver offerto la vaccinazione a TUTTI gli studenti  italiani. Il decreto sulla obbligatorietà di vaccinazione  per gli operatori sanitari prevede infatti un  demansionamento di funzione, in caso di rifiuto.  È possibile applicare questa norma agli studenti,  impedendone di fatto la corretta formazione? 
Il secondo quesito riguarda un’altra evidenza,  che riguarda l’inibizione alla frequenza in presenza  dei tirocini professionalizzanti curriculari e  quelli abilitanti alla professione di medico chirurgo  (TPVES), agli studenti non vaccinati, non per  loro volontà. Si configura una lesione del diritto  allo studio, come sancito dall’art. 34 della Costituzione  Italiana? Il diritto alla salute, anch’esso  sancito dall’art. 32 della Costituzione Italiana, è  un bene prioritario e prevalente o equivalente al  diritto allo studio? 
Il terzo quesito riguarda la correttezza di quanto  accade sul territorio, in termini decisionali sulla  frequenza in presenza ai tirocini professionalizzanti.  È corretto che tali decisioni siano assunte  unilateralmente dalle Aziende Sanitarie quando  tutti i DPCM le hanno consentite e, nell’ultimo DL  ora in vigore, nelle zone rosse tale decisione è demandata  alle Conferenze dei Rettori Regionali? 
Il quarto quesito riguarda la sorveglianza attiva  e le modalità del suo svolgimento per gli studenti  che frequentano i tirocini in presenza. È corretto  non avere un piano di sorveglianza attiva concordato  con l’Azienda, per gli studenti non vaccinati  o vaccinati? 
Quattro punti che sembrano ancora da risolvere  e da discutere, in accordo con le indicazioni del  Governo. 

Figura 1. Nella tabella sono indicate le tipologie di studenti che hanno ricevuto la vaccinazione anti sars-cov-2. In azzurro gli studenti vaccinati.
Figura 2. Dati statistici, espressi in valori percentuali, sugli studenti vaccinati al 15 aprile 2021. Le risposte sono pervenute da 51 sedi, mentre 4 sedi non erano a conoscenza del dato.
Figura 3. Nel grafico a torta sono indicate le percentuali degli studenti non vaccinati che stavano frequentando in presenza i tirocini al 15 aprile 2021.
Figura 4. Nel grafico a torta sono indicate le percentuali di studenti non vaccinati che stavano frequentando, sottoposti a pratiche di sorveglianza attiva.
Le risposte, in questo caso, provengono da 44 sedi.
Figura 5. Nel grafico a torta sono evidenziate le diverse pratiche di sorveglianza attiva utilizzate per il controllo degli studenti non vaccinati, durante la frequenza ai tirocini.
Le risposte provengono da 29 sedi
Figura 6. Dati statistici, espressi in valori percentuali, sugli studenti che hanno rifiutato la vaccinazione al 15 aprile 2021.
Le risposte sono pervenute da 41 sedi, mentre 14 sedi non hanno fornito indicazioni.

Affiliazioni e autori

Giuseppe Familiari, Stefania Basili, Andrea Lenzi
Sapienza Università di Roma

Bruno Moncharmont
Università del Molise

Linda Vignozzi,
Università di Firenze

Amos Casti,
Università di Parma

Bibliografia

Goldberg E. Some medical students celebrate with covid  vaccine selfies as others wait in line. The New York Times,  Jan. 14, 2021.


Ibrahim NK. Epidemiologic surveillance for controlling Covid-  19 pandemic: types, challenges and implications. Journal  of Infection and Public Health 13: 1630–1638, 2020.    

 Kelekar AK, Lucia, VC, Afonso NM, Mascarenhas AK. COVID-  19 vaccine acceptance among dental and medical students.  Journal American Dental Association, 2021, in Corso  di stampa.     

Lynn-Green E, Iwai Y. All medical students should be vaccinated.  Scientific American March 9, 2021.     

Nabavi N. Covid-19 vaccination for medical students: the  grey area. British Med J 261: 372-273, 2021       

Rostkowska OM, Peters A, Montvidas J, Magdas TM, Rensen  L, Zgliczynski WS, Durlik M, Pelzer BW. Attitudes and  knowledge of European medical students and early graduates  about vaccination and self-reported vaccination coverage  – Multinational cross-sectional survey. Int J Environ Res  Public Health 18: 3595-3612, 2021.       

Wong C, van den Broek W, Doody G, Fischer M, Leech  M, De Ponti F, Gerbes A, Nishigori H, Lee Y, Frens M,  Kasuya H, Bazzoli F, Hickel R, Lee H, van Leeuwen J,  Mitchell C, Kadomatsu K, Atherton J, Chan F Continuing  medical education during pandemic waves of COVID-  19: Consensus from medical faculties in Asia, Australia  and Europe. MedEdPublish https://doi.org/10.15694/  mep.2021.000064.1    


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