Survey Nazionale Vaccinazione studenti Per SARS-Cov-2 e Frequenza ai Tirocini abilitanti alla Professione di Medico Chirurgo in Presenza: situazione al 15 Aprile 2021n 86, 2021 pp 3844-3851

Abstract

This article presents the results of a survey conducted on 55  Italian courses in Medicine and Surgery, to assess the level of  vaccination for sars-cov-2 in Italian medical students during  the second semester of the academic year 2020/21, as of April  15, 2021. Were also investigated: the status of attendance at  professional internships in relation to the administration of  the vaccine, the active surveillance methods used among students  attending in presence, and the percentage of students  who refused vaccination. At that date, 54.7% of the student  population had been vaccinated; 54.5% of the students did  not attend the internships; furthermore 54.5% of those attending  in presence was subjected to active surveillance, using  very different protocols nationwide. The percentage of students  who refused vaccination was low (1.75%). The results  of this survey are discussed in relation to other international  experiences and focus critical points of discussion for the  Permanent Conference of the Master’s Degree Courses in Medicine  and Surgery in order to find solutions in accordance  with government indications.

Riassunto

In questo articolo sono presentati i risultati di  una survey condotta su 55 sedi di corso di Laurea  Magistrale in medicina e Chirurgia, svolta allo  scopo di valutare il livello di vaccinazione per  sars-cov-2 negli studenti italiani di medicina e chirurgia,  nel corso del secondo semestre didattico  dell’anno accademico 2020-2021, alla data del 15  aprile 2021. Veniva anche indagato lo stato delle  frequenze in presenza ai tirocini professionalizzanti,  in relazione alla somministrazione del vaccino,  le metodiche di sorveglianza attiva utilizzate negli  studenti frequentanti in presenza e la percentuale  di studenti che rifiutavano la vaccinazione. A tale  data era vaccinato il 54,7% della popolazione studentesca;  non frequentavano i tirocini in presenza  il 54,5% degli studenti. Il 54,5% dei frequentanti in  presenza era sottoposto a sorveglianza attiva, con  metodi molto eterogenei sul territorio. Bassa la  percentuale degli studenti che rifiutavano la vaccinazione,  pari all’1,75%. I risultati sono discussi alla  luce delle evidenze internazionali e mettono in  evidenza dei punti di criticità su cui la Conferenza  permanente dei Corsi di Laurea Magistrale in Medicina  e Chirurgia dovrà discutere e risolvere, in  accordo con le indicazioni governative. 

Articolo

Introduzione

La vaccinazione degli studenti di Medicina e  Chirurgia, al pari di quelli delle altre Professioni Sanitarie,  ha rappresentato una priorità nei piani vaccinali  nazionali e regionali. La vaccinazione degli  studenti ha infatti avuto inizio precocemente, alla  fine del mese di Dicembre 2020, come previsto dal  Piano Strategico di vaccinazione del 12 dicembre  2020 (GU serie generale n. 72 del 24-3-2021, pagg  24-37), là dove gli “operatori sanitari e sociosanitari”  rientravano nelle categorie ricomprese della  fase 1 del piano strategico (insieme con le persone  estremamente fragili e gli ultraottantenni). Lo stesso  livello di priorità veniva mantenuto anche dalle  raccomandazioni ad interim sui gruppi target del 10  marzo 2021 (GU serie generale n. 72 del 24-3-2021,  pagg 38-50) e dall’ordinanza n. 6/2021 del Commissario  Straordinario Gen. Figliuolo del 9 aprile 2021,  là dove è scritto: “… è completata la vaccinazione  di tutto il personale sanitario e sociosanitario, in  prima linea nella diagnosi, nel trattamento e nella  cura del COVID-19 e di tutti coloro che operano in  presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie  pubbliche e private”. 
Non vi erano dubbi sul fatto che anche gli studenti  dovessero essere inseriti all’interno della categoria  “operatori sanitati e sociosanitari”, in quanto  assimilati ai lavoratori, come previsto dall’articolo 2  del D.Lgs n. 81 del 2008, lettera a), comma 1.  Come però accaduto a livello internazionale, nel  periodo iniziale della vaccinazione, fortemente in  relazione alla carenza nelle consegne degli stessi  vaccini che si è avuta nei mesi di gennaio e febbraio,  si evidenziava una somministrazione discontinua  dei vaccini anti sars-cov-2 nei confronti degli  studenti, rispetto al personale medico e paramedico  in servizio. In un articolo pubblicato su “The New  York Times” il 14 gennaio 2021, si legge: “across states  and schools, medical students’ access to the coronavirus  vaccine has varied widely, creating some  confusion and stress” (Goldberg, 2021). 
Allo scopo di valutare l’andamento del processo  di vaccinazione in Italia, degli studenti di medicina  e chirurgia, la Conferenza permanente dei Presidenti  di Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia  (CPPCLM&MC) organizzava una survey nazionale allo scopo di valutare lo stato del processo generale  di vaccinazione, le resistenze degli studenti  nei confronti della vaccinazione e la ricaduta di  tale processo sulla frequenza in presenza ai tirocini  professionalizzanti abilitanti alla professione di  medico chirurgo. Lo scopo della survey era anche  quello di verificare l’applicazione della mozione del  28 febbraio 2021 della Conferenza Permanente dei  Presidi/Presidenti delle Scuole di Medicina Italiane,  condivisa anche con la CPCLM&MC, in cui si chiedeva  che fossero assunte tutte le azioni necessarie  affinché in tutte le Regioni fosse completata la vaccinazione  di tutto il personale sanitario in formazione  mettendo in assoluta priorità tale categoria dopo  quella degli operatori sanitari. 

Metodo

La CPPCLM&MC lanciava una survey nel mese di  marzo 2021 (secondo semestre dell’anno accademico  2020-2021), indirizzata ai Presidenti dei Corsi di  Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia italiani,  utilizzando l’applicativo Google moduli. Nella survey  vi erano contenute dieci domande riguardanti  l’andamento della vaccinazione, le priorità individuate  all’interno delle coorti di studenti iscritti dal  primo al sesto anno di corso, l’incidenza della vaccinazione  sulla frequenza in presenza dei tirocini e le  modalità di sorveglianza attiva per gli studenti non  vaccinati, la resistenza degli studenti alla vaccinazione  e gli eventuali provvedimenti assunti.
Rispondevano al questionario 55 Presidenti,  corrispondenti al 73,3% dei corsi di laurea attivi  sul territorio. In particolare, rispondevano al questionario  i Presidenti delle sedi di: Bari, Bari corso  lingua inglese, Bologna, Bologna corso lingua inglese,  Brescia, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara,  Ferrara, Firenze, Foggia, Genova, Insubria Varese,  Messina, Messina corso lingua inglese, Milano Polo  Centrale, Milano Vialba, Milano San Paolo, Milano  corso lingua inglese, Milano Bicocca-Monza, Milano  Humanitas MEDTEC School, Milano Humanitas  corso lingua inglese, Milano San Raffaele, Milano  San Raffaele corso in inglese, Modena e Reggio  Emilia, Molise Campobasso, Napoli Federico II corso  lingua inglese, Napoli II Ateneo L. Vanvitelli polo  Caserta, Napoli II Ateneo L. Vanvitelli corso inglese,  Padova, Palermo-Caltanissetta, Parma, Pavia corso  Harvey in inglese, Perugia, Piemonte Orientale Novara  Vercelli, Pisa, Politecnica delle Marche Ancona,  Roma Sapienza corso A, Roma Sapienza corso C, Roma Sapienza corso D, Roma Sapienza corso E Latina,  Roma Sapienza corso High Technology, Roma  Sapienza Sant’Andrea, Roma Tor Vergata, Roma Tor  Vergata corso lingua inglese, Roma Campus Biomedico,  Roma Cattolica del Sacro Cuore, Salerno Baronissi,  Siena, Torino Orbassano, Torino Orbassano  corso lingua inglese, Trento, Trieste, Udine, Verona. 
Le risposte sono state raccolte fino al giorno 15  aprile 2021 ed analizzate e discusse nel corso della  142a riunione della CPPCLM&MC che si è tenuta  il giorno 17 Aprile 2021 in modalità telematica con  l’uso di Google-meet. L’analisi dei dati è stata svolta  utilizzando il metodo descrittivo. I dati raccolti sono  stati presentati in forma accorpata senza mettere in  evidenza differenze per singole sedi o Regioni italiane. 

Risultati

La pianificazione delle vaccinazioni degli studenti e le priorità fra le diverse coorti

Alla richiesta di conoscere se gli studenti fossero  stati espressamente previsti nel piano vaccinale  regionale solo il 54,5% delle sedi rispondeva affermativamente,  mentre il 25,5% rispondeva negativamente  e il 20% dichiarava di non conoscere il dato.  All’interno del personale sanitario e sociosanitario  gli studenti erano comunque ricompresi con priorità  elevata, in contemporanea o subito dopo il personale  sociosanitario di ruolo. 
In riferimento all’esistenza di direttive Regionali  che ponevano un limite al numero degli studenti da  vaccinare, il 58,2% delle sedi rispondeva negativamente,  il 20% ignorava il dato, il 21,8% rispondeva  invece in modo affermativo, specificando una indicazione  a privilegiare gli studenti iscritti al quinto e  sesto anno di corso. 
Un forte variabilità si registrava in riferimento alla  percentuale degli studenti vaccinati, in riferimento  al loro anno di corso. Poche sedi dichiaravano di  aver vaccinato gli studenti iscritti a tutti gli anni di  corso, mentre emergeva un forte prevalenza di sedi  in cui gli studenti erano stati vaccinati privilegiando  quelli degli ultimi anni, gli iscritti al sesto anno in  quantità maggiore e, a decrescere, gli studenti degli  anni precedenti (Figura 1). Alla data del 16 aprile  risultavano vaccinati il 57,4% degli studenti (IC 95%  della media: da 48,1% a 66,7%), con una deviazione  standard molto alta (±33,1%) e con un minimo/massimo  (0-100) che comprendeva corsi di laurea in cui non era ancora stato vaccinato nessuno studente e  corsi di laurea in cui era stata proposta la vaccinazione  alla totalità degli studenti iscritti (Figura 2). 
In una larga parte dei corsi di laurea (81,8%),  l’elenco delle priorità veniva elaborato privilegiando  le esigenze di doversi laureare e di dover svolgere in  presenza i tirocini abilitanti alla professione di medico  chirurgo del V e VI anno di corso ed i tirocini  curriculari previsti nel IV anno di corso, mentre un  numero inferiore considerava la esigenza di dover  svolgere anche tirocini curriculari degli anni precedenti  (65,4%). La scala delle priorità sulle coorti  degli studenti da vaccinare era stabilita dall’Azienda  sanitaria in accordo con il Corso di Laurea nel 52,7%  delle sedi, mentre nel 27,3% era stabilito in autonomia  dal Corso di Laurea e nel 9,1% in autonomia  dall’Azienda Sanitaria di riferimento. 

La frequenza ai tirocini e le modalità di sorveglianza attiva negli studenti non vaccinati

Il 54,5% degli studenti non vaccinati non risultava  frequentare il tirocinio, il 20% stava frequentando  solo i tirocini abilitanti alla professione di medico  chirurgo e il 25,5% frequentava in presenza sia tirocini  abilitanti alla professione di medico chirurgo  che quelli curriculari (Figura 3). Per gli studenti non  vaccinati venivano messe in atto pratiche di sorveglianza  attiva solo nel 54,5% delle sedi, mentre il  45,5% di queste dichiarava di non avere pratiche di  sorveglianza attiva in corso (Figura 4). Deve essere  precisato che a questo specifico quesito rispondevano  44 sedi, pari all’80% degli intervistati. Solo 29  sedi (52,7%) fornivano indicazioni sulle modalità di  sorveglianza attiva utilizzate. Erano indicate numerose  modalità, anche se sembra prevalere l’uso del  tampone molecolare ogni 7 giorni (17,2%), ogni 14  giorni (17,2%) o ogni mese (20,7%) (Figura 5). 

Gli studenti che hanno rifiutato la vaccinazione

Indicazioni utili venivano fornite da 41 sedi, pari  al 74,5% di quelle intervistate. La percentuale media  degli studenti che rifiutavano la vaccinazione risultava  essere molto bassa, pari al 1,75%. In relazione  al minimo dichiarato, pari allo 0% ed al massimo  pari al 20% vi era una deviazione standard alta  (±4,0%), ma una mediana pari allo 0% (Figura 6).  Per quanto riguarda eventuali provvedimenti presi  nei confronti degli studenti che avevano rifiutato  la vaccinazione, non ne venivano riferiti di nessun tipo, alla data del sondaggio, per la quasi totalità  degli intervistati. Solo tre sedi (5,5%) dichiaravano  di aver imposto limitazioni alla frequenza del  tirocinio in presenza. Le stesse sedi dichiaravano  di aver comunque messo in atto una campagna di  sensibilizzazione, nei confronti di tali studenti. Una  sede riferiva le indicazioni del Garante di Ateneo  sul divieto a chiedere ad ogni studente se si fosse  sottoposto a vaccinazione. 

Discussione

La disomogeneità della vaccinazione degli studenti sul territorio e le priorità fra le diverse coorti di studenti

Deve essere evidenziato come i dati ottenuti  derivino da un campione non completo, ma ben  distribuito sul territorio (73,3% delle sedi attive) e  abbastanza rappresentativo della situazione che si  aveva al 15 aprile 2021, periodo che corrisponde generalmente  al punto centrale delle attività didattiche  del secondo semestre. Si evidenzia come, in osservanza  a quanto previsto dalle normative nazionali,  i piani Regionali abbiano chiaramente previsto la  vaccinazione degli studenti come prioritaria, insieme  al personale sanitario, anche se alcune Regioni  (21,8%) hanno emesso direttive che hanno limitato  il numero di studenti da vaccinare. Nel complesso si  evidenzia, in quel periodo, una media della copertura  vaccinale degli studenti, pari al 57,4%, anche se  vi erano ancora grandi differenze sul territorio, con  un minimo pari allo 0% e un massimo pari al 100%  di studenti vaccinati nella singola sede. 
Questa difformità di somministrazione sul territorio  riflette quanto accaduto a livello internazionale.  Vi sono evidenze in tal senso, ad esempio, per gli  Stati Uniti, dove in un articolo pubblicato il 9 marzo  2021, si legge: “a patchwork of policies from state to  state has led to confusion and sometimes resentement”  (Lynn-Green e Iwai, 2021). In questo articolo  viene chiaramente indicato il disagio provato dagli  studenti, di fronte all’evidenza di una palese disparità  di trattamento: “Some students have expressed  distress with how their school appears to undervalue  them, despite known or equal risks compared to  other medical school students” (Lynn-Green e Iwai,  2021). 
Anche gli studenti inglesi, come si evince da un  articolo pubblicato nel mese di gennaio 2021, evidenziavano  la disorganizzazione della campagna  vaccinale nel loro paese: “many UK medical students reported they had not been offered vaccination  against covid-19. This was in spite of guidance  from the UK governments advisory committee …  which states that students in clinical years should  be prioritised as health and social care staff … This  disparity, and delays in the distribution of vaccines,  has led students to call for a more organized,  robust vaccine rollout … and many students find  themselves lost in a grey area … missing their vaccine  invitation” (Nabavi, 2021). 
Appariva invece omogenea, sul territorio, la decisione  sulla scala delle priorità degli studenti da  vaccinare, legata soprattutto allo svolgimento dei  tirocini curriculari e abilitanti e agli internati per la  tesi di laurea (risultavano infatti vaccinati in maggior  numero studenti del VI anno, del V anno, studenti  FC e studenti del IV anno, meno quelli degli anni  precedenti). 

La frequenza ai tirocini e le modalità di sorveglianza attiva negli studenti non vaccinati

Un dato poco tranquillizzante riguardava la percentuale  degli studenti non vaccinati (54,5%) che  non erano coinvolti nelle frequenze dei tirocini in  presenza. Certamente una percentuale alta e che  riguarda oltre la metà degli studenti coinvolti. A  tale riguardo, veniva anche riferito di come alcune  Aziende sanitarie avessero sospeso la frequenza ai  tirocini anche agli studenti vaccinati. È bene ricordare  come nessun DPCM abbia mai sospeso i tirocini  in presenza, semmai approvando l’utilizzo di  metodologie di didattica a distanza, che restano in  vigore sino al perdurare dello stato di emergenza,  ad oggi fino al prossimo 31 luglio 2021. Alcune di  queste decisioni potrebbero sembrare pertanto del  tutto arbitrarie e contro il diritto allo studio degli  studenti qualora assunte per decisione unilaterale  dell’Azienda Sanitaria di riferimento, ricordando  come, a norma delle disposizioni ministeriali vigenti,  anche in zona rossa dovesse essere la Conferenza  Regionale dei Rettori a deliberare per lo svolgimento  delle attività di tirocinio in presenza o a distanza. 
Deve anche essere stigmatizzato come, proprio  in relazione a tale criticità ed in previsione dei ritardi  formativi che avrebbero potuto seguire alla  mancata vaccinazione degli studenti, la Conferenza  Permanente dei Presidi/Presidenti delle Scuole  di Medicina Italiane aveva approvato una mozione  in cui era contenuto un forte invito a completare  il processo di vaccinazione degli studenti in Italia. Tale mozione era inviata al Ministro dell’Università  e della Ricerca ed agli Assessori alla Salute di tutte  le Regioni italiane, il 28 febbraio 2021. 
In questa mozione, condivisa anche con la  CPCLM&MC, si chiedeva: “che siano assunte tutte  le azioni necessarie affinché in tutte le Regioni sia  completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario  in formazione mettendo in assoluta priorità  tale categoria dopo quella degli operatori sanitari”,  motivando tale azione urgente e indispensabile per  “permettere una pronta e piena ripresa di tutte le  attività formative, con particolare riferimento ai tirocini  e alle attività professionalizzanti in genere;  consentire la ricomprensione dei reparti Covid tra  quelli in cui far ruotare il personale in formazione  anche ai fini dell’apprendimento delle competenze  specifiche stanti le necessità attuali; scongiurare il  manifestarsi di una emergenza formativa dovuta  al ritardo del compimento del percorso formativo  e/o alla possibile diminuzione della qualità dello  stesso per mancata esposizione alle problematiche  di salute maggiormente al momento intercorrenti”. 
Un ulteriore dato di grande interesse riguarda la  grande difformità riscontrata nelle pratiche di sorveglianza  attiva nei confronti degli studenti non vaccinati  che stavano frequentando in presenza i tirocini  abilitanti e curriculari. Queste erano infatti dichiarate  essere in atto solo nel 54,5% dei CLM intervistati  e con modalità molto eterogenee, come sopra  riportato. Anche questo dato evidenzia l’assenza di  un coordinamento centrale su questo punto che è  stato gestito a livello periferico, direttamente dalle  Aziende Sanitarie, con livelli di accuratezza molto  differenziati. 
In relazione alle numerose strategie di sorveglianza  per il contenimento della pandemia COVID-19,  messe in atto da tutti gli Atenei italiani, riguardanti  le attività didattiche in presenza, sulla base di quanto  previsto dai diversi DPCM che hanno normato tali  attività, sembra poco attendibile che il 45,5% delle  sedi non abbia messo in atto metodiche di sorveglianza  attiva per gli studenti frequentanti i tirocini  in presenza all’interno dei reparti assistenziali delle  aziende/ASL di riferimento. Nella letteratura internazionale  si ritrovano diverse evidenze correlate  alle attività degli studenti di medicina (Wong et al.,  2021) e sull’importanza della cosiddetta sorveglianza  attiva negli operatori sanitari e sociosanitari cui  gli studenti di medicina sono assimilati (Ibrahim,  2020). 

Gli studenti che hanno rifiutato la vaccinazione

Un dato molto confortante riguarda la percentuale,  molto bassa e pari all’1.75%, di studenti cui  è stata proposta la vaccinazione e che non hanno  aderito al piano vaccinale. Gli studenti di medicina  europei sembrano avere un’ottima propensione  nei confronti della vaccinazione (Rostkowska  e al., 2021), anche se uno studio condotto negli  Stati Uniti, tra gli studenti di medicina e di odontoiatria,  parrebbe far emergere un valore molto superiore  di studenti (circa il 23% degli intervistati)  che appaiono titubanti di fronte alla vaccinazione  COVID-19 (Kelekar et al., 2021). 
I provvedimenti presi nei confronti di chi non  ha aderito alla campagna vaccinale comprendono  sia la sensibilizzazione degli studenti, che l’attivazione  di protocolli di sorveglianza attiva. Tre sedi  dichiarano però di aver dato il divieto di accesso ai  reparti assistenziali, mentre un’altra sede dichiara  che il Garante ha stabilito il non doversi chiedere  agli studenti se siano stati vaccinati o no. Risulta  del tutto evidente come, in una situazione in cui  la vaccinazione non sia stata concretamente offerta  a tutti gli studenti di medicina italiani, non si  possa poi costringerli a non frequentare i reparti  assistenziali, senza provocare un indubbio danno  nella loro formazione. È anche evidente come su  questo punto siano necessarie delle chiarificazioni  da parte del Ministero della Salute, di concerto  con il Ministero dell’Università e della Ricerca. 

Temi su cui riflettere

I dati della survey, anche se evidenziano lo stato  di fatto che vi era nella parte centrale del semestre  didattico, mettono in luce alcuni punti, ancora  non risolti, su cui sarà probabilmente necessario  un forte pronunciamento della Conferenza permanente. 
Il primo riguarda l’inibizione alla frequenza in  presenza dei tirocini professionalizzanti curriculari  e quelli abilitanti alla professione di medico chirurgo  (TPVES) a quegli studenti che rifiutassero di  vaccinarsi, dopo aver terminato il piano vaccinale  ed aver offerto la vaccinazione a TUTTI gli studenti  italiani. Il decreto sulla obbligatorietà di vaccinazione  per gli operatori sanitari prevede infatti un  demansionamento di funzione, in caso di rifiuto.  È possibile applicare questa norma agli studenti,  impedendone di fatto la corretta formazione? 
Il secondo quesito riguarda un’altra evidenza,  che riguarda l’inibizione alla frequenza in presenza  dei tirocini professionalizzanti curriculari e  quelli abilitanti alla professione di medico chirurgo  (TPVES), agli studenti non vaccinati, non per  loro volontà. Si configura una lesione del diritto  allo studio, come sancito dall’art. 34 della Costituzione  Italiana? Il diritto alla salute, anch’esso  sancito dall’art. 32 della Costituzione Italiana, è  un bene prioritario e prevalente o equivalente al  diritto allo studio? 
Il terzo quesito riguarda la correttezza di quanto  accade sul territorio, in termini decisionali sulla  frequenza in presenza ai tirocini professionalizzanti.  È corretto che tali decisioni siano assunte  unilateralmente dalle Aziende Sanitarie quando  tutti i DPCM le hanno consentite e, nell’ultimo DL  ora in vigore, nelle zone rosse tale decisione è demandata  alle Conferenze dei Rettori Regionali? 
Il quarto quesito riguarda la sorveglianza attiva  e le modalità del suo svolgimento per gli studenti  che frequentano i tirocini in presenza. È corretto  non avere un piano di sorveglianza attiva concordato  con l’Azienda, per gli studenti non vaccinati  o vaccinati? 
Quattro punti che sembrano ancora da risolvere  e da discutere, in accordo con le indicazioni del  Governo. 

Figura 1. Nella tabella sono indicate le tipologie di studenti che hanno ricevuto la vaccinazione anti sars-cov-2. In azzurro gli studenti vaccinati.
Figura 2. Dati statistici, espressi in valori percentuali, sugli studenti vaccinati al 15 aprile 2021. Le risposte sono pervenute da 51 sedi, mentre 4 sedi non erano a conoscenza del dato.
Figura 3. Nel grafico a torta sono indicate le percentuali degli studenti non vaccinati che stavano frequentando in presenza i tirocini al 15 aprile 2021.
Figura 4. Nel grafico a torta sono indicate le percentuali di studenti non vaccinati che stavano frequentando, sottoposti a pratiche di sorveglianza attiva.
Le risposte, in questo caso, provengono da 44 sedi.
Figura 5. Nel grafico a torta sono evidenziate le diverse pratiche di sorveglianza attiva utilizzate per il controllo degli studenti non vaccinati, durante la frequenza ai tirocini.
Le risposte provengono da 29 sedi
Figura 6. Dati statistici, espressi in valori percentuali, sugli studenti che hanno rifiutato la vaccinazione al 15 aprile 2021.
Le risposte sono pervenute da 41 sedi, mentre 14 sedi non hanno fornito indicazioni.

Affiliazioni e autori

Giuseppe Familiari, Stefania Basili, Andrea Lenzi
Sapienza Università di Roma

Bruno Moncharmont
Università del Molise

Linda Vignozzi,
Università di Firenze

Amos Casti,
Università di Parma

Bibliografia

Goldberg E. Some medical students celebrate with covid  vaccine selfies as others wait in line. The New York Times,  Jan. 14, 2021.


Ibrahim NK. Epidemiologic surveillance for controlling Covid-  19 pandemic: types, challenges and implications. Journal  of Infection and Public Health 13: 1630–1638, 2020.    

 Kelekar AK, Lucia, VC, Afonso NM, Mascarenhas AK. COVID-  19 vaccine acceptance among dental and medical students.  Journal American Dental Association, 2021, in Corso  di stampa.     

Lynn-Green E, Iwai Y. All medical students should be vaccinated.  Scientific American March 9, 2021.     

Nabavi N. Covid-19 vaccination for medical students: the  grey area. British Med J 261: 372-273, 2021       

Rostkowska OM, Peters A, Montvidas J, Magdas TM, Rensen  L, Zgliczynski WS, Durlik M, Pelzer BW. Attitudes and  knowledge of European medical students and early graduates  about vaccination and self-reported vaccination coverage  – Multinational cross-sectional survey. Int J Environ Res  Public Health 18: 3595-3612, 2021.       

Wong C, van den Broek W, Doody G, Fischer M, Leech  M, De Ponti F, Gerbes A, Nishigori H, Lee Y, Frens M,  Kasuya H, Bazzoli F, Hickel R, Lee H, van Leeuwen J,  Mitchell C, Kadomatsu K, Atherton J, Chan F Continuing  medical education during pandemic waves of COVID-  19: Consensus from medical faculties in Asia, Australia  and Europe. MedEdPublish https://doi.org/10.15694/  mep.2021.000064.1    


Editorialen.86, 2021, pp. 3817

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Un anno dall’ultimo numero della nostra rivista.
Un anno nel quale abbiamo dovuto continuare a convivere con questa inattesa ed infinita pandemia.
La Conferenza ha continuato a riunirsi virtualmente ogni 2 mesi, per essere insieme, per prendere decisioni, condividere nuove modalità didattiche, affrontare criticità e cercare di risolverle al fine di mantenere sempre alti i livelli dei nostri Corsi di Laurea.
Questo numero, tuttavia, racconta la dinamicità della Conferenza, o meglio delle Conferenze, durante questo periodo.
La creazione del Test sulle Competenze(TECO)–M che la Conferenza dei Presidenti di Consiglio di Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia che è riuscita a mettere in atto con ANVUR dimostra la continua attenzione alla “mission pedagogica” della Conferenza. Nell’articolo di Fabrizio Consorti viene descritta la realizzazione del TECO-M (come Medicina) partendo dalla nostra più che decennale esperienza del Progress Test.
Anche l’articolo si Giuseppe Familiari sul TPVES “a distanza” non solo descrive la situazione italiana in una indagine effettuata nel primo semestre ma aggiunge anche importanti riflessioni pedagogiche che potrebbero dare nuovi spunti all’insegnamento professionalizzante anche in una ottica post-pandemica.
La Conferenza della Professioni Sanitarie, con la sua Presidente, impreziosisce il numero con un bellissimo articolo sulle Cure Palliative nei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie.
Il tavolo Tecnico FNOMCEO-CPCLMMC non è stato da meno, si è riunito ogni 2 mesi consolidando sempre più questa importante collaborazione.
L’articolo di Linda Vignozzi e Roberto Monaco riassume una particolare indagine sulla modalità di svolgimento dell’esame finale abilitante del Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia visto dalla parte dell’Università e dalla parte della Federazione rivelando piccole criticità che saranno oggetto di una attenta revisione.
Il SISM, ha lavorato con noi in questo terribile periodo, e i ragazzi contribuiscono alla stesura di questo volume con un articolo sulla GLOBAL HEALTH EDUCATION.
Sempre attivi, sempre vicini: questa è la nostra forza. La Pandemia non è riuscita ad abbattere il nostro entusiasmo nel garantire una formazione di alto livello e omogenea in tutta Italia.

Buona Lettura,

Andrea Lenzi
Editor-in- Chief of JIME (Journal of Italian Medical Education)

La modifica dell’ordinamento didattico della classe di laurea magistrale LM/41: non solo adempimenti burocratici, ma anche innovazionen.85, 2020, pp. 3752-3758, DOI: 10.4487/medchir2020-85-2

Abstract

In questo articolo vengono descritte le modifiche dell’ordinamento didattico rese necessarie dai legislativi, vengono brevemente descritti i compiti degli Atenei e quelli dei Corsi di Studio, ognuno per le proprie competenze. Attenzione deve essere data alle innovazioni metodologiche e pedagogiche che forniscano delle basi comuni di progettazione e di valutazione dei tirocini praticovalutativi, che siano condivise con FNOMCeO.

PAROLE CHIAVE: ordinamento didattico; laurea in medicina; innovazione

Abstract

The article describes the changes to the MD curriculum consequent to government decrees that introduced a substantial modification of the qualifying examination for professional licensing. Changes that Universities have adopted for MD curriculum in response to each decree are briefly analyzed. Universities must pay attention to share with Italian medical board (FNOMCeO) the methodological and pedagogical innovations providing common bases for design and evaluation of practical-evaluative traineeships.

KEY WORDS: medical curriculum, medical degree; innovation

Articolo

Premessa legislativa

Il D.L. no. 18 del 17 Marzo 2020, all’art. 102, comma 1 (convertito con modificazioni dalla L. 24 aprile 2020, n. 27, in S.O. no. 16, relativo alla G.U. 29/04/2020, n. 110), modificava drasticamente l’esame di abilitazione all’esercizio della professione di Medico Chirurgo. In particolare, al comma 1, si legge: “Il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia – classe LM-41 – abilita all’esercizio della professione di medico-chirurgo, previa acquisizione del giudizio di idoneità di cui all’articolo 3 del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 9 maggio 2018, no. 58”.

Veniva comunque lasciata, agli Studenti già iscritti la possibilità di concludere gli studi secondo l’ordinamento didattico previgente, con il conseguimento del solo titolo accademico. Questo provvedimento prevede anche la possibilità di abilitarsi successivamente alla laurea, secondo quanto indicato al comma 2: “I laureati in Medicina e Chirurgia, il cui tirocinio non è svolto all’interno del Corso di studi, in applicazione dell’articolo 3 del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca no. 58 del 2018, si abilitano all’esercizio della professione di medico-chirurgo con il conseguimento della valutazione del tirocinio, prescritta dall’articolo 2 del decreto del Ministro dell’istruzione dell’università e della ricerca 19 ottobre 2001, no. 445”.

Successivamente, ancor prima della sua conversione in legge, il D.M no. 8 del 2 Aprile 2020, conformemente a quanto ivi previsto, decretava di adeguare gli obiettivi formativi della classe LM-41, integrando gli obiettivi formativi qualificanti la classe, di cui alle tabelle allegate al D.M. 16 Marzo 2007 (G.U. 6 Luglio 2007, no.155).

In particolare, alla tabella LM-41 erano aggiunti i due seguenti periodi. Nel primo era scritto: “ai sensi dell’art. 102, comma 1, del decreto-legge n. 18/2020, la prova finale dei corsi di laurea magistrale a ciclo unico afferente alla classe LM-41 in medicina e chirurgia ha valore di esame di Stato bilitante all’esercizio della professione di medico chirurgo previo superamento del tirocinio pratico-valutativo di seguito indicato come disciplinato dal decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 9 maggio 2018, no. 58. I laureati della classe devono raggiungere le competenze previste dallo specificoprofilo professionale”. Il secondo periodo era così formulato: “Specifico rilievo, come parte integrante e qualificante della formazione professionale, riveste l’attività formativa professionalizzante di tirocinio prodromico al conseguimento del titolo accademicoabilitante. Nell’ambito dei 60 CFU da conseguire nell’intero percorso formativo, e destinati alla richiamata attività formativa professionalizzante, 15 CFU devono, infatti, essere destinati allo svolgimento del tirocinio trimestrale pratico-valutativo interno al corso di studio di cui all’art. 3 del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università della ricerca 9 maggio 2018, no. 58 e successive modificazioni ed integrazioni, finalizzato al conseguimento dell’abilitazione professionale. Il suddetto tirocinio si svolge per un numero di ore corrispondenti ad almeno 5 CFU per ciascuna mensilità e si articola nei seguenti periodi, anche non consecutivi: un mese in area chirurgica; un mese in area medica; un mese, da svolgersi, non prima del sesto anno di corso, nello specifico ambito della medicina generale. Ad ogni singolo CFU riservato al tirocinio pratico-valutativo, devono corrispondere almeno 20 ore di attività didattica di tipo professionalizzante e non oltre 5 ore di studio individuale”.

Nella lettera di trasmissione ai Rettori delle Università Italiane del sopracitato D.M. (RU 0009758 del 14 Aprile 2020), in cui si sollecitava l’adeguamento dei rispettivi Regolamenti didattici di Ateneo emanando i necessari Decreti Rettorali ed inserendo a Sistema l’apposita documentazione tramite il link specificatamente predisposto in Banca Dati Offerta Formativa, il Direttore generale del MUR invitava al rispetto di quanto disposto all’art. 1, comma 3, lett. f) del Decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 13 settembre 1946, n. 233, come modificato dall’art. 4, comma 1, della legge 11 gennaio 2018, n. 3, nella parte in cui dispone che: “3. Gli Ordini e le relative Federazioni nazionali: […] f) partecipano […] all’esame di abilitazione all’esercizio professionale”.

Questa disposizione sancisce, quindi, la partecipazione di un rappresentante dell’Ordine professionale di riferimento con il mandato di verificare, anche ai fini della successiva iscrizione all’Albo professionale, il regolare svolgimento dell’esame finale abilitante, a cui peraltro il laureando accede al termine di un percorso di studi all’interno del quale ha anche conseguito apposito giudizio di idoneità al tirocinio pratico valutativo di cui al D.M. no. 58/2018.

Molto recentemente, infine, il D.M. n.207 dell’8 Giugno 2020 ha stabilito che i tirocini post laurea “sono attivati dalle università su istanza degli interessati laureati in medicina e chirurgia delle Classi LM/41 non abilitante, LS/46 e degli ordinamenti ulteriormente previgenti, e sulla base dei tempi tecnici occorrenti all’ateneo”.

Gli interventi dell’Ateneo

In tempi brevi, tutti i Rettori delle Università italiane davano seguito a quanto richiesto, modificando gli ordinamenti dei corsi di studio depositati nella Banca Dati RAD MUR/CINECA per l’anno accademico 2020-2021 e specificando che essi trovano applicazione anche ai corsi di laurea magistrale in medicina e chirurgia della classe LM-41 attivati nei precedenti anni accademici ed i cui esami finali devono essere ancora eventualmente sostenuti. I decreti rettorali deliberavano anche norme transitorie che prevedevano la possibilità, per gli studenti già iscritti ai CLM in Medicina e chirurgia alla data di emanazione degli stessi decreti, la possibilità a concludere gli studi secondo l’ordinamento previgente, con il conseguimento del solo titolo accademico.

Agli studenti che hanno acquisito il solo titolo accademico era data, ovviamente, la possibilità di conseguire successivamente l’abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo, con il conseguimento della valutazione del tirocinio, come prescritto dall’art. 2 del D.M. 19 ottobre 2001, no. 445.

Gli Atenei hanno predisposto, oltre al diploma di laurea abilitante, anche il diploma di conseguimento del solo titolo accademico ed un separato diploma di esame di stato riferito alla abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo conseguita ai sensi del D.L. 17 Marzo 2020, n. 18, art. 102, comma 2. Infine, in base a quanto stabilito dal recentissimo D.M. no. 207 del 8 giugno 2020, gli Atenei sono impegnati ad individuare le modalità operative di presentazione delle istanze, nell’ambito della propria autonomia organizzativa e regolamentare.

Gli interventi del Corso di studi

I Corsi di studi si sono impegnati, in questo periodo, ad adeguare le proprie schede SUA-CdS relative all’anno accademico 2020/21, prevedendo delle norme transitorie per gli studenti già iscritti negli anni accademici precedenti.

Laddove necessario, il Corso di Studi (CdS) ha inizialmente individuato i 15 CFU nell’area “F” dedicati ai tirocini pratico-valutativi, estrapolandoli dai corsi integrati cui erano inizialmente assegnati e li ha resi visibili nel sistema informativo del CdS stesso, 5 CFU per area medica, 5 CFU per area chirurgica, 5 per il tirocinio presso il medico di medicina generale. Questa operazione, relativamente semplice per i corsi che già avevano queste attività di tirocinio professionalizzante separate dai corsi integrati, è stata relativamente più complessa per quei corsi in cui questa tipologia di CFU era incardinata all’interno dei corsi integrati.

Di fatto, in quest’ultimo caso, estrapolando i CFU dai corsi integrati del quinto e sesto anno, non si sono rese necessarie numerose modifiche.

Il CdS ha dovuto successivamente integrare il proprio Regolamento didattico, introducendo un articolo dedicato alle regole di svolgimento del tirocinio pratico-valutativo. In questo caso il compito è stato relativamente semplice, essendo state approvate, in tempi recenti, le norme generali, specifiche ed attuative dei tirocini pratico valutativi (Tabella 1), in sede di attivazione del D.M. 9 Maggio 2018, n.58. Tali norme erano state concordate ed approvate congiuntamente con FNOMCeO e derivano strettamente da quanto previsto nell’art. 3 del D.M. stesso (Familiari et al., 2018; Moncharmont et al., 2018).

Contemporaneamente, doveva essere aggiornata la parte di dettaglio dei risultati di apprendimento, declinati secondi i descrittori di Dublino, aggiungendo una ulteriore area dedicata alle competenze da raggiungere in questi tirocini (Tabella 2). Anche in questo caso era doveroso fare riferimento, in prima istanza, alle competenze recentemente approvate congiuntamente con FNOMCeO (Familiari et al., 2018; Moncharmont et al., 2018).

Un altro intervento sul Regolamento didattico doveva essere infine dedicato alla individuazione di alcune norme transitorie, al pari di quelle individuate dagli Atenei, che derivano dalla attuazione dei diversi decreti che si sono avuti in rapida successione.

I decreti, infatti, davano la possibilità agli studenti già iscritti al CLM in Medicina e chirurgia al momento dell’entrata in vigore di tali norme di poter optare sia per la laurea con abilitazione, sia per la laurea senza abilitazione. Questo tratto fondamentale dei decreti determinava la impossibilità ad adeguare le classi degli anni accademici precedenti all’ordinamento 2020-2021, mentre doveva però essere assicurata la possibilità ad avere il titolo di laurea con abilitazione. A titolo di esempio, si riportano le norme transitorie adottate da un CdS di Sapienza: “Per quanto espressamente previsto dal Decreto Rettorale 1098/2020, i 15 CFU utilizzati ai fini del tirocinio pratico-valutativo, per gli studenti immatricolati dall’anno accademico 2020-2021, sono identificati espressamente all’interno della didattica programmata.

In via transitoria, i CFU professionalizzanti utilizzati dagli studenti immatricolati negli anni precedenti, sono all’interno dei corsi integrati delle discipline mediche e chirurgiche presenti nei corsi integrati del quinto e sesto anno di corso. Potranno altresì essere utilizzati i CFU delle attività didattiche a scelta dello studente, soprattutto in relazione alle discipline mediche e chirurgiche presenti nel quarto anno di corso. Questi CFU sono frequentati una sola volta e sono a doppia valenza; non debbono pertanto essere ripetuti due volte, una per il corso integrato e una per il tirocinio pratico valutativo ai fini dell’esame di abilitazione professionale. È inteso che gli studenti in ritardo o fuori corso, di qualsiasi ordinamento, che presenteranno la domanda per svolgere il tirocinio pratico valutativo avendo già sostenuto tutti gli esami di profitto, accettano di ripetere la frequenza delle attività in area medica e chirurgica ed eventualmente dell’area di medicina generale in sovrannumero rispetto a CFU già frequentati ai fini dei relativi esami dei corsi integrati cui appartengono.

Gli studenti che alla data di entrata in vigore del Decreto Rettorale 1098/2020 risultavano già iscritti al corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia, classe LM-41 non abilitante, o appartenevano all’ordinamento della classe LS/46 o ordinamenti previgenti e non avevano optato per il nuovo ordinamento ed il cui tirocinio non è svolto all’interno del percorso formativo, hanno titolo a concludere gli studi, secondo l’ordinamento didattico previgente, con il conseguimento del solo titolo accademico.

Detti studenti hanno, altresì, titolo a conseguire successivamente l’abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo, con il conseguimento della valutazione del tirocinio, prescritta dall’articolo 2 del D.M. 19 ottobre 2001, n. 445”.

Laurea abilitante vs laurea non abilitante

Il laureando si trova ora di fronte due opzioni di esame di laurea: con valore abilitante o senza valore abilitante. Per essere ammesso a sostenere la prova finale senza valore di esame di stato abilitante all’esercizio della professione di Medico-Chirurgo (laurea NON abilitante alla professione di Medico Chirurgo), lo studente deve:

• aver frequentato tutti i corsi integrati ed avere superato i relativi esami di profitto;

• aver conseguito tutti i crediti formativi previsti dall’ordinamento didattico per le attività diverse dalla prova finale;

• aver consegnato i documenti richiesti dall’Ateneo, nei tempi previsti.

Invece, per essere ammesso a sostenere la prova finale con valore di esame di stato abilitante all’esercizio della professione di Medico-Chirurgo (laurea abilitante alla professione di Medico-Chirurgo), lo studente, oltre ai tre punti precedenti, deve:

• aver ottenuto un giudizio di idoneità in ciascuna delle mensilità in area medica, area chirurgica e dal medico di medicina generale, così come stabilito nel regolamento del Tirocinio pratico valutativo finalizzato al conseguimento dell’abilitazione per l’esercizio della professione di Medico-Chirurgo, da svolgersi nel periodo pre-laurea.

Mentre la Commissione di laurea per la laurea NON abilitante è istituita in conformità alle norme in vigore in ogni Ateneo, ai lavori della commissione di laurea abilitante partecipa un rappresentante designato dall’Ordine dei Medici provinciale (OMCeO) competente per territorio. Dovrebbero essere validi, in tutto il territorio, i seguenti criteri generali:

• il componente OMCeO partecipa ai lavori della commissione con la specifica di “Rappresentante FNOMCeO” senza alcun numero, oltre i commissari membri nel numero previsto dall’Ateneo e compare nel verbale con la stessa dizione “Rappresentante FNOMCEO”;

• il rappresentante OMCeO verifica la conformità del percorso abilitante (tirocinio pratico valutativo), non avendo funzioni valutative sulla carriera e sulla discussione della tesi, non entrando nel merito del voto di laurea;

• accordi specifici con l’OMCeO competente potranno definire localmente le modalità di nomina, restando comunque fermo che l’Ordine designa ed il Rettore o un suo delegato emette un decreto di nomina.

A titolo di esempio, questa che segue è la comunicazione che i medici designati dall’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Roma riceveranno da Sapienza per partecipare alle sedute che si stanno tenendo, in via telematica, in questi giorni: “come da indicazione dell’OMCeO di Roma e Provincia, competente per territorio, Lei è stato designato come rappresentante FNOMCeO alla seduta di laurea, che si terrà per via telematica, il giorno XX. Nel ringraziarLa per la disponibilità, la informo che sarà contattato dal personale della Facoltà che comunicherà le specifiche della connessione e le modalità di accesso alle carriere dei candidati ai fini di “verificare, anche ai fini della successiva iscrizione all’Albo professionale, il regolare svolgimento dell’esame finale abilitante” così come riportato nella circolare esplicativa della Direzione Generale per la formazione universitaria, l’inclusione e il diritto allo studio del MUR Prot. 9758 del 14/04/2020”.

Sempre a titolo di esempio, l’OMCeO di Roma ha deliberato che a partecipare ai lavori delle commissioni di laurea siano i consiglieri dell’Ordine stesso, compreso il suo Presidente, prevedendo anche la possibilità di partecipazione dei medici facenti parte delle Commissioni Paritetiche attualmente operative.

Il lavoro futuro

Le modifiche introdotte nell’esame di abilitazione alla professione di medico chirurgo sono molto importanti e, senza dubbio, meritano un interesse particolare della CPPCLMM&C nel prossimo futuro. Qui di seguito, alcuni punti su cui di dovrà progettare e innovare.

L’attuazione del progress test nazionale resta sempre e comunque valida. La Conferenza lo aveva ribattezzato training test nazionale alla luce della riforma dell’esame di abilitazione professionale del 2018, reinterpretandolo come test di preparazione alla prova scritta dell’esame di abilitazione, ormai abolita (Recchia e Moncharmont, 2019). Crediamo che tale test debba essere continuato nella sua formulazione classica, anche se, in questo anno accademico, la sua attuazione sia venuta meno a causa della pandemia COVID-19. Il suo valore come metodo di verifica delle conoscenze resta senza dubbio importante e di valenza internazionale; dovrà continuare ad essere uno degli argomenti di discussione della Conferenza. Sicuramente vi potranno essere aggiunti alcuni quesiti destinati all’accertamento del livello di professionalizzazione, per migliorarne ancora il valore formativo.

Ancora maggiore attenzione dovrà essere data alla programmazione ed alla valutazione dei tirocini pratico-valutativi, alla luce del fatto che ora essi rappresentano l’unica prova per ottenere l’abilitazione professionale. La Conferenza dovrà continuare ad occuparsene, continuando nel lavoro già intrapreso sulla razionalizzazione delle attività necessarie sia di formazione che di valutazione delle competenze professionali a suo tempo concordate con FNOMCeO (Strepparava et al., 2019; Riggio et al., 2019).

Negli Stati Uniti, il Medical Licensing Examination (USMLE II) utilizza, ad esempio, test strutturati per la valutazione delle competenze cliniche, mentre in Inghilterra è ampiamente utilizzata la tecnica del “Portfolio” e gli strumenti del cosiddetto “workplace-based assessment” (WPBA). Nella letteratura internazionale si trovano diversi metodi efficaci per ottenere la “Performance and Workplace Assessment”: l’uso dell’Objective structured clinical assessment (OCSE), l’Objective structured long case examination record (OSLER), il Mini clinical evaluation excercise (MINI-CEX), il Case-based discussion (CBD) o il Direct observation of procedural skills (DOPS) (Etheridge and Boursicot, 2017). Tutte queste tecniche di valutazione delle competenze richiedono diverse osservazioni del candidato e ben si adatterebbero ad una valutazione di idoneità di un tirocinio pratico-valutativo, sulla base delle competenze già indicate e concordate a livello nazionale (Familiari et al., 2018).

Ricordiamo anche la recente proposta, discussa nella nostra Conferenza, di valutare il candidato durante l’esecuzione del tirocinio pratico-valutativo mediante un “Portfolio” contenente tre diverse tipologie di moduli: uno per la descrizione dei casi clinici, un altro per la narrazione di esperienze professionali ed un altro ancora per la descrizione di procedure/manualità/abilità che, collezionati a scelta del candidato, potranno essere valutati dal Tutor di reparto e dal Responsabile di area o dal medico di Medicina generale, al fine del giudizio di idoneità (Riggio et al., 2019). Su questo tema, sicuramente la Conferenza saprà scandire una metodologia concordata con FNOMCeO e unitaria nel territorio italiano.

Un ulteriore aspetto, questa volta formale, su cui si potrebbe discutere è anche quello di una eventuale rivalutazione dell’atto convenzionale approvato con FNOMCeO ed attualmente utilizzato in tutti gli Atenei italiani. Probabilmente non se ne avrà alcuna necessità, ma anche questo è un aspetto che potrà essere discusso in una prossima riunione della CPPCLMM&C.

Bibliografia

Etheridge L, Boursico K. Performance and workplace assessment. In A Practical Guide for Medical Teachers, fifth edition Elsevier, Dent JA, Harden R and Hunt D eds., pp. 267-273, 2017.

Familiari G, Moncharmont B, Consorti F, Lenzi A, Gallo P, Basili S, Stella R, Anelli F. Sezione 2: Il nuovo libretto di Valutazione del tirocinio dell’esame di stato per l’abilitazione alla professione di medico chirurgo: un modello nazionale condiviso. Med Chir 79: 3518-3523, 2018.

Moncharmont B, Familiari G, Lenzi A, Basili A. Cosa cambia con la laurea abilitante per la Professione medica Sezione 1: Il tirocinio pratico-valutativo valido ai fini dell’esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo: istruzioni per l’uso. Med Chir 79: 3514-3517, 2018.

Recchia L, Moncharmont B. Dal Progress Test al Training Test: analisi dei risultati finali 2018. Med Chir 82: 3650-3654, 2019.

Riggio O, Consorti F, Misasi R, Pagano L. La valutazione degli studenti durante il Tirocinio Professionalizzante Valutativo per l’esame di stato (TPVES): Proposta di adozione di un Diario di Tirocinio Clinico. Med Chir 83: 3674-3679, 2019

Strepparava MG, Barajon I, Basili S, Consorti F, Della Rocca C, Familiari G, Gallo P, Lui F, Merli M, Moncharmont B, Vignozzi L. Nuovi Strumenti Didattici – New educational tools “Insegnamolo Strano” Miniatelier. Med Chir 80: 3577-3583, 2018.

Cita questo articolo

Familiari G., et al., La modifica dell’ordinamento didattico della classe di laurea magistrale LM-41: non solo adempimenti burocratici, ma anche innovazione, in Medicina e Chirurgia, 85, 3752-3758, 2020. DOI: 10.4487/medchir2020-85-2

Affiliazione autori

Giuseppe Familiari, Carlo Della Rocca, Andrea Lenzi e Stefania Basili – Università degli studi di Roma “La Sapienza”;

Bruno Moncharmont – Università degli studi del Molise;

Linda Vignozzi – Università degli studi di Firenze

Dal nuovo “esame di Stato” alla “laurea abilitante”n.85, 2020, pp. 3747-3751, DOI: 10.4487/medchir2020-85-1

Abstract

Nell’articolo è riportato e commentato l’iter normativo che ha portato il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio della professione di medico chirurgo da un esame di Stato, da sostenere a distanza di tempo dopo il conseguimento della laurea, alla abilitazione contestuale al conseguimento del titolo accademico, la cosiddetta “laurea abilitante”.

Parole chiave: “laurea abilitante”, TPVES, esame di stato.

The article reports and comments the regulatory road map that transformed the national board license test from a state examination, to be taken months after graduation, to the contextual achievement of the license and the academic title, the so-called “qualifying degree”.

Keywords: Qualifying degree, TPVES, board licence examination

Articolo

Introduzione

Con il decreto “Cura Italia” (decreto-legge 17 marzo 2020, no. 18), pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 17 marzo 2020, è caduta l’ultima limitazione che separava il laureato dei nostri corsi di studi dall’esercizio della professione medica: “Il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia – Classe LM/41 abilita all’esercizio della professione di medico chirurgo”.

Questo è stato l’atto conclusivo di una lunga serie di eventi, resa possibile dalla costruttiva sinergia tra il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR), la Conferenza permanente dei Presidenti di Corso di laurea magistrale in Medicina e chirurgia (CPPCLMM&C) e la Federazione nazionale degli Ordini dei medici e degli odontoiatri (FNOMCeO), che hanno eliminato alcuni tempi morti nell’iter che porta il laureato in medicina all’esercizio della professione medica.

Come si è arrivati alla laurea abilitante

La modifica dell’esame di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo prevista dal DM del 19 ottobre 2001, no. 445 aggiornava
ed in parte semplificava la precedente normativa (DM 9 settembre 1957, successivamente integrato e modificato dal DM 26 ottobre 1996 n. 654), adattandola anche alla normativa della autonomia universitaria ed al nuovo ordinamento del corso di studi. La riforma del 2001, comunque, manteneva l’impianto esistente: l’esame di Stato consisteva in un tirocinio pratico e in una prova di esame, da svolgersi entrambe dopo il conseguimento del titolo accademico; la prova scritta veniva svolta due volte l’anno. Il decreto prevedeva comunque una serie di modifiche importanti:

• il tirocinio pratico veniva ridotto a tre mesi dai sei previsti precedentemente;

• il tirocinio pratico acquisiva la valenza di una “una prova pratica a carattere continuativo” con una “valutazione di ciascuno dei tre periodi sotto la diretta responsabilità e a cura del docente universitario, o del dirigente medico, responsabile della struttura frequentata dal candidato, e del medico di medicina generale”;

• il tirocinio pratico non sarebbe stato svolto unicamente “presso le cliniche universitarie o presso i presidi del servizio sanitario nazionale o equiparati”, ma anche “presso l’ambulatorio di un medico di medicina generale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale”;

• la prova di esame, che poteva in passato essere svolta con modalità definite dalla commissione, viene strutturata in due parti consistenti nella soluzione di novanta quesiti a risposta multipla prelevati da un banca dati nazionale predisposta da una apposita commissione, diretti a valutare: o “le conoscenze di base nella prospettiva della loro successiva applicazione professionale, con particolare riguardo ai meccanismi fisiopatologici e alle conoscenze riguardanti la clinica, la prevenzione e la terapia; o le capacità del candidato nell’applicare le conoscenze biomediche e cliniche alla pratica medica e nel risolvere questioni di deontologia professionale e di etica medica.”

• il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca assicurava la pubblicità della banca dati dei quesiti almeno sessanta giorni prima della data fissata per la prova scritta;

• veniva semplificata la composizione della commissione, affidandone la nomina al Rettore dell’Ateneo, fermo restando che era sancita la partecipazione di un rappresentante dell’Ordine professionale, come previsto dall’art. 1 del Decreto legislativo del capo provvisorio dello stato del 13 settembre 1946, no. 233, modificato dalla Legge 11 gennaio 2018, no. 3.

La procedura prevista da questo decreto aveva due importanti punti deboli. Lo svolgimento dell’esame di abilitazione dopo il conseguimento del titolo di studio in due sessioni annuali, una nel periodo aprile-giugno (con prova scritta a luglio) e l’altra nel periodo novembre-gennaio (con prova scritta a febbraio), comportava significativi tempi morti per i neolaureati, in quanto gli studenti che conseguivano la laurea nella prima sessione utile, cioè nel mese di luglio al termine del sesto anno di corso, non riuscivano ad entrare nel mondo della professione prima del mese di marzo dell’anno successivo; i laureati delle sessioni autunnale straordinaria avevano comunque un periodo di almeno quattro mesi tra la laurea e prova di esame. Inoltre, dal momento che l’accesso alle scuole di specialità è subordinato al conseguimento dell’abilitazione professionale, anche l’ingresso in questo percorso formativo veniva ritardato, in quanto l’inizio dei corsi è generalmente nei mesi autunnali.

Altro punto debole era la pubblicità della banca dati dei quesiti utilizzati per la prova scritta, che veniva interpretato dai candidati come una opportunità per imparare a memoria le risposte, facendo perdere in questo modo alla prova la valenza di verifica di conoscenze e competenze professionali.

La CPPCLMM&C aveva ipotizzato che al fine di ridurre il tempo di latenza tra il conseguimento del titolo accademico e l’entrata nel mondo della professione per il neolaureato, era possibile abbinare gli obiettivi formativi del tirocinio valutativo per l’abilitazione professionale alle attività formativa delle attività formative professionalizzanti specifiche della classe di laurea(1). Durante la 118ma riunione della conferenza, che si tenne a Ferrara il 12-13 giugno 2015, fu formulata una mozione inviata ai Presidenti dell’ANVUR e del CUN ed al Capo Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca del MIUR, in cui la conferenza chiedeva “l’immediata introduzione della Laurea Abilitante rendendosi disponibile, in accordo con gli altri organi competenti, a disegnarne il regolamento didattico”.

Al termine di una lunga gestazione, il 1 giugno 2018 fu pubblicato in Gazzetta ufficiale il DM 9 maggio 2018, no. 58 del MIUR firmato dal Ministro Fedeli (“Regolamento recante gli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo.”), da lungo tempo atteso dagli studenti dei corsi di laurea magistrale in Medicina chirurgia. Questo decreto, pur non introducendo la “laurea abilitante”, avrebbe eliminato (quando a regime) alcuni tempi morti nell’iter che porta il laureato in medicina all’esercizio della professione medica.

Le tre importanti novità introdotte dal DM 58/18 erano:

• l’aumento del numero di sessioni di esame di stato da due a tre all’anno, prevedendo sedute nei mesi di marzo, luglio e novembre, al termine delle tre sessioni annuali di esame di laurea;

• lo svolgimento del tirocinio pratico valutativo all’interno del percorso formativo prima del conseguimento del titolo di studio, conferendo doppia valenza (formativa e valutativa) ad una parte dei tirocini previsti dagli ordinamenti didattici;

• la modifica della seconda parte dell’esame di abilitazione (2).

Restava invece invariata la modalità di nomina e la composizione della commissione. Mentre la combinazione delle prime due innovazioni avrebbe evitato ai neolaureati inutili tempi morti prima dell’accesso alla prova abilitante, la terza aveva creato non poca preoccupazione nella popolazione studentesca, in quanto non prevedeva la pubblicazione del database dei quesiti da cui sarebbero stati estratti quelli oggetto della prova. Su questo aspetto la CPPCLMM&C aveva ritenuto prioritario intervenire trasformando il progress test, che veniva da 12 anni proposto a tutta la popolazione nazionale degli studenti di Medicina come strumento di valutazione della progressiva acquisizione e del mantenimento delle conoscenze adattandolo, nella edizione 2018, alle caratteristiche della prova di abilitazione, per renderlo in tal modo un test di prova (training test) per l’abilitazione.

La applicazione del DM 58/18 trovò qualche difficoltà tra studenti e docenti dei corsi di laurea in Medicina e chirurgia nelle varie sedi, in parte dovute ad una imperfetta definizione delle tempistiche di applicazione previste dal decreto, che furono successivamente chiarite e perfezionate da successivi atti ministeriali (3). L’esame di abilitazione con le nuove modalità sarebbe andato definitivamente ed interamente a regime nel luglio 2021, con la possibilità di coesistenza delle due modalità di tirocinio, pre- e post-lauream, tra luglio 2019 e luglio 2021.

Una importante e vivace sinergia sviluppatasi successivamente all’emanazione del decreto tra la CPPCLMM&C e FNOMCeO ha consentito di trovare una definizione condivisa degli obiettivi formativi del tirocinio pratico valutativo valido per l’esame di stato (TPVES), del modello di libretto di tirocinio nonché della convenzione tipo tra Ateneo ed Ordine dei medici della provincia di riferimento per la identificazione e selezione dei medici di medicina generale a cui attribuire la funzione di tutor.

La emergenza COVID-19 iniziata nel mese di febbraio 2020 ha reso impossibile lo svolgimento nella data prevista della prova pratica della seconda sessione 2019 degli esami di abilitazione (prevista per il giorno 7 marzo 2020), nonché il regolare svolgimento del TPVES per gli studenti del sesto anno della coorte 2014/15, che nella sessione estiva dell’anno accademico 2019/20 (luglio 2020) avrebbero potuto laurearsi e sostenere la prova di abilitazione nei giorni immediatamente successivi al conseguimento del titolo accademico. A questa situazione il Ministero ha risposto con un’azione decisa dell’attuale ministro Manfredi che, ritenendo ormai maturi i tempi per passare ad una laurea veramente abilitante, ha predisposto la inserzione nel Decreto-Legge 17 marzo 2020, no. 18 (“Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19 in un decreto legislativo”, cosiddetto “curaitalia”) di un articolo (art. 102- Abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo e ulteriori misure urgenti in materia di professioni sanitarie) che ha trasformato la laurea magistrale in Medicina e chirurgia (classe LM-41) in laurea realmente “abilitante”: “Il conseguimento della laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia – Classe LM/41 abilita all’esercizio della professione di medico-chirurgo, previa acquisizione del giudizio di idoneità di cui all’articolo 3 del decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 9 maggio 2018, n. 58”.

Con questo provvedimento l’abilitazione all’esercizio della professione non sarà più conseguita in un esame successivo al conseguimento del diploma di laurea e formato da due parti (Tirocinio valutativo e prova con quesiti a scelta multipla), come previsto dai DM 445/01 e 58/18, ma sarà contestuale al conseguimento del titolo di studio, provvisto che nel tirocinio a doppia valenza il candidato abbia acquisito un giudizio positivo di idoneità da parte dei Tutor (vedi più avanti). In mancanza quindi della commissione prevista dalla normativa precedente (abrogata da questo articolo del decreto-legge) il valore abilitante dell’esame finale del corso di studi viene assicurato dalla presenza di un rappresentante della FNOMCeO che partecipa alla prova finale, nel rispetto di quanto disposto all’art. 1, comma 3, lett. f) del Decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 13 settembre 1946, n. 233, come modificato dall’art. 4, comma 1, della legge 11 gennaio 2018, n.3, che dispone: “Gli Ordini e le relative Federazioni nazionali : […] f) partecipano […] all’esame di abilitazione all’esercizio professionale”.

Una nota ministeriale a firma del Direttore generale per la formazione universitaria, l’inclusione e il diritto allo studio ricorda che la partecipazione del rappresentante dell’Ordine è finalizzata a “verificare, anche ai fini della successiva iscrizione all’Albo professionale, il regolare svolgimento dell’esame finale abilitante, a cui peraltro il laureando accede al termine di un percorso di studi all’interno del quale ha anche conseguito apposito giudizio di idoneità al tirocinio pratico valutativo di cui al D.M. n. 58/2018”. Il diploma di laurea così conseguito avrà pertanto contestualmente la valenza di titolo accademico e di titolo abilitante.

Un comma successivo dell’articolo 102 (comma 2) prevede possibilità di svolgimento e valutazione del tirocinio post-lauream (ex art. 2 del DM 445/01) per laureati che non hanno svolto il TPVES all’interno del percorso di studi (ad es. i laureati della classe 46/S o i laureati all’estero). In tal caso sulla base dell’esame finale del corso di laurea l’Ateneo rilascerà un titolo solo accademico e la successiva certificazione del tirocinio servirà per il rilascio del titolo di abilitazione all’esercizio della professione.

L’applicazione di quanto previsto dall’articolo 102 del DL 18/20 ha reso necessario l’adeguamento dell’ordinamento della classe di laurea (previsto dal successivo DM 2 aprile 2020, no. 8) e, con decreti rettorali, dei Regolamenti didattici di tutti i Corso di studi LM-41 nazionali per introdurvi la valenza “abilitante” del titolo di studio della classe e gli obiettivi formativi e le modalità di svolgimento del tirocinio pratico valutativo. È previsto che tali adeguamenti dei regolamenti didattici abbiano efficacia per tutte le coorti attive.

Il tirocinio valutativo

Già in quanto previsto dal DM/18, ma ancor di più per quanto disposto dall’articolo 102 del DL 18/20, il tirocinio pratico valutativo (TPVES) assume un ruolo fondamentale per l’abilitazione all’esercizio della professione di Medico-chirurgo.

Tutte le riforme dell’ordinamento del percorso di studi finalizzato alla laurea in Medicina e chirurgia succedutesi a partire dagli anni ‘80 (le cosiddette tabelle XVIIIbis e XVIIIter, il DM 509/99 ed il vigente DM 270/04) hanno progressivamente sempre più valorizzato il tirocinio pratico, da svolgersi nelle strutture ospedaliere di riferimento o in affiancamento al medico di medicina generale. L’attuale normativa vigente fissa in 60 CFU (cioè un sesto del totale l’impegno formativo dello studente in Medicina) il limite minimo di crediti da dedicare a tale tipo di attività formativa pratica e professionalizzante.

Le programmazioni didattiche, in ciascuna sede, ripartiscono autonomamente le ore di tirocinio tra frequenza di reparti, di laboratori o di ambulatori medici. La CPPCLMM&C si è preoccupata in questi anni di dotarsi di strumenti di valutazione delle competenze (4). La applicazione del disposto del DM 58/18 vedrà lo studente, che abbia superato con esito positivo tutti gli esami del quarto anno, impegnato negli ultimi due anni di corso in un’attività di tirocinio, che sarà allo stesso tempo di tipo formativo e valutativo per un totale di 300 ore (15 dei 60 CFU), articolato in tre periodi: uno in area medica, uno in area chirurgica ed un altro da svolgersi nell’ambito della medicina generale. Questo tirocinio valutativo “volto ad accertare le capacità dello studente relative al «saper fare e al saper essere medico», che consiste nell’applicare le conoscenze biomediche e cliniche alla pratica medica, nel risolvere questioni di deontologia professionale e di etica medica, nel dimostrare attitudine a risolvere problemi clinici afferenti alle aree della medicina e della chirurgia e delle relative specialità, della diagnostica di laboratorio e strumentale e della sanità pubblica” 5. Il TPVES potrà essere svolto dallo studente al quinto e/o sesto anno di corso (secondo quanto previsto dal piano degli studi) tranne la rotazione presso l’ambulatorio del Medico di medicina generale, che dovrà essere svolto obbligatoriamente al sesto anno di corso. La tracciabilità delle attività di tirocinio valutativo è affidata ad un libretto-diario; la valutazione (idoneo/non idoneo) sarà a cura del tutor a cui è stato affidato: “… del docente universitario o del dirigente medico, responsabile della struttura frequentata dal tirocinante, e del medico di Medicina Generale” (6).

Per laureati che non hanno svolto il TPVES all’interno del percorso di studi (previsto dal comma 2 dell’articolo 102 citato sopra) sarà prevista la possibilità di svolgimento e valutazione del tirocinio post-lauream (ex art. 2 del DM 445/01). Questo sarà un tirocinio clinico che sarà svolto dopo il conseguimento di una laurea in Medicina e chirurgia con sola valenza accademica ed avrà le stesse caratteristiche di quello previsto dall’art.3 del DM 58/18, sia come modalità che come obiettivi formativi. In questo caso, però la valutazione da parte del tutor comporta l’attribuzione di un punteggio massimo di novanta punti, trenta per ogni periodo, con un minimo di 18/30 per ciascun periodo ed un punteggio complessivo di almeno sessanta punti ai fini del superamento e del successivo rilascio del titolo abilitante.

Il nuovo scenario

Dalla prima sessione di esami dell’anno accademico 2019/20 (giugno-luglio 2020) per gli studenti che hanno già svolto il TPVES pre-lauream, la laurea abilitante in Medicina e chirurgia (LM-41) è una realtà. Questo potrà consentire ai laureati di poter partecipare alla prova di selezione per l’ammissione alle scuole di specialità mediche prevista nel mese di luglio, laddove con le normative precedenti (ex DM 445/01) avrebbero dovuto attendere l’anno successivo.

Per andare a regime con il nuovo sistema della laurea abilitante il percorso non è scevro di difficoltà. In questo periodo di emergenza Covid-19 nella maggior parte delle sedi si sono incontrate difficoltà per lo svolgimento dei tirocini in presenza sia nei reparti ospedalieri che presso gli ambulatori dei medici di medicina generale. In risposta a questa criticità il ministero dell’Università ha emanato un decreto (DM 12 del 9 aprile 2020) che prevede, garantendo il rispetto degli obiettivi e delle finalità del tirocinio previsti dalle rispettive disposizioni di riferimento, norme transitorie limitate al periodo di emergenza per:

• modalità di espletamento delle attività di tirocinio clinico e del tirocinio pratico-valutativo anche con modalità a distanza;

• flessibilità nella suddivisione in aree (medica, chirurgica, medicina generale);

• possibilità di un rapporto tutor/tirocinante diverso dal rapporto 1:1 con riguardo alla parte di tirocinio da svolgersi nell’area di medicina generale;

• possibilità di svolgimento del tirocinio nell’area di medicina generale anche presso le strutture ospedaliere, pubbliche o equiparate, individuate a tale scopo dalla regione, nonché in centri di cure primarie quali day-hospital e ambulatori territoriali delle aziende sanitarie locali (7).

Le strutture didattiche dovranno adeguare i piani degli studi delle coorti attive, inserendo attività didattiche relative alle tre aree di tirocinio pratico valutativo al quinto e sesto (o solo al sesto) anno. Mentre questa operazione è relativamente semplice per quei corsi di studi che avevano le attività di tirocinio identificate nel percorso formativo come attività didattiche indipendenti, essa risulta più complessa per quelle sedi che avevano distribuito all’interno dei corsi integrati i CFU di attività professionalizzanti previsti dall’ordinamento.

È anche opportuno che i singoli corsi di studi si dotino di regolamenti interni o adattino quelli già esistenti, per calare nella realtà operativa del corso di studi quanto previsto dalla nuova normativa riguardo al TPVES e per regolamentare la partecipazione del rappresentante dell’Ordine dei medici ai lavori della commissione per l’esame finale.

Infine va ricordato che i decreti rettorali che hanno adeguato i regolamenti didattici, ed in particolare gli obiettivi formativi, del corso di studi LM-41 anche retroattivamente per le coorti già attive attualmente non sono ad oggi corrispondenti a quanto riportato nei documenti di evidenza pubblica (quadro A4.a della SUA-CdS) fino a quando non si provvederà ad un aggiornamento di questo cosiddetto “quadro RaD”.

Bibliografia/Note

1) Gallo P., Casoli R., Consorti F., et al., Verso una Laurea professionalizzante. 1° Acquisizione delle competenze professionali, Medicina e Chirurgia, 62: 2797-2804, 2014. DOI: 10.4487/medchir2014-62-4

2) “….. consiste nella soluzione di 200 quesiti a rispostamultipla, di cui una sola corretta, articolati in 50 formulati su argomenti riguardanti le conoscenze di base nella prospettiva della loro successiva applicazione professionale, con particolare riguardo ai meccanismi fisiopatologici e alle conoscenze riguardanti la clinica, la prevenzione e la terapia; in 150 formulati su argomenti riguardanti le capacità del candidato nell’applicare le conoscenze biomediche e cliniche alla pratica medica e nel risolvere questioni di deontologia professionale e di etica medica.”

3) DL 30 aprile 2019, n. 35 “Misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria”, art. 12, comma 1

4) Consorti F., Della Rocca C., Familiari G., Gallo P., Riggio O., Sperandeo F., Valanzano R., Verso una Laurea professionalizzante. Certificazione delle Competenze professionali, Medicina e Chirurgia, 65: 2931-2941, 2015. DOI: 10.4487/medchir2015-65-3

5) DM 9 maggio 2018, n. 58 “Regolamento recante gli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo”, art. 3, comma 1.

6) DM 9 maggio 2018, n. 58 “Regolamento recante gli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo”, art. 3, comma 7.

7) di cui alla lettera a dell’articolo 26, comma 2, del decreto legislativo 17 agosto 1999, no. 368

Cita questo articolo

Moncharmont, B. et al., Dal nuovo “esame di Stato” alla “laurea abilitante”, in Medicina e Chirurgia, 85, 3747-3751, 2020. DOI: 10.4487/medchir2020-85-1

Affiliazione autori

Bruno Moncharmont – Università degli studi del Molise

Giuseppe Familiari, Carlo Della Rocca, Andrea Lenzi e Stefania Basili – Università degli studi di Roma “La Sapienza“

Linda Vignozzi – Università degli studi di Firenze

Editorialen.85, 2020, pp. 3745

Potrei dire che il titolo di questo numero, dopo 10 mesi di interruzione, è senz’altro “COVID-19 non hai fermato l’Università”.

Avremmo dovuto essere a Padova il 17 e 18 aprile ma non ci siamo andati, siamo stati a “PADOVA CON IL CUORE” in teleconferenza il 18 aprile ed eravamo TUTTI. Tutti Noi impegnati come operatori della salute a contrastare, con ogni nostro mezzo, questa terribile pandemia. Tutti noi impegnati con ogni mezzo a garantire la formazione dei nostri studenti anche se chiusi nei nostri laboratori, studi, case, reparti e dovunque …

Avremmo dovuto vederci a Roma il 6 luglio e ancora una volta c’eravamo tutti in teleconferenza a raccontare tuttoquanto successo. A piangere i Col- leghi che hanno perso la loro vita per contrastare questa malattia, a piangere Maestri che se ne sono andati nel silenzio assordante di questo periodo.

La Conferenza si è riunita altre volte, ogni volta che c’è stato bisogno di prendere decisioni comuni. Tutti noi abbiamo, come non mai sentito, la forza di un gruppo. Siamo stati vicini da lontano ogni giorno facendoci da spalla, condividendoogni risorsaoidea.

Abbiamo avuto un Ministero che ci ha seguito in ogni nostra criticità così come la CRUI, la Conferenza Presidi, l’Intercollegio. Tante persone unite a contrastare una emergenza mai pensata.

In questo numero pieno di bellissimi articoli c’è tanta storia di questo lungo periodo.

Giovanni Danieli racconta, a chi non l’avesse conosciuto, il Prof. Luciano Vettore, un membro storico della Conferenza, un maestro della pedagogia medica.

Troverete come in questo periodo siamo stati comunque in grado di arrivare alla laurea abilitante insieme al MUR e alla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.

E come, nello stesso modo, siamo riusciti in tutta Italia a modificare l’ordinamento della LM/41 importando non solo le modifiche legate alla nuova laurea abilitante ma anche, come sempre, tanta innovazione, nuovi obiettivi, nuove UDE e nuovi percorsi.

In questo numero, che è comunque il quaderno delle CONFERENZE, ospitiamo un importante documento delle Commissioni Nazionali dei Corsi di Studio Laurea Triennale e delle Commissioni Nazionali delle Lauree Magistrali che riporta le linee di indirizzo per la ripresa delle attività formative professionalizzanti in tempi di COVID-19. E anche la preziosa esperienza di un corso e-learning per il contrasto dell’emergenza sanitaria da nuovo coronavirus per la formazione degli studenti italiani delle professioni sanitarie.

Fabrizio Consorti racconta di come abbiamo usato e quanto bene la Didattica a Distanza. Il gruppo dell’Università di Ferrara racconta come ha portato avanti il progetto dei tirocini a distanza per le cure palliative e la terapia del dolore.

Tanti altri bellissimi articoli impreziosiscono questo numero.

Sicuramente, non con poco orgoglio, segnalo l’articolo“Medicina alla prova” con il quale l’ANVUR ha validato il nostro ultimo progress-training test.

Vi aspetto a Roma il 24 ottobre per mandarvi un bacio a distanza COVID oppure solo a distanza. #LACONFERENZANONSIFERMA

Andrea Lenzi

Editor-in- Chief of JIME

Editorialen.84, 2019, p.3709

Carissimi, questo è l’ultimo numero di un “nuovo anno particolare”.
Un anno pieno di criticità dove la Conferenza stata spesso fulcro di movimenti, sollevazioni, risoluzioni.
Certamente, devo fare le congratulazioni a questa Conferenza che si è mossa forte e coesa gestendo come primo attore il nuovo esame di stato. In questo numero troverete degli esempi di quanto la Conferenza ha fatto e sta facendo.

1) La traduzione in lingua inglese dei 3 libretti per il TPVES in lingua inglese per garantire agli studenti dei CdS in lingua inglese di erogare, su richiesta dello studente, il TPVES.

2) Il vademecum a cura di Sabino de Placido su come inserire il TPVES nel percorso ERASMUS.

In questo numero speciale viene descritta la metodologia e nell’inserto speciale elencate le nuove linee-guida per la creazione e la gestione della Commissione Tecnica di Programmazione didattico-pedagogica (CTP) che affianca il Presidente nella gestione del Corso di Laurea in Medicina.Questo è il risultato di un lavoro importante con-dotto dalla Conferenza Permanente dei Presidenti dei Corsi di Laurea Magistrale in Medicina (CPPC-CLM), che si è riunita all’Aquila il 13 e 14 Settembre 2019 per celebrare il decennale del terremoto che ha colpito la città e per rendere omaggio all’opera di ricostruzione, di cui l’Università dell’Aquila è stata uno dei principali motori ed impulsi.
Nello spazio dedicato all’ospite, è presente uno studio che riporta la sperimentazione di un nuovo modello pratico dell’insegnamento della Medicina Generale nell’Università. Molto importante questa riflessione alla luce dello svolgimento del nuovo Esame di Stato che istituisce l’obbligo del tirocinio pre-lauream.
Purtroppo, in questo numero dobbiamo commemorare Claudio Marcello Caldarera uno dei Padri fondatori della nostra Conferenza. Ad Anna Bossi, dedico io solo un abbraccio da parte di Noi tutti, a Lei così schiva, andrà bene. Questa Conferenza, nonostante il grande ruolo che sempre più sta assumendo, è rimasta con lo spirito con la quale è nata.
Come scrive Giovanni Danieli, descrivendo la sua formazione sul nostro sito: “…Avvertimmo allora, noi presidenti di fresca nomina, l’esigenza di incontrarci, dialogare, confrontarci, condividere, e quale strumento poteva essere migliore di una casa comune? …”.
E nella casa comune litighiamo, ci confrontiamo, ci facciamo forza ..….nella casa comune siamo sempre di più e più attivi. E come a casa si festeggia intorno ad un albero pieno di regali, io ve ne voglio fare uno solo per tutti: un “regalo 2020” per un anno dal numero simbolico e pieno di salute che serve sempre e di successi e soddisfazioni che fanno bene al cuore.

Andrea Lenzi

Editor-in- Chief of JIME

Editorialen.83, 2019, p.3673

La Associazione Conferenza dei Presidenti di corso di laurea in Medicina in questo numero ospita contributi che spero siano di grande stimolo alle sue sempre più numerose attività. L’attenzione del lettore cadrà subito sulla presenza di un bellissimo articolo che riporta i risultati
è di uno strumento validato e diffuso di valutazione della qualità dei tirocini denominato CLEQI, ‘Clinical LEarning Quality Evaluation Index’ che misura la presenza e intensità di alcuni fattori documentati quali precursori di un apprendimento significativo. La Conferenza Permanente dei Corsi di laurea delle Professioni Sanitarie, attraverso la costruzione
di una ampia rete di partecipanti, riporta come tale strumento si è dimostrato utile nell’identificazione delle strategie di miglioramento e nell’individuazione del fabbisogno formativo dei Tutor o Assistenti/Guide di tirocinio. Il tema dell’Orientamento, fondamentale per i giovani che si avvicinano agli studi universitari, è affrontato nell’articolo di Fatima Longo e Giuseppe Familiari che riportano i risultati del Progetto Orientamento in Rete di Sapienza. L’articolo rappresenta un modello di continuità formativa tra scuola ed università.
Il nuovo esame di stato è prossima realtà e grazie al lavoro congiunto della Conferenza e della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri è stato redatto il nuovo libretto per il Tirocinio Professionalizzante Valutativo per l’esame di stato (TPVES).
Oliviero Riggio nel suo articolo aggiunge dei metodi aggiuntivi di valutazione ed in particolare propone l’adozione di un Diario di Tirocinio Clinico che potrebbe rendere lineare e simile la conduzione dei tirocini in tutte le sedi. Per migliorare e attualizzare le metodologie della didattica non posso non ringraziare Fabrizio Consorti, past President della SIPeM, per la
sua presenza costante che aggiunge sempre più spunti alla moderna didattica. Un supporto tecnologico di notevole valore per attivare il gruppo
classe sono i “risponditori d’aula”. Il suo articolo ricapitola i principi didattici d’uso dei risponditori e presenta tre prodotti, con caratteristiche
diverse. La rubrica delle notizie grazie al contributo del Prof. Paolo Miccoli, Presidente dell’ANVUR, del Prof. Manuela di Franco per CUN e del SISM è ricca di spunti interessanti. Da ultimo mi piace citare l’articolo corale guidato da Giovanni Boniolo, Raffaella Campaner e Valentina Gazzaniga su una elegante proposta interpretativa e didattica delle Medical Humanities.

Buona Lettura


Andrea Lenzi
Editor-in- Chief of JIME (Journal of Italian Medical Education)

Analisi dei CFU assegnati ai settori scientifico disciplinari nei corsi di Laurea in Medicina e Chirurgian.82, 2019, pp. 3638-3649, DOI: 10.4487/medchir2019-82-1

Abstract

The attribution of Crediti Formativi Universitari (CFU/ECTS) to all the Scientific Disciplinary Sectors (SSD) has been evaluated for 62 different degree courses in Medicine and Surgery, including 13 courses delivered in English. Significant differences in the CFU attributed to each SSD were found, depending on the degree courses analyzed. These incongruences may be due to intentional differentiation in the proposed medical curricula or to shortages of teachers of specific disciplines. The latter circumstance, negatively impact on the quality of students education and consequently hinder the student’s admission to Specialization School. In conclusion, in order to ensure greater homogeneity in the students training and give them comparable chances to success in the national competition for the specialization school, it could be advantageous to establish minimum values of CFU attributed to each SSDs envisaged in the study plane.

Articolo

L’attribuzione dei Crediti Formativi Universitari (CFU) ai Settori Scientifico Disciplinari (SSD) è stata affrontata precedentemente (1,2). Lo scopo nella prima indagine nel 2003 è stato quello di verificare l’applicazione del nuovo ordinamento didattico a seguito della riforma sulla autonomia didattica (1), mentre nella seconda nel 2007 si è voluto valutare la revisione del curriculum in ottemperanza al D.M. 270/2004 – Revisione delle Classi di dei corsi di studio – (2). In questo ultimo caso l’indagine si è svolta sui dati dei 44 Corsi di Laurea Magistrale, allora attivati, mediante riconferma dei dati precedentemente pubblicati, o invio di nuovi dati, o infine mediante consultazione dei Piani degli Studi pubblicati sul Regolamento didattico.
Ora non essendo intervenuti ulteriori provvedimenti legislativi sul piano degli studi, essendosi stabilizzata la situazione del curriculum delle sedi, ed infine essendo aumentato il numero dei Corsi di Laurea, anche per l’attivazione dei corsi in lingua inglese, si è ritenuto necessario procedere ad una nuova verifica della distribuzione dei CFU ai SSD. I dati ottenuti sono stati raccolti consultando sul sito: http://www.universitaly.it/index.php/offerta/ search/id_struttura/7/azione/ricerca, con il seguente percorso: a) studenti, b) compiere la scelta giusta, c) cosa studiare, d) cerca i corsi, e) laurea, f) scheda sintetica, e infine g) insegnamenti e crediti. Per i 49 corsi di studio tradizionali e per i 13 corsi di studio in lingua inglese è stato possibile calcolare i 360 CFU assegnati da tali corsi a tutti i SSD (figure). I CFU sono stati attribuiti nelle sedi in maniera differenziata sia ai SSD tradizionali della facoltà, sia a altri SSD presenti in campo economico, pedagogico, sociologico, psicologico, ingegneristico e veterinario.
Nelle varie figure sono riportati i risultati per tutte le sedi ed anche la media, 1DS e 2DS, mediana, moda e minimo e massimo. Sono stati calcolati anche i risultati delle attività di Base (71 CFU in media, con range 62-81), Caratterizzanti (189 CFU in media, con range 180-200), Affini (12 CFU in media, con range 12-16), A scelta (8 CFU in media, con range 8-16). Analizzando l’attribuzione dei CFU ai SSD in termini di valori minimi e massimi si osservano scostamenti molto rilevanti, e anche in molti casi si rileva nessuna attribuzione (0 CFU), come nel caso di: BIO/11, BIO/12, MED/01, MED/02, MED/03, MED/05, MED/06, MED/12, MED/15, MED/16, MED/19, MED/20, MED/21, MED/22, MED/23, MED/24, MED/27, MED/32, MED/34, MED/39, MED/44, come pure per altri SSD meno cruciali per il curriculum. In tutti gli altri casi le differenze fra minimi e massimi sono estremamente rilevanti.
Questo lavoro di analisi della distribuzione dei CFU nei vari SSD non rappresenta un punto di arrivo ma di partenza. Dobbiamo ricordarci che esiste una competizione tra i vari corsi di studio e che essendoci un esame nazionale per l’ammissione ai corsi di studio sarà possibile vedere le differenze tra i vari Atenei anche in base alle scelte effettuate in termini di distribuzione dei CFU, in quanto gli studenti più bravi (che scelgono i corsi che a loro sembrano migliori) tenderanno ad occupare prima i posti degli Atenei che preparano meglio; in aggiunta si dovrebbe iniziare un processo di omogeneizzazione dei vari Corsi di Laurea in modo che uno studente si possa trasferire da una sede ad un’altra senza problemi. Si vuole anche sottolineare però che la flessibilità è un bene supremo, che può riflettere anche le specificità di alcuni Atenei: alcune difformità (esempio zero CFU in un certo SSD) possono derivare non da scelte “volute” ma dall’assenza in quell’Ateneo di docenti di quello specifico SSD. Tuttavia, una proposta potrebbe essere quella di stabilire dei minimi di CFU per SSD qualificanti (ad esempio non si potrà fare un ordinamento con MED/18 Chirurgia generale meno di x CFU). Questo permetterà di garantire una certa omogeneità nella formazione proposta agli studenti. Ricordando che anche il concorso nazionale delle scuole delle specializzazioni, dovrebbe essere rivisto in modo da tenere conto di questa distribuzione dei CFU nei vari SSD.

In conclusione la differenza molto significativa fra le sedi nell’attribuzione dei CFU a SSD qualificanti, potrà avere riflessi e conseguenze per la preparazione dello studente nel suo percorso formativo ed anche conseguenze per il concorso nazionale per l’ammissione alla Scuola di Specializzazione.

TABELLE ALLEGATE

Bibliografia

Casti A. Indagine sull’applicazione del nuovo ordinamento didattico del Corso di Laurea Specialistica in Medicina e Chirurgia nei primi anni dall’avvio della riforma sull’autonomia didattica. 2003; 20: 749-780.

CastiA., Cordero di Montezemolo L.,Panella C., Zucchi R., Mugelli A. Indagine conoscitiva sulla distribuzione dei crediti formativi universitari (CFU) tra i settori scientifico-disciplinari (SSD) nei Corsi di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia. 2007; 37-38:1543- 1588.

Cita questo articolo

Casti A., Basili S., Montcharmont B., Lenzi A., Analisi dei CFU assegnati ai settori scientifico disciplinari nei corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia, Medicina e Chirurgia, 82, 3638-3649, 2019 DOI: 10.4487/medchir2019-82-1

Affiliazione autori

Amos Casti – Università di Parma

Stefania Basili – Università Sapienza Roma

Bruno Montcharmont – Università del Molise

Andrea Lenzi – Università Sapienza Roma

Editoriale

Anche questa volta non posso che consigliare di leggere attentamente questo numero che si pregia di un enorme lavoro fatto dal nostro segretario generale, il Prof. Amos Casti.
Il Prof. Casti con un lavoro peculiare, attraverso di tutte le schede SUA dei corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia Italiani, ha riportato una analisi dettagliata dei CFU assegnati ai diversi SSD. Questa analisi sarà di grande utilità per tutti gli organi collegiali e per tutti i Docenti dell’area bio-medica e non solo.
Il fascicolo riporta poi l’analisi dettagliata dell’ultimo Progress test che come voi sapete è diventato anche un training test in previsione del prossimo 2021, quando i nostri studenti si troveranno ad affrontare la nuova prova scritta per l’esame di stato come declinato dal D.M. del 9 maggio 2018, n. 58 del MIUR (“Regolamento recante gli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo”).
Il gruppo di innovazione pedagogica annuncia un grande lavoro che appena iniziato ci riserverà grandi e fondamentali documenti. La Conferenza ha infatti cominciato una azione di continuità per la gestione del corso di laurea evitando, con la messa in atto di strategie fondamentali, quello che molti di noi si sono trovati davanti diventando Presidenti di corso di laurea ossia “Après moi le déluge”.
Lo spazio dell’ospite è arricchito dalla Storia dell’Università degli studi dell’Insubria scritto mirabilmente dal suo Preside, il Prof. Giulio Carcano.
In questo spazio troverete anche uno studio originale sui bisogni di salute mentale della popolazione con una indagine nazionale sulle risposte formative del Corso di Laurea in Infermieristica.
Nella sezione “News”, anche in questo numero, abbiamo l’onore di ospitare il contributo prezioso del Presidente dell’ANVUR, il Prof. Paolo Miccoli.
Le novità del CUN vengono raccontate con cura dal segretario generale, Manuela di Franco. Sempre nella sezione “News” importanti comunicazioni da parte della “Conferenza Permanente delle Classi di Laurea delle Professioni Sanitarie” sempre più presente, con mio personale piacere, in questi quaderni.
La curatrice della sezione “Storia della Medicina”, la Prof. Valentina Gazzaniga, ci annuncia una nuova sfida per le scienze Umane in medicina con la creazione della SISUMed.
A finire le novità del Segretariato Italiano Studenti in Medicina.

Buona Lettura
Andrea Lenzi
Editor-in-Chief of JIME (Journal of Italian Medical Education)


LA NUTRIZIONE PASSA DI QUA (NPQ). Individuazione di una road map per l’insegnamento della nutrizione nel core curriculum del laureando in Medicina e Chirurgian.81, 2019, pp. 3622-3628, DOI: 10.4487/medchir2019-81-6

Abstract

Al fine di soddisfare il crescente e condiviso bisogno di educazione nutrizionale per gli studenti di medicina, un progetto educativo denominato “La Nutrizione Passa di Qua” (NPQ) è stato recentemente lanciato da Sapienza Università di Roma. Il progetto NPQ, è stato avviato nell’anno accademico 2018-2019 con lo scopo di integrare l’educazione nutrizionale nel processo formativo degli studenti di medicina. Prima si è proceduto a definire gli argomenti di interesse nutrizionale che dovrebbero entrare a far parte dei saperi dei laureati in medicina. Successivamente, tra le “UDE” (Unità didattiche elementari) proposte dalle Conferenze Permanenti delle Facoltà e delle Scuole di Medicina sono state identificate quelle in cui tali saperi potessero essere trasmessi. Con questo approccio, che non implica alcun aumento del numero di crediti / anno, la nutrizione (di base, applicata e clinica) verrà progressivamente insegnata dal primo al sesto anno del corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia. Sulla base dei risultati ottenuti durante il periodo sperimentale attualmente in corso, il progetto NPQ (ora implementato in due corsi universitari) potrebbe essere esteso ad altre scuole mediche di Sapienza Università di Roma.
Parole chiave: Nutrizione, insegnamento universitario

Summary
In order to satisfy the commonly perceived growing need of nutrition education for medical students, an educational project named “La Nutrizione Passa di Qua” (NPQ)” (Nutrition Passes Here) has been recently launched by Sapienza Unversity in Rome. The NPQ Project has been started in the academic year 2018-2019 and is aimed at integrating nutritional education for medical students. Topics of nutritional interest which should be part of the knowledge of the graduated in medicine have been first defined and assigned the amount and type of knowledge to be acquired by the student. Then, among the “UDE” (Elementary Didactic Units) proposed by the Permanent Conference of the Chairmen of Italian Medical Schools, those in which “nutritional elements” may be taught were identified. With this approach, which does not imply any increase in the number of credits/ year, basic, applied and clinical nutrition will be thaught progressively from the first until the sixth year of the medical school course. Based on the results obtained during the currently ongoing experimental period, the NPQ project (now implemented in two undergraduate courses) could be possibly extended to other Medical Schools at Sapienza.
Key words: nutrition, academic teaching.

Articolo

Premessa
La Nutrizione Passa di Qua (NPQ) è un progetto di integrazione della formazione in ambito nutrizionale per gli studenti dei CLM di Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma “Sapienza”.

La Nutrizione Umana include un complesso di saperi fortemente interdisciplinari che comprendono aspetti genetici, biochimici, fisiologici, psicologici, cognitivo-comporta-mentali, statistico-epidemiologici, clinici, tec-nologici, economici, politici e sociali. L’elevata prevalenza di malnutrizione sia per eccesso sia per difetto ha un impatto importante sulla mortalità, sul “burden of disease” e sui costi sanitari in tutto il mondo. Abbastanza sor-prendentemente, l’insegnamento della Nutrizione Umana (di base, applicata e clinica) nei Corso di Laurea di Medicina e delle professioni sanitarie è ancora insufficiente in Italia così come in altri Paesi. D’altro canto l’area della nutrizione è oggetto di attenzione da parte di tanti, che poco hanno a che fare con questo settore, con la conseguenza che vengono diffuse notizie e informazioni spesso false e fuorvianti.
Il progetto nasce quindi dalla convinzione che è importante che i Medici siano in grado di dare informazioni scientificamente valide in tale ambito e che essi acquisiscano conoscenze e competenze tali da consentire loro di comprendere e impostare il percorso diagnostico-terapeutico relativo alle problematiche nutrizionali nella pratica clinica. Infatti, il core curriculum degli studi di medicina deve poter armonizzare la imprescindibile integrazione tra scienze di base, fisiopatologia e pratica medica con la rivoluzione in corso da anni che ha comportato aperture nei confronti di nuove applicazioni, nuove discipline scientifiche, la necessità di nuovi approcci diagnostici e terapeutici, come già efficacemente sottolineato nel 2014 da Gaddi et al su questo giornale.
Ma come compatire questa crescente e condivisa esigenza con la oramai consolidata struttura del “core curriculum” del laureato in Medicina e Chirurgia?

Metodologia
Onde evitare di modificare la struttura del CLM in Medicina e Chirurgia, si è deciso di inserire gli argomenti di interesse nutrizionale all’interno dei diversi insegnamenti, riservando loro uno spazio tutto sommato piccolo (ma sufficiente) in grado di far acquisire agli studenti conoscenze e competenze adeguate in ambito nutrizionale nel corso dei 6 anni. È stato pertanto attivato in via sperimentale il progetto NPQ in due dei sei CLM di Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma “Sapienza” nell’anno accademico 2018-2019. La realizzazione del progetto si è svolta, e si sta svolgendo, attraverso fasi diverse tra loro strettamente interconnesse:

  • individuazione degli argomenti di interesse della formazione in ambito nutrizionale che dovrebbero far parte dei saperi dello studente in Medicina e Chirurgia al mo-mento della laurea;
  • individuazione tra le Unità Didattiche Elementari (UDE) proposte dalla Conferenza Permanente dei Presidenti dei CLM in Medicina e Chirurgia (http://presidenti-medicina.it/core-curriculum/proposte) di quelle in cui sia possibile e auspicabile sviluppare gli argomenti di interesse nutrizionale (tabella 1);
  • condivisione del progetto con i Presidenti del CLM “B” e “D” (scelti come pilota), con i Presidi delle Facoltà di “Medicina e Odontoiatria” e di “Farmacia e Medicina”, con il Rettore dell’Università di Roma “Sapienza”, con i Docenti degli Insegnamenti interessati;
  • recepimento di osservazioni, correzioni e integrazioni al progetto che potessero venire dalle parti interessate;
  • indagine ad inizio AA 2018-2019 del livello di “alfabetizzazione” nutrizionale degli studenti del CLM di Medicina e Chirurgia;
  • attuazione del percorso NPQ durante l’AA 2018-2019;
  • verifica a fine AA 2018-2019 del livello di “alfabetizzazione” nutrizionale acquisito dagli studenti del CLM di Medicina e Chirurgia, del gradimento degli studenti relativamente al progetto NPQ, delle opinioni dei docenti coinvolti nel percorso di NPQ.

La realizzazione del progetto è stata possibile grazie alla creazione di un gruppo di studio/lavoro che ha coinvolto i docenti afferenti all’Unità di Ricerca in Scienza dell’Alimentazione e all’Unità Operativa Complessa in Medicina Interna e Nutrizione Clinica e che ha avuto come scopi quelli di:

  • svolgere tutto il lavoro preliminare (definizione degli argomenti di interesse nutrizionale e integrazione nelle UDE);
  • discutere con il corpo docente dei CLM “B” e “D” gli argomenti individuati per l’ottimizzazione del progetto;
  • realizzare le indagini (preliminare e a posteriori) relative alla “alfabetizzazione” nutrizionale degli studenti del CLM di Medicina e Chirurgia;
  • supportare, qualora necessario, i docenti dei CLM “B” e “D” nella realizzazione del progetto.

È interessante rilevare che gli argomenti sono stati svolti, nella stragrande maggioran-za dei casi, dai docenti titolari degli insegna-menti, mentre il gruppo di studio/lavoro NPQ è intervenuto, su richiesta dei Colleghi, solo in alcuni casi.

Conclusioni preliminari

Il progetto, già pochi mesi dopo l’avvio, sembra riscuotere interesse e condivisione. Ciò lascia ben sperare per i risultati che saranno raccolti a fine anno accademico.
In particolare il progetto ha come punto di forza, la capacità di collegare gli aspetti legati alle scienze di base (biochimica, fisica, anatomia) alla fisiologia dello stato di nutrizione e dei comportamenti alimentari, le scienze di base e la fisiopatologia con lo studio della clinica delle varie forme di malnutrizione, e infine le tre aree di competenza della nutrizione (base, applicata e clinica) tra di loro.
Di fatto il progetto individua tra i saperi minimi, che ogni studente deve aver acquisito alla fine del Corso di Studi, anche quelle informazioni necessarie a comprendere meglio le problematiche relative la nutrizione clinica. Il fil rouge che lega le diverse nozioni in un percorso integrato riteniamo possa portare lo studente a comprendere il nesso esistente tra scienze di base, fisiopatologia e clinica delle diverse forme di malnutrizione ed il notevole e negativo impatto che ogni forma di malnutrizione ha sulla salute dei pazienti e sui sistemi sanitari.

Lavoro futuro e prospettive

  • verifica di esito: i risultati del lavoro svolto andranno verificati nel futuro prossimo. In particolare andranno verificati l’efficienza (impatto sull’organizzazione del lavoro didattico del CLM) e l’efficacia (miglioramento delle conoscenze in ambito nutrizionale degli studenti);
  • valutazione delle criticità: andranno rilevate le criticità che potranno emergere sulla base delle osservazioni che faranno docenti e studenti o che lo stesso gruppo di studio/lavoro potrà rilevare;
  • implementazione del progetto: sulla base delle osservazioni che potranno pervenire, sarà possibile integrare il progetto con altri argomenti di interesse nutrizionale;
  • allargamento ad altri Corsi di Laurea: obiettivo del progetto è quello di estendere il progetto a tutti i CLM in Medicina e Chirurgia dell’Università “Sapienza”, ai CLM di Odontoiatria e ai CL e CLM delle professioni sanitarie;
  • creazione di un programma di formazione a distanza (FAD): per realizzare quanto sopra è prevista l’implementazione del progetto attraverso un programma di FAD che possa consentire l’acquisizione di CFU.

Bibliografia

Donini LM, Leonardi F, Rondanelli M, Bandera-li G, Battino M, Bertoli E, Bordoni A, Brighenti F, Caccialanza R, Cairella G, Caretto A, Cena H, Gambarara M, Gentile MG, Giovannini M, Lucchin L, Migliaccio P, Nicastro F, Pasanisi F, Piretta L, Radrizzani D, Roggi C, Rotilio G, Scalfi L, Vettor R, Vignati F, Battistini NC, Muscaritoli M. The Domains of Human Nutrition: The Importance of Nutrition Education in Academia and Medical Schools. Front Nutr. 2017 Feb 22;4:2. doi: 10.3389/fnut.2017.00002. eCollection 2017.

Donini LM, Muscaritoli M. La formazione in nutrizione umana nei CLM in Medicina e Chirurgia. Medicina e Chirurgia, The Journal of Italian Medical Education. 2016;69:3133-7

Gaddi A., Basili S., Rizzo C., Lenzi A., Caruso C., Il Core Curriculum degli studi di Medicina. Stato dell’arte e prospettive, Medicina e Chirurgia, 62: 2791-2793, 2014

Muscaritoli M, Cuerda C, Donini LM, Baqué P, Gaudio E, Jezek D, Krznaric Z, Pirlich M, Sch-neider S, Schetgen M, Spranger J, Vargas JA, Van Gossum A. Nutrition education in Medical Schools (NEMS). An ESPEN position paper. Clin Nutr. 2019 Feb 7. pii: S0261-5614(19)30050-0. doi: 10.1016/j.clnu.2019.02.001

Cita questo articolo

Muscaritoli M., Lenzi A., Basili S., Della Rocca C., Filetti S., Polimeni A., Donini L. M., LA NUTRIZIONE PASSA DI QUA (NPQ). Individuazione di una road map per l’insegnamento della nutrizione nel core curriculum del laureando in Medicina e Chirurgia, in Medicina e Chirurgia, 81, 2019, pp. 3622-3628, DOI: 10.4487/medchir2019-81-6

Affiliazione autori

Maurizio Muscaritoli, Dipartimento di Medicina Traslazionale e di Precisione, Sapienza-Università di Roma

Andrea Lenzi, Presidente del Comitato Nazionale dei Garanti per la Ricerca del MIUR, Sapienza-Università di Roma

Stefania Basili, Presidente del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia D, Sapienza-Università di Roma.

Carlo Della Rocca, Preside della Facoltà di Farmacia e Medicina, Sapienza-Università di Roma.

Sebastiano Filetti, past-dean della Facoltà di Medicina e Odontotiatria, Sapienza-Università di Roma.

Antonella Polimeni, Preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria, Sapienza-Università di Roma.

Lorenzo M Donini, Dipartimento di Medicina Sperimentale, Sezione di Fisiopatologia Medica, Scienza dell’Alimentazione ed Endocrinologia, Sapienza-Università di Roma.

Acknowledgment: uno speciale ringraziamento ai Colleghi afferenti all’Unità di Ricerca in Scienza dell’Alimentazione (A Pinto, AM Giusti, E Poggiogalle) e all’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e Nutrizione Clinica (A Laviano, A Molfino) che stanno contribuendo alla realizzazione del progetto NPQ.