La laurea magistrale impatta sulle conoscenze, l’occupazione e l’upgrading professionale?n.85, 2020, pp. 3802-3808, DOI: 10.4487/medchir2020-85-8

Abstract

Questa indagine esplora aspettative, percezione dello sviluppo delle conoscenze, situazione lavorativa, sviluppo professionale e upgrading in un gruppo di studenti e di laureati magistrali in Scienze Riabilitative (LMSR) dell’Università di Milano (UNIMI).

Sono stati reclutati tutti gli studenti iscritti dall’A.A. 08/09 al 16/17 (n=213) e intervistati con tre questionari creati ad hoc e somministrati all’immatricolazione (T0), alla laurea (T1) e dopo un anno (T2). Gli intervistati sono stati arbitrariamente suddivisi in junior (età < 40) e senior (≥40). A T0-T1 ha risposto il 58.68% della popolazione; a T2, il 68.8%. Abbiamo rilevato: abbassamento dell’età media e maggiore differenziazione dei profili professionali degli iscritti alla LMSR, diminuzione dell’aspettativa dell’upgrading, percezione di incremento delle conoscenze a T1, soprattutto pedagogiche. Nella popolazione generale, l’occupazione passa dal 58 (T0) al 93% (T1) e secondo gli intervistati la LMSR ha avuto un ruolo rilevante. Il 96% è soddisfatto del percorso di studio. A un anno dalla laurea (T2), il 43% migliora/stabilizza la condizione lavorativa. L’autonomia decisionale passa dal 33% (T0) a 55% (T2). Il 19% prosegue gli studi (50% Master; 25% Dottorato). Ulteriore ricerca, anche in altre LM, è necessaria per comprendere come trasformare/migliorare la formazione post-base alla luce di bisogni e carriere degli studenti.

Parole chiave: Laurea Magistrale in Scienze della Riabilitazione, stato occupazionale, survey, sviluppo professionale, valutazione

Abstract

This survey explores expectations, perception of knowledge improvement, employment, professional development and upgrading in a group of students and graduates of the Master of Science in Rehabilitation (MScR), University of Milan (UNIMI). All students enrolled from the A.Y. 08/09 to 16/17 (n=213) have been included and interviewed with three questionnaires administered at registration (T0), graduation (T1) and after one year (T2). The interviewees were arbitrarily divided into junior (age <40) and senior (≥40). Fifty-eight% of the enrolled students answered (population T0-T1). At T2, 68.8% of the T0-T1 population responded. We found a decreasing of the average age of those registered in MScR, a greater differentiation of the rehabilitative professional profiles enrolled in the program, a reduction of the expectation of upgrading, a perception of increasing knowledge at T1, especially pedagogical. Employment increased from 58% (T0) to 93% (T1); according to the interviewees, the MScR played an important role in that change. Ninetysix% were satisfied. One year after graduation (T2), 43% improve/stabilize their working conditions. Perceived decision-making autonomy increases from 33% (T0) to 55% (T2). Nineteen% continued their studies (50% Master; 25% Doctorate). Further research is needed, to understand how to transform/improve postgraduate training, according to MScR students’ needs and careers.

Key words: Employment, evaluation, Master of Science in Rehabilitation, survey, professional development

Articolo

Introduzione

Le Lauree Magistrali (LM) sanitarie rispondono all’esigenza di formare figure con competenze per ricoprire posizioni manageriali, progettare e attuare la formazione e fare ricerca. Tali ruoli in passato erano attribuiti senza una specifica regola, per anzianità di servizio o acquisizione di merito; attualmente, invece, il titolo magistrale è un requisito legislativo e contrattuale per ricoprire cariche apicali nelle aziende, incarichi di docenza per i settori MED/45-50 e per accedere al Dottorato.

A oltre dieci anni dallo loro istituzione, in Conferenza e in Giunta si discute se siano percorsi ancora rispondenti al mandato istitutivo e sulla necessità di rivederli in termini di contenuti e organizzazione.

Nel sistema universitario italiano, la cultura della valutazione, intesa come analisi della soddisfazione anche lavorativa, dell’occupazione e delle prospettive economiche (Gianbalvo et al, 2015; Mastrillo, 2018), è divenuta in questi ultimi anni un argomento di sempre maggiore interesse. Si sono sperimentati metodi di indagine sui laureati e occupati (ISTAT, 2009) e introdotte pratiche che ne garantiscono la validità, nonché processi di autovalutazione. La condizione occupazionale è indagata da AlmaLaurea e concorre a dare una visione più chiara sul possibile “cambiamento lavorativo” in relazione agli sbocchi professionali previsti/auspicabili del percorso formativo analizzato, sul tasso occupazionale, sulle difficoltà a trovare un’occupazione coerente rispetto al profilo del laureato e sull’adeguatezza della retribuzione rispetto al titolo (1).

Questo non è tuttavia l’unico modo per valutare gli effetti della formazione. Nell’ECM infatti, uno dei modelli maggiormente utilizzati per la valutazione della formazione è quello di Kirkpatrick (1994), che descrive quattro livelli: gradimento, apprendimento, comportamento sul lavoro e impatto sull’organizzazione.

Se traslato alla formazione sanitaria universitaria, i primi due livelli possono essere considerati pienamente interni all’accademia e pertanto di più immediata valutabilità, mentre per gli ultimi due concorrono fattori ambientali e sociali esterni, che rendono il processo più diffi-coltoso, ma altresì importante e significativo. In particolare, la valutazione delle ricadute formative di un percorso universitario viene effettuata sia mediante la raccolta di dati oggettivi (analisi di varie tipologie di documenti) sia attraverso sistemi di valutazione diretta dei soggetti, come accade nei processi di valutazione interna delle aziende o in quelli di certificazione o ri-certificazione delle competenze (Tian et al, 2007).

La letteratura attribuisce altresì grande importanza a pratiche di autovalutazione da parte di soggetti, chiamati a esprimersi, spesso con questionari, sull’evoluzione delle loro conoscenze e competenze (Casebeer et al., 2004; Leong et al., 2010; Trewet & Fjortoft, 2013; Lawton et al., 2017).

Nonostante ciò, la valutazione viene spesso sottovalutata e considerata inutile dispendio di tempo e risorse. Il suo rafforzamento favorirebbe invece la crescita, lo sviluppo e l’innovazione del mondo accademico, in termini di efficienza e di efficacia.

Lo scopo del nostro lavoro è stato di valutare l’impatto della LMSR di UNIMI sulla percezione dell’evoluzione delle proprie conoscenze e capacità in diversi ambiti disciplinari pre- e post-laurea, sull’occupazione e sulle progressioni di carriera in un gruppo di studenti e di laureati mediante alcuni questionari creati ad hoc. Al contempo, è stato possibile mappare tale popolazione.

Metodo

È stata condotta un’indagine osservazionale descrittiva tra gli immatricolati e i laureati dal A.A. 08/09 al 16/17. Il percorso è attivo dall’A.A. 08/09 con un potenziale formativo di 20 posti, aumentato a 25 nel 12/13.

Per analizzare la popolazione degli immatricolati, il livello iniziale di conoscenze percepite, lo stato occupazionale e le aspettative, è stato somministrato all’immatricolazione (T0) il Questionario Entering Behaviour (QEB) (Bernardelli et al., 2013), introdotto nel 08/09 e reso obbligatorio dal 10/11; esso caratterizza lo studente per età, profilo professionale, titolo di studio, stato occupazionale, background formativo ed esperienziale e indaga, mediante un processo di autovalutazione, le co-noscenze iniziali nei tre ambiti della magistrale: area della ricerca, pedagogica (formazione/didattica) e del management.

Per indagare la percezione dell’efficacia del percorso formativo, intesa come miglioramento di conoscenze, lo stato occupazionale, l’upgrading professionale e la soddisfazione, è stato somministrato alla laurea (T1) l’Outcome Behaviour (QOB) introdotto nell’A.A. 10/11. Per misurare la percezione del mantenimento/sviluppo delle conoscenze e la ricaduta formativa, le condizioni lavorative, l’upgrading professionale e la soddisfazione a distanza di tempo, è stato somministrato telefonicamente a un anno dalla laurea (T2) l’Upgrading Map (QUM) introdotto nell’anno accademico 14/15.

I questionari prevedono domande a risposta chiusa con una sola opzione possibile su una scala Likert da 1 a 4 (insufficiente/assolutamente no, sufficiente/più no che sì, adeguato/più sì che no, eccellente/assolutamente sì) e a risposta aperta. I punteggi 1 e 2 sono considerati negativi; i punteggi 3 e 4 positivi.

Tutti gli studenti firmano un consenso informato al trattamento dei dati per il QEB e il QOB; per il QUM viene richiesto prima di iniziare l’intervista telefonica.

I dati raccolti sono stati analizzati utilizzando tecniche di statistica descrittiva, mediante il software Excel 97-2003. Ai risultati ottenuti mediante le risposte aperte sono stati, invece, applicati metodi di analisi del contenuto (Metastasio, Cini, 2009).

La popolazione è stata arbitrariamente suddivisa tra studenti junior (età<40 anni) e senior (età≥40 anni), per l’individuazione di eventuali differenze.

Risultati

Sono presentati i principali risultati relativi alla popolazione T0-T1 e T2, ossia le aspettative circa il percorso formativo, la percezione dell’efficacia,lo stato occupazionale, l’eventuale upgrading professionale e la soddisfazione.

Popolazione T0-T1

Negli anni accademici considerati per lo studio, si sono immatricolati 213 studenti di tutti i profili della Classe, seppur con percentuali e distribuzione differenti: Fisioterapisti (FT) (45%), Logopedisti (15%), Ortottisti (4%), Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE) (15%), Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica (TRP) (15%), Podologi (1%), Terapisti Occupazio-nali (TO) (2%) ed Educatori Professionali (EP) (4%). Si rileva un trend in aumento dei profili TNPEE, TRP e Logopedisti rispetto ai FT, che nel 2008 rappresentavano il 68% della popolazione.

Degli iscritti, 125 (59%) hanno compilato correttamente sia il QEB che il QOB e, quindi, rappresentano la popolazione T0-T1. A T0, 34 (27%) erano senior e 91 (73%) junior con età compresa tra 21-56 anni (media: 30 anni; mediana: 25 anni), con un trend in diminuzione negli anni presi in esame (Grafico 1). Il 74% aveva la Laurea e il 26% un titolo abilitante; il 12% aveva anche un Master in coordinamento e il 2% un’altra Laurea. A T0, il 58% era lavoratore (di cui, il 33% dichiarava di avere autonomia decisionale percepita nella propria professione) e il 42% era non occupato.

Aspettative a T0

La Tabella 1 mostra le aspettative per macroaree, suddivise tra senior e junior, che risultano sostanzialmente equivalenti: l’aspettativa di un upgrading è doppia nei senior rispetto al desiderio di confronto col docente e coi pari che, viceversa, è doppia nei junior.

Percezione dell’efficacia del percorso formativo: evoluzione delle conoscenze da T0 a T1

Nelle Tabelle 2, 3 e 4 è rappresentata, in percentuale, la percezione generale del livello di conoscenze suddivisa tra senior e junior, rispettivamente nell’area della ricerca, pedagogica e del management.

Dai risultati emerge una bassa percezione delle conoscenze in tutte e tre le aree a T0, soprattutto nella ricerca e management. Al contrario, a T1 emerge un’evoluzione di tale percezione in tutte e tre le aree; in maggior misura nell’area pedagogica.

Si osserva un miglioramento della percezione delle conoscenze nelle aree di ricerca e pedagogica maggiore nei junior rispetto ai senior, mentre c’è solo una lieve differenza riguardo il miglioramento delle conoscenze manageriali, percepite a T1 più adeguate dai senior.

Stato occupazionale ed eventuale upgrading professionale a T1

A T1, il 93% è occupato; il 30% ha migliorato la sua posizione: il 13% ha acquisito migliore posi-zione contrattuale (12% senior, 14% junior), il 9% ha un contratto di docenza (6% senior, 11% ju-nior) e il 7% (22% senior, 78% junior), ha ottenuto un upgrading professionale, inteso come nuova posizione (ruolo apicale in azienda, ruolo di direzione o coordinamento di un corso di studio o nell’ambito della ricerca). Di questi, il 100% ritiene che il percorso abbia avuto un ruolo decisivo; l’88% che le competenze acquisite abbiano avuto un ruolo decisivo e il 13% un ruolo importante.

Soddisfazione a T1

Il 96% si dichiara soddisfatto del percorso di studio (86% junior, 89% senior) e il 76% si iscriverebbe allo stesso corso di studio e nello stesso Ateneo (94% junior, 90% senior). Per il 78% le aspettative per le quali è stata effettuata la scelta di iscriversi alla LM espressa a T0 sono state realizzate (76% junior e 81% senior).

Popolazione T2

Hanno risposto e dato il consenso all’intervista telefonica (QUM) 86 soggetti (69% della popolazione T0-T1): rappresentano, quindi, la popolazione T2. Di questi, 28 (33%) erano senior e 58 (67%) junior L’età era compresa tra 22-59 anni (media: 34; mediana: 30).

La popolazione T2 include i laureati negli anni accademici dal 14/15 al 17/18 e tutti i profili professionali della Classe, escluso il Podologo, così rappresentati: FT (49%), TRP (14%), TNPEE (14%), Logopedista (10%), Ortottista (5%), EP (6%) e TO (2%). Tutti sono nella condizione di lavoratore.

Efficacia del percorso: mantenimento delle conoscenze come ricaduta formativa da T1 a T2

Nella Tabella 5, è rappresentata, in percentuale, la percezione dell’evoluzione delle conoscenze nelle tre aree da T1 a T2. Complessivamente, le conoscenze manageriali rimangono stabili, mentre diminuisce la percezione di adeguatezza delle conoscenza in ambito di ricerca e formazione.

Stato occupazionale ed eventuale upgrading professionale a T2

Il 43% ha modificato la posizione lavorativa (25% senior, 52% junior): il 32% dichiara di avere modificato il regime lavorativo o la tipologia di contratto o di avere avuto un avanzamento di carriera (43% senior, 29% junior); il 27% di ricoprire posizioni apicali in azienda (dirigenza, responsabilità di area e coordinamento) (43% senior, 26% junior): e l’8% di ricoprire ruoli nell’ambito della formazione accademica (10% senior, 0% junior). Il 19% (tutti junior) ha proseguito gli studi: di questi, 50% si è iscritto a un Master e il 25% a un dottorato.

Di questi, il 33% ritiene che il titolo conseguito abbia avuto un ruolo decisivo e il 44% un ruolo importante; il 28% che le competenze acquisite abbiano avuto un ruolo decisivo e il 53% un ruolo importante. A T2, il 55% dichiara di avere autonomia decisionale nella propria professione.

Soddisfazione a T2

L’80% rimane soddisfatto del percorso: il 53% per un incremento di conoscenze e il 15% per una crescita professionale/personale. Il 78% risponde che le aspettative espresse a T0 sono state realizzate (81% senior, 76% junior).

Discussione

Lo studio considera una popolazione di studenti immatricolati e laureati dal 08/09 al 16/17 (9 su 11 anni di attivazione), con una percentuale di soggetti indagati a T0-T1 del 59% (e del 69% di T0-T1 a T2): sembra pertanto possibile affermare che i dati siano adeguatamente rappresentativi.

Osserviamo come l’età media in generale degli studenti sia diminuita progressivamente: il trend sembra voler indicare come l’interesse verso il percorso formativo fosse maggiore durante i primi anni di attivazione per i senior, che probabilmente volevano consolidare con tale titolo ruoli e fun-zioni che già ricoprivano. Rileviamo, inoltre, come la popolazione fosse meno diversificata per profilo professionale; infatti, quello maggiormente rappresentato era il FT, mentre negli ultimi anni emergono i profili del TRP, del TNPEE e del Logopedista. Queste diversificazioni dei profili, che potrebbero essere presenti anche in altre Classi, hanno imposto un ripensamento della didattica, soprattutto nella tipologia e nell’approfondimento delle discipline cliniche e una riorganizzazione dei tirocini, con stipula di nuove convenzioni.

Per le aspettative all’iscrizione alla LMSR, abbiamo osservato come sembrino equivalenti tra senior e junior: infatti, il 40% dei senior e il 42% dei junior si aspetta di migliorare il sapere in generale o la crescita professionale (14% senior, 16% junior). Solamente il 12% dei senior, contro il 6% dei junior, dichiara di iscriversi alla LM per un possibile upgrading professionale, ottenuto per il 7% alla Laurea e per il 43% a distanza di un anno, sebbene con delle differenze, a favore dei senior. Sembra, quindi, che l’upgrading ricopra un ruolo sempre meno rilevante tra le motivazioni.

Il percorso di studio è percepito come efficace per la maggior parte dei laureati: le percezioni delle conoscenze sono migliorate da T0 a T1 in tutte le tre aree, maggiormente in quella pedagogica e poi in quella della ricerca e del management. I dati evidenziano un maggior miglioramento percepito nelle aree della ricerca e pedagogica per i junior e un lieve vantaggio nell’area del management per i senior. Questo si potrebbe spiegare con il fatto che l’incremento della conoscenza è legato, da un lato, al substrato su cui essa s’innesta e, dall’altro, al suo utilizzo (Santoianni, Striano, 2003). Probabilmente i senior usano maggiormente le conoscenze manageriali nel lavoro quotidiano mentre i junior sembrano maggiormente ricettivi verso la ricerca e la formazione, con più possibilità di ottenere un contratto di docenza.

I dati evidenziano anche un cambiamento dello stato occupazionale: infatti, se a T0 il 42% non è occupato, a T1 i lavoratori sono il 93%. Per il 33% il titolo ha avuto un ruolo decisivo e per il 44% importante nella condizione occupazionale e per il 58% le conoscenze acquisite sono state cruciali. Questi dati ci inducono a ipotizzare che il titolo di studio in qualche modo favorisca la condizione lavorativa, anche se il risultato potrebbe essere “fisiologico”, dovuto cioè al biennio magistrale, che è il tempo in cui gli studenti continuano a cercare (e trovare) lavoro.

Nel 30% si verifica un miglioramento della condizione lavorativa già alla Laurea (13% miglior contratto, 9% inizio di una docenza, 7% upgrading) e per il 43% a distanza di un anno: il titolo sembra avere avuto un ruolo decisivo o importante, così come le conoscenze acquisite, in particolare per i chi, grazie alla LMSR, ha avuto accesso a ruoli apicali in aziende e nella formazione.

Alla Laurea (T1) il 96% è soddisfatto e il 93% si iscriverebbe nuovamente (dati che si equivalgono stratificando il campione in senior e junior).

Gli intervistati segnalano la percezione di una diminuzione delle conoscenze a un anno dal titolo per le aree della ricerca e pedagogica e un mantenimento costante solo nell’area del management. Una spiegazione potrebbe essere che tali conoscenze sono quelle più utilizzate nei contesti organizzativi. Un altro dato interessante è che, tra gli occupati, a T2 un partecipante su due dichiara di avere auto-nomia decisionale nella propria professione (a T0 era così per il 33%); inoltre, il 19% dei laureati (tutti junior) ha proseguito gli studi, iscrivendosi a un Master (il 50%) o a un dottorato (il 25%). Sarebbe interessante comprendere se ciò è avvenuto a causa di bisogni formativi non soddisfatti o perché la LMSR ha svolto un ruolo di volano nella ricerca di sviluppo delle conoscenze/competenze, attraverso l’iscrizione a nuovi percorsi. Sempre a T2, la soddisfazione è in calo (80%) rispetto a T1 (96%), aspetto che potrebbe essere spiegato con il bisogno di approfondire/utilizzare maggiormente nella pratica alcune conoscenze che non sono state fornite nella LMSR (per esempio, di tipo clinico).

Tra i limiti del nostro studio vi è il non aver potuto utilizzare strumenti validati e aver indagato un solo corso, senza confrontare i dati con altri simili, per esempio nella stessa area geografica.

Conclusioni

Crediamo che i dati raccolti mediante la nostra indagine, anche se con alcuni limiti, stimolino la riflessione su come sta cambiando la popolazione che s’iscrive alla LMSR, evidenziando il ruolo che questa ha sullo sviluppo percepito di conoscenze, il cambiamento della condizione lavorativa, l’eventuale upgrading e la soddisfazione per il CdS. Se nella prima metà degli Anni Duemila la LM era un percorso rivolto a studenti già lavoratori che desideravano consolidare/migliorare il proprio ruolo professionale, oggi sembra rivolta a studenti con meno di 40 anni, che si iscrivono alla LM sia per migliorare la propria condizione lavorativa e l’autonomia decisionale sia per accedere ad altri gradi della formazione.

Ulteriore ricerca è necessaria per comprendere e monitorare, in tutte le LM delle professioni sanitarie, la trasformazione della popolazione degli studenti, l’utilità percepita della conoscenza/competenza acquisita, l’impatto effettivo non solo sulla condizione lavorativa, ma anche sullo sviluppo professionale, grazie alla maggiore autonomia decisionale nella pratica e all’accesso all’alta formazione.

NOTE

  1. Si veda almalaurea.it/universita/statistiche/metodologia-di-rilevazione (ultimo accesso 10/4/2020).

Bibliografia

– AlmaLaurea e l’Indagine sulla Condizione occupazionale dei laureati, dottori di ricerca e diplomati di master. https://www.almalaurea.it/universita/statistiche/metodologia-di-rilevazione (ultimo accesso 3 aprile 2020).

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– Casebeer L., Kristofco R.E., Strasser S., Reilly M., Krishnamoorthy P., Rabin A., Zheng S., Karp S., Myers L. (2004), Standardizing evaluation of on-line continuing medical education: physician knowledge, attitudes, and reflection on practice. Journal of Continuing Education in the Health Professions, 24(2):68-75.

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Cita questo articolo

Bernardelli, G., et al., La laurea magistrale impatta sulle conoscenze, l’occupazione e l’upgrading professionale? in Medicina e Chirurgia, 85, 3802-3808, 2020. DOI: 10.4487/medchir2020-85-8

Affiliazione autori

Giuseppina Bernardelli – Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità; Responsabile del Progetto di tirocinio Corso di Laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni sanitarie Università degli Studi di Milano.

Katia Daniele – Università degli Studi di Milano Bicocca.

Erica Amenta – Corso di Laurea Magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie Università degli Studi di Milano.

Elisa Alberti – Corso di Laurea Magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni sanitarie Università degli Studi di Milano.

Antonella Delle Fave – Dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti, Presidente del Collegio Didattico Corso di Laurea Magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie Università degli Studi di Milano.

Lucia Zannini – Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano

La scheda di valutazione dell’esperienza di tirocinio: uno strumento di classe. Studio osservazionale nel CLM in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, Università degli Studi di Milanon.65, 2015, pp.2942-2945, DOI: 10.4487/medchir2015-65-4

Abstract

After AVA-procedure becoming law, new systems to evaluate learning-process quality become obliged; however actually no attention is focused on clinical learning evaluation, especially as regard students perception, even though practical experience could be considered the core of students education.

Aim of this work was to create and test (period  2009/10-20012/13) a questionnaire (QVET) to evaluate students perception on their practical learning in Master Degree in Rehabilitative Health Professions.

Although students were generally satisfied, some critical situations, revealed by QVET, had been corrected during these years improving the whole process of plan-do-check the practical learning experience. QVET is a new useful instrument to improve making-decision process in practical-learning planning and it acts in keeping with AVA-procedure applications.

Articolo

Introduzione

Nella didattica universitaria, ai tradizionali sistemi di valutazione certificativa, si sono recentemente aggiunti nuovi modelli volti a misurare l’efficienza e l’efficacia della formazione, dell’organizzazione e l’impianto pedagogico al fine dell’accreditamento dei corsi di studio.

Tali modelli, introdotti con l’approvazione della legge n. 240 del 2010 e poi dal processo AVA dell’Anvur, attribuiscono maggiore valore e significato al parere espresso dagli studenti nei confronti dell’attività dei docenti e della didattica in generale mediante lo strumento dei questionari e incentivano l’implementazione di processi di valutazione e autovalutazione come misura e assicurazione della qualità.

All’Università degli Studi di Milano, oltre alla valutazione della ricerca (Ferrario, 2007) sono da tempo in essere sistemi di valutazione della didattica, recentemente adeguati alle linee guida promosse dall’ANVUR: sono stati individuati strumenti e indicatori che tengano conto di tutti gli aspetti collegati alla didattica, sia in termini di risorse (strumentali e spazi), sia di pianificazione e organizzazione dei corsi, soprattutto in termini di interazioni fra i diversi partecipanti al processo di formazione (studenti, docenti, personale di supporto).

In particolare nella Facoltà di Medicina i questionari per la valutazione della didattica sono stati introdotti in forma cartacea già dall’anno accademico 2000/01 e si compongono di due schede (rossa e bianca). La scheda rossa prevede 36 quesiti di cui 21 specificatamente dedicati alla valutazione del corso integrato; 14 sono quesiti anagrafici e 1 è di carattere informativo ed è relativo al rapporto tra crediti e carico di lavoro. I quesiti sono organizzati in cinque sezioni (insegnamento, docente, attività didattiche integrative -se previste nel corso-, carico di lavoro e dati anagrafici); lo studente può esprimere un’opinione con 4 possibili risposte (Decisamente NO; Più NO che SÌ; Più SÌ che NO e Decisamente SÌ). La scheda bianca prevede la possibilità di esprimere liberamente un’opinione relativamente ad aspetti positivi e negativi e suggerimenti. Dall’anno accademico 2011/12 le schede sono in formato elettronico, la valutazione della didattica è stata resa obbligatoria come vincolo per l’iscrizione on line agli esami curriculari ed estesa a tutti i corsi dell’Ateneo a seguito dell’obbligo di incentivare sistemi di valutazione e autovalutazione come misura e assicurazione della qualità.

Nel nostro Ateneo non sono tuttavia regolamentati sistemi per la valutazione dell’esperienza di tirocinio, nonostante esso sia fondamentale nelle Lauree sanitarie per il ruolo dell’attività e per il numero di crediti ad esso assegnati dal legislatore. Anche la letteratura documenta come sia fondamentale valutare la qualità degli ambienti di apprendimento (Tomietto et al, 2009; Brugnolli et al, 2011; Croxon et al, 2009; Kristofferzon et al, 2013).

Sono inoltre poche le esperienze di valutazione dell’esperienza di tirocinio documentate sia a livello locale dai singoli corsi (Trotta et al, 2005; Bernardelli et al, 2011) sia nazionale (Scalorbi et al, 2008; Costi et al, 2004).

Nel Corso di Laurea magistrale (CLM) in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie il tirocinio, svolto sotto la supervisione di un Tutor, ha lo scopo di avviare lo studente all’utilizzo di una metodologia progettuale nell’ambito gestionale, organizzativo, educativo, formativo e di ricerca nel settore e nella Classe. Si esplicita attraverso un progetto (PT) presentato annualmente dallo studente e approvato dal Coordinatore in un documento che riporta scopo, metodo, obiettivi e contenuti dell’attività scelta nell’ambito di una delle aree proprie del percorso magistrale. Il PT è personalizzato in quanto tiene conto del livello iniziale del discente, delle sue aspettative, dell’esperienza pregressa maturata, del background culturale e professionale (Bernardelli et al, 2013). I contenuti dell’attività svolta dovranno essere descritti in una relazione oggetto di discussione all’esame annuale.

Scopo e metodo

Lo scopo della nostra ricerca è stato quello di progettare un questionario per la valutazione dell’esperienza di tirocinio (QVET) da parte dello studente del CLM in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie quale strumento di misura dell’efficienza e dell’efficacia della formazione pratica, del modello organizzativo e dell’impianto pedagogico e trova ragione nella recente normativa che incentiva e promuove il potenziamento di un sistema di valutazione e autovalutazione.

Il questionario si compone di 41 domande ognuna delle quali prevede 4 possibili risposte con un punteggio compreso da 1 (decisamente NO), a 4 (decisamente SI). Gli ambiti indagati sono la presentazione da parte della sede ospitante e l’accoglienza; il ruolo del Tutor; l’attività di tirocinio e la valutazione. Prevede inoltre 1 domanda con risposta di tipo dicotomico (SI/NO) e 3 domande facoltative formulate con risposte aperte brevi per consentire un libero giudizio espresso in modo meno strutturato e una libera opinione, seppur soggettiva, circa gli aspetti positivi e negativi dell’esperienza vissuta. (Appendice 1). Abbiamo considerato come soddisfacenti le risposte 3 e 4 e la ricerca riporta i dati raccolti tra gli studenti del CLM in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie – Università degli Studi di Milano – nel periodo 2009/10–2012/13. La compilazione del QVET è obbligatoria dall’anno accademico 2010/11 per ciascuna esperienza di tirocinio.

Risultati

Riportiamo i dati più significativi che abbiamo osservato negli anni e che sono stati utili per la presa di decisioni nella progettazione, pianificazione e gestione del percorso formativo di tirocinio e del PT.

Nella sezione dedicata al Tutor, alla domanda “se ha chiare le competenze che lo studente della Laurea magistrale deve apprendere nel tirocinio e se ti ha guidato nella redazione della relazione finale”, anche se i giudizi sono sempre stati positivi, negli anni si è assistito ad un trend di miglioramento.

Probabilmente questo è dovuto al fatto che il Coordinatore ha cercato gradualmente un contatto sempre più diretto con le sedi e con i Tutor stessi, supervisionando e condividendo la stesura del progetto nei contenuti e nei metodi e il regolamento dell’attività. Inoltre le sedi accreditate negli anni sono cambiate e sono state escluse quelle non più rispondenti a specifici criteri di adeguatezza secondo gli obiettivi propri della magistrale (Tab. 1).

Relativamente alla compilazione della relazione, vi è un trend in miglioramento probabilmente dovuto al fatto che negli anni, con la modifica dell’Ordinamento e del piano di studi, agli studenti sono state date migliori opportunità per approfondire conoscenze e competenze teoriche e pratiche nell’ambito della metodologia della ricerca (Tab. 2).

Nella sezione dedicata al tirocinio, alla domanda “se l’organizzazione dell’attività ti ha permesso di migliorare le tue conoscenze e le tue competenze”, si è assistito ad un trend sempre più positivo, probabilmente dovuto al fatto che negli anni si è posta sempre maggiore attenzione nella scelta dei Tutor, nominati dal Coordinatore tra figure di elevata qualificazione professionale per curriculum e competenza e di riconosciuta esperienza per il ruolo e l’Ufficio, identificati anche tra i Ricercatori e i Professori di ruolo dell’Ateneo e tra ex studenti ora Dottori magistrali (Tabb. 3-4).

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Nella sezione dedicata al tirocinio, alla domanda “se l’attuale modello di tirocinio (progetto di tirocinio) è adeguato alla formazione dello studente”, si è assistito negli anni ad una sempre maggiore soddisfazione: questo predispone ad ipotizzare che il PT, definito esclusivamente di una delle tre aree specifiche della magistrale (ricerca, didattica e management) sia pertinente agli obiettivi del corso di studio (Tab. 5).

Dai dati emerge come la maggior parte degli studenti sia soddisfatta dell’esperienza vissuta (Tab. 6) e la consiglierebbe ad altri (Tab. 7). Probabilmente questo è dovuto anche al fatto che al I anno lo studente compila la scheda Entering Behaviuor che intende mapparlo per formazione di base e post base, per esperienza e vissuto professionale e personale e indagarne le aspettative rispetto al percorso intrapreso in modo da definire un PT il più possibile rispondente ai bisogni formativi del discente, quindi personalizzato ma rispondente agli obiettivi del core curriculum magistrale.

Discussione

Dai risultati sembra emergere l’adeguatezza del QVET quale strumento di valutazione dell’esperienza vissuta nel tirocinio, utile per la presa di decisioni relativamente alla progettazione e pianificazione dell’attività esplicitata nel PT in una delle tre aree specifiche del percorso magistrale (didattica, ricerca e management). Il questionario è stato adeguato anche per intervenire nei processi di definizione delle sedi scelte per le convenzioni e dei Tutor.

Come altri autori riteniamo infatti importante la valutazione della soddisfazione dello studente anche nella pratica e dell’impatto di strategie tutoriali nei differenti setting educativi (Maloney et al, 2013; Palese et al, 2008).

Il processo di verifica dell’offerta formativa degli Atenei da parte dell’ANVUR rappresenta un momento storico e non dovrebbe essere considerato unicamente come un obbligo di legge o un mero adempimento formale ma come un’opportunità per una valutazione critica dell’offerta formativa e di riflessione per un miglioramento che deve avere una ricaduta oggettiva sull’offerta formativa, così come il QVET.

Un questionario simile al QVET è in corso di sperimentazione in alcuni corsi di studio dell’area della Riabilitazione e i dati, seppur mostrando una generale soddisfazione rispetto all’esperienza vissuta, sembrano far emergere alcune criticità: variabilità organizzative tra sezioni didattiche di un unico Corso di studi, sensazione da parte degli studenti che gli Assistenti al tirocinio non siano pienamente a conoscenza degli obiettivi e che talvolta non vi sia integrazione tra attività teorica e pratica, la necessità di piani di formazione per i formatori e di incontri periodici tra coordinatori e referenti delle sedi in convenzione. Questi risultati ci sembrano indicativi per la presa di decisioni progettuali anche in questi corsi di studio e quindi possiamo considerare il QVET come uno strumento di Classe.

Conclusioni

In linea generale gli studenti del CLM in Scienze Riabilitative sembrano soddisfatti dell’esperienza vissuta, così come confermato anche da altri dati oggetto di una ricerca in corso che intende studiare le opportunità occupazionali dopo la Laurea magistrale: molti studenti infatti dal PT hanno avuto occasioni di up grading come contratti di stage presso Centri di ricerca (CNR), ammissione a corsi di Dottorato e ruoli apicali (coordinamento e dirigenza di Unità Operative e Aree riabilitative e Corsi di Studio).

La scheda di valutazione dell’esperienza di tirocinio per il Corso di Laurea magistrale in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie ci sembra uno strumento innovativo, poco documentano dalla letteratura italiana ed internazionale; trasversale, perché applicabile a tutti corsi; adeguato perchè rispondente ai principi del progetto AVA dell’Anvur; valido come strumento per la presa di decisioni nella progettazione e gestione del processo formativo di tirocinio e realizzabile, anche in considerazione del fatto che, in collaborazione con il Centro per la Tecnologia del nostro Ateneo, stiamo settando una versione on line.

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Cita questo articolo

Mari D., Grasso C., Freddi A., Baratelli L.K., Bernardelli G., La scheda di valutazione dell’esperienza di tirocinio: uno strumento di classe. Studio osservazionale nel CLM in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, Università degli Studi di Milano, Medicina e Chirurgia, 65: 2942-2945, 2015. DOI:  10.4487/medchir2015-65-4

Il Portfolio. Studio preliminare dell’entering behaviour delle competenze, conoscenze e aspettative degli Studenti del CLM in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarien.59, 2013, pp.2637-2641, DOI: 10.4487/medchir2013-59-4

Abstract

Background: In Italy, the Master’s Degree in Health Sciences and Rehabilitation is a quite recent educational project and at the University of Milan it was inaugurated in 2008. The Master’s Degree focuses on a formative program that encourages the development of the health professions cultural progress through the acquisition of knowledge and skills in three specific areas: research, teaching and management. Students from eight professional first cycle graduate backgrounds can access to this Degree.
Aim: Since an educational project should be constructed on the formative needs and expectations of learners, our purpose was to characterize the freshmen and evaluate if the Master’s Degree curriculum adopted at the University of Milan fits with this criterion.

Methods: Through a portfolio, consisting of a questionnaire on students’ entering behaviour, we carried out a descriptive analysis of the characteristics of the freshmen, their initial level of knowledge and competence in the three formative areas and their expectations towards the post-graduate course and the traineeship. The study took into account 76 students of four different academic years.
Results: The results underline a fluctuating distribution of students age and differences in educational qualification, working experience, role of responsibility. The questionnaire reveals how, between the three formative areas, students consider management and research those of lesser knowledge and, therefore, of greater interest. The analysis of learners’ expectations show how students evaluate the Master’s Degree title as a possibility of professional development, especially towards coordination or managerial positions. Conclusions: Data are important for a correct ideation of the formative course about contents and logistic aspects. This study is an useful starting point for administering the resources among the three formative areas and it should be complemented by a thorough comparison with the world of work in order to highlight on which educational domain focus more in the future.

Articolo

Introduzione

Il processo di formazione delle professioni sanitarie in Italia è caratterizzato da un lungo ed articolato percorso durato circa 60 anni, la cui ultima fase è rappresentata dai Decreti Ministeriali n. 136 del 2 aprile 2001 e n. 270 del 22 ottobre 2004 che hanno istituito rispettivamente i Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie (LM/SNT), individuando le Classi di appartenenza finalizzate a formare laureati secondo gli specifici profili professionali, ed i percorsi di Laurea specialistici poi magistrali1, il cui progetto didattico mira ad assicurare un approccio metodologico specifico-professionale negli ambiti formativi della didattica, dell’organizzazione-management e della ricerca.

La rapida evoluzione con cui in questi anni si sono programmati ed attivati nuovi percorsi formativi e succeduti diversi Ordinamenti didattici, ha permesso di attivare una politica d’innovazione per una migliore formazione, ma la velocità del cambiamento ha reso difficile soffermarsi ad analizzare la correlazione effettiva tra bisogni formativi e progetti didattici, l’efficacia dei percorsi e le proposte educative. In questo caso il ruolo della Conferenza Permanente delle Classi di Laurea delle Professioni Sanitarie è stato fondamentale per colmare spazi vuoti lasciati da una normativa in continua trasformazione, mettendo a disposizione un modello di progetto formativo che, nel rispetto della transizione delle normative, fosse vantaggioso sotto il profilo della formazione2.

Nonostante siano trascorsi alcuni anni dall’avvio dei Corsi di Laurea Magistrale (CdLM), sul territorio italiano si continua ad evidenziare disomogeneità nei percorsi e contenuti formativi, nei piani curriculari e negli obiettivi pedagogici.

Uno studio condotto in dodici sedi didattiche italiane, oltre ad aver evidenziato una variabilità rispetto ai settori scientifico-disciplinari attivati negli Ordinamenti didattici e nei Piani di Studio dei percorsi magistrali ed al valore in crediti loro attribuiti, ha anche dimostrato una grande difformità dei crediti formativi del percorso di tirocinio in termini di  differenze quantitative tra le diverse figure professionali della Classe e tra il I e il II anno di corso ed in termini di numero di ore corrispondenti. Infine, lo studio descrive anche una vasta discordanza tra le proposte pedagogico-formative dell’esperienza di tirocinio: esse possono, infatti, riguardare la formulazione di un progetto di tirocinio, l’esperienza in ambito pedagogico-formativo, la partecipazione ad attività tutoriali, la frequenza in Unità Operative-Reparti e l’esperienza in ambito manageriale. Ancora più ampia autonomia è lasciata alla definizione dei contenuti, degli obiettivi, delle finalità e dei metodi3.

La popolazione studentesca del percorso magistrale presenta caratteristiche sensibilmente diverse rispetto a quella delle lauree di primo livello. I discenti dei Corsi di Laurea triennali sono generalmente un gruppo omogeneo per età, formazione e vissuto professionale; essi devono imparare il sapere (campo intellettivo), il saper essere (campo della comunicazione) e il saper fare (campo gestuale) secondo la tassonomia di Guilbert. Viceversa gli studenti dei CdLM, sono largamente eterogenei per età, formazione di base e post base, esperienza e competenze maturate in campo lavorativo e ruolo professionale ricoperto, ed esprimono anche aspettative difformi rispetto alla nuova esperienza formativa.

La storia relativamente recente dei CdLM giustifica in parte l’assenza di una valutazione della loro strutturazione, in termini di contenuti ed organizzazione, e della loro finalità in relazione alle richieste dei discenti ed a quelle che giungono dal mondo lavorativo in continua evoluzione. Pertanto, partendo dal presupposto che un progetto educativo debba essere costruito tenendo in considerazione le esigenze formative dei discenti, questo studio di tipo qualitativo si prefigge di valutare, attraverso la caratterizzazione degli studenti, se ed in quale misura il curriculum adottato presso il CdLM in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie dell’Università degli Studi di Milano risponde a questo prerequisito4,5.

I risultati di questo studio preliminare potranno risultare degli utili indicatori per rilevare punti di forza e di debolezza dell’impianto formativo in termini di contenuti, processi e metodi, così come fornire delle strategie per risolvere le criticità individuate.

Metodo

Lo studio qualitativo ha coinvolto la totalità degli studenti immatricolati al CdLM in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie dell’Università degli Studi di Milano (n=101) negli anni accademici dal 2008/2009 al 2012/2013. Nello specifico la coorte presa in esame è costituita da 67 Fisioterapisti, 4 Ortottisti, 4 Logopedisti, 4 Educatori professionali (EP), 9 Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica (TeRP), 2 Terapisti Occupazionali (TO), 11 Terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (TNPEE).

Al momento dell’immatricolazione al CdLM agli studenti è stata proposta la compilazione di un Portfolio rappresentato dalla scheda Entering behaviour (riportata in http://www.quaderni-conferenze-medicina.it/), un questionario semi-strutturato costruito ad hoc per indagare il livello iniziale di conoscenze, competenze maturate, attitudini, convinzioni e motivazioni del discente6,7,8. Il questionario è stato accompagnato da una lettera di presentazione dello studio. Le risposte sono state raccolte in un database di Microsoft Access®.

Risultati

Età anagrafica

Al fine di descrivere la distribuzione dell’età anagrafica degli studenti, sono state individuate quattro classi di uguale ampiezza: 21-30, 31-40, 41-50 e 51-60. La classe 21-30 anni è quella maggiormente rappresentata, mentre la classe 51-60 anni risulta quella meno numerosa. Inoltre, nel corso dei cinque anni accademici considerati, si assiste ad un progressivo aumento di discenti appartenenti alla classe 21-30 anni e, parallelamente, ad una diminuzione di quelli della classe 51-60 anni. Le due classi intermedie sono entrambe caratterizzate da un trend fluttuante, ma se considerate nell’insieme, la numerosità è costante (Tab. 1).

Background formativo

I dati dimostrano un progressivo aumento degli studenti in possesso del titolo di Laurea di I livello delle professioni sanitarie della Classe L/SNT2 e, allo stesso tempo, una diminuzione di quelli che accedono al corso magistrale con il Diploma universitario che, tuttavia, rappresenta il titolo di studio del 30% degli immatricolati al CdLM nel quinquennio considerato. Un numero modesto di studenti ha conseguito un Master di I livello (9%) e solo 1 è in possesso di un titolo di Laurea in altro ambito formativo (Tab. 2).

Profilo professionale

I profili professionali dei discenti non sono equamente distribuiti e rappresentati: la maggioranza degli studenti ha il titolo di Laurea in Fisioterapia (67%), mentre si evidenzia l’assenza di laureati in Podologia dal momento che rappresentanti di questa figura professionale non hanno nemmeno mai partecipato  al test di ammissione. Le altre figure professionali della Classe 2 sono rappresentate in modo variabile  nei diversi anni accademici (Fig. 1).

Esperienze lavorative e di docenza

L’85% degli intervistati è occupato (Fig. 2) e, tra questi, il 13% ricopre ruoli di responsabilità (posizione apicale o di coordinamento).

Il 42% documenta pregresse esperienze di insegnamento o tutorato in ambito accademico nel ruolo di docente a contratto, tutor o assistente di tirocinio in Corsi di Laurea triennali.

Autovalutazione delle conoscenze in ambito formativo, organizzativo-gestionale e di ricerca

I risultati descritti nella Fig. 3 mostrano come la maggioranza degli studenti ritenga inappropriate le proprie conoscenze pregresse in ambito organizzativo-gestionale e della ricerca.

Aspettative

Come descritto in Fig. 4, il 48 % degli studenti si aspetta che il percorso magistrale possa essere utile per un upgrade professionale verso ruoli manageriali all’interno del Sistema Sanitario Nazionale.

Dalle risposte degli studenti si evince, inoltre, come l’interesse verso il campo della ricerca sia ritenuto puramente fine ad un miglioramento culturale personale e non direttamente spendibile per ottenere miglioramenti del ruolo professionale. Infine, gli studenti ritengono che il CdLM possa esclusivamente consolidare le loro conoscenze in ambito didattico dal momento che le stimano di livello già sufficiente.

Discussione

In questo studio il questionario Entering behaviour è stato proposto per mappare le caratteristiche degli iscritti al CdLM in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie al fine di verificare se e cosa modificare del curriculum formativo e nel progetto di tirocinio per meglio adattarlo alle necessità ed alle aspettative degli studenti. Gli aspetti maggiormente significativi ottenuti dall’elaborazione dei dati sono quelli relativi all’età, al profilo professionale, alle competenze pregresse e al livello di conoscenze al momento dell’immatricolazione.

Dai dati raccolti risulta come, a partire dall’anno accademico 2009/2010, ci sia stato un progressivo aumento di studenti di età compresa tra i 21 e 30 anni ed una parallela e diminuzione di quelli tra i 51 e 60 anni. Le due classi di età intermedia (31-40 e 41-50 anni) sono caratterizzate da un trend oscillate, ma se vengono considerati unitamente il loro numero è costante e rappresenta circa la metà della popolazione totale (49%). I dati sembrano in accordo con quanto discusso in recenti eventi nazionali, durante i quali si è sottolineata una progressiva riduzione dell’età dei discenti ed una maggiore attrattività del CdLM verso i neolaureati. Lo studio evidenzia, inoltre, come un’età anagrafica più avanzata correli, nella maggioranza dei casi, con una maggiore e più varia esperienza in ambito professionale con soggetti che ricoprono ruoli apicali dirigenziali e di coordinamento. Nel complesso, queste informazioni suggerirebbero come il percorso formativo sia attrattivo indipendentemente dall’età e dal ruolo professionale: per i neolaureati la formazione magistrale potrebbe significare l’occasione per un maggiore approfondimento di conoscenze e competenze richieste per intraprendere opportunità occupazionali future e solo marginalmente acquisite nel percorso di I livello o nei pochi anni di esperienza professionale, mentre per i soggetti più anziani, l’occasione formativa per consolidare il ruolo già ricoperto.

La popolazione dei discenti è caratterizzata per la maggior parte da fisioterapisti (65%): questa  massiva presenza potrebbe trovare ragione e giustificazione nell’elevato numero di posti legiferati annualmente dai Decreti Ministeriali per i corsi di studio, definiti sulla base di specifici fabbisogni sia a livello regionale che nazionale, rispetto agli altri profili della Classe 2. Inoltre, è ragionevole ipotizzare che in Italia, il titolo di Dottore Magistrale possa essere maggiormente valutato e spendibile nelle progressioni di carriera dei fisioterapisti rispetto agli altri profili professionali della Classe di più recente istituzione. Tuttavia tra gli immatricolati al CdLM, soprattutto negli ultimi anni accademici, la presenza di fisioterapisti è leggermente in calo a fronte di una crescita, seppur ancora modesta, di altre figure professionali come i TNPEE e i TeRP; resta costante l’assenza di laureati in Podologia. Se questa situazione dovesse essere confermata negli anni accademici futuri, è auspicabile che il CdLM prenda in considerazione opportune modifiche di Ordinamento, Regolamento e Piano di studi introducendo nuovi insegnamenti disciplinari in ragione del raggiungimento degli obiettivi formativi della Classe.

L’85% dei discenti si definisce studente-lavoratore: questo aspetto ha un peso rilevante sull’organizzazione logistica del CdLM dal momento che influenza direttamente la sua attrattività. Poiché il percorso magistrale, da Regolamento didattico, presuppone la frequenza obbligatoria ai corsi, è evidente che in futuro il progetto formativo dovrà tenere in considerazione questa particolare necessità promuovendo azioni che mettano gli studenti-lavoratori nelle condizioni di poter più facilmente accedere ai corsi attraverso, ad esempio, una calendarizzazione delle lezioni in giorni non lavorativi e forme di insegnamento alternative rispetto a quello d’aula come l’e-learning. L’uso di tecnologia multimediale trova, infatti, sempre più spazio non solo come complemento alla formazione in presenza, ma anche come percorso didattico rivolto ad utenti aventi difficoltà di frequenza in presenza9,10. Infine, la miscellanea di studenti-lavoratori con esperienza professionale e studenti non lavoratori senza esperienza professionale rappresenta un punto chiave nella realizzazione di un progetto pedagogico che definisca contenuti appropriati ai bisogni formativi degli studenti per i vari curricula ed equilibrati rispetto alle tre aree formative (didattica, management e ricerca).

L’autovalutazione delle proprie conoscenze ha evidenziato come più della metà degli studenti si giudichi impreparata nell’ambito organizzativo-gestionale e della ricerca (rispettivamente 60% e 59%). Tali risultati potrebbero essere giustificati dal fatto che né il management né la ricerca sono tra i principali obiettivi formativi dei Corsi di Laurea triennale. Competenze in ambito organizzativo-gestionale sono dichiarate non del tutto adeguate anche per quei soggetti che ricoprono ruoli apicali o di coordinamento: questo dato potrebbe essere motivato dal fatto che tali posizioni sono talvolta attribuite per lo più per anzianità di servizio che non per competenze acquisite.

L’ambito della ricerca è quello che, al momento dell’immatricolazione, evidenzia le maggiori lacune formative: questa situazione potrebbe trovare un’ulteriore spiegazione nel fatto che, ad oggi, in Italia la ricerca nell’ambito delle professioni sanitarie ha un ruolo poco rilevante e quindi anche professionisti con una lunga carriera difficilmente si sono trovati ad operare in un contesto dove venisse promossa ed attuata.

Infine, la buona considerazione degli studenti nei confronti delle loro competenze didattiche potrebbe derivare dal fatto che molti hanno ricoperto il ruolo di docente a contratto, di tutor o di assistente di tirocinio in ambito accademico a differenti livelli e per periodi di tempo diversi.

Prendendo in considerazione le aspettative nei confronti del percorso magistrale, è evidente come gli studenti si aspettino di usufruire del titolo per accedere a posizioni lavorative di maggior prestigio, identificate soprattutto nei ruoli di coordinamento e manageriali nel contesto del Servizio Sanitario Nazionale. Pertanto anche il loro interesse si focalizza maggiormente sulla formazione in ambito organizzativo-manageriale, sottovalutando o non conoscendo del tutto l’ampia applicabilità e spendibilità lavorativa del titolo di laureato magistrale al di fuori del sistema sanitario.

Nel complesso, i dati di questo studio riferiti ai titoli di studio di base e post base, al background culturale e professionale e alle aspettative dei discenti risultano, inoltre, importanti nell’orientare le scelte metodologiche per la costruzione del progetto di tirocinio che prevede un percorso secondo un obiettivo formativo ricompreso negli ambiti specifici del profilo del laureato magistrale (ricerca, didattica, management), programmato, pianificato, progettato e supervisionato dal formatore e predisposto con rigore riconoscendo le competente iniziali.

Conclusioni

I dati ottenuti dall’autovalutazione possono essere considerati un interessante punto di partenza per meglio gestire le risorse a disposizione del CdLM nei tre diversi campi formativi. Infatti, questo tipo di valutazione potrebbe divenire utile per la costruzione un programma ed un progetto didattico nel rispetto dell’Ordinamento ed adeguati alle aspettative ed ai bisogni del discente, ed essere un feedback per stimare l’eccellenza dell’impianto formativo per obiettivi, contenuti, processi e metodi, anche nell’ottica del processo di accreditamento avviato dall’ANVUR11.

Tuttavia, per dare maggiore credibilità al percorso di studi, i dati qui presentati dovrebbero essere integrati con una successiva ricerca sull’outcome e sullo stato occupazionale in modo tale da valutare quali competenze curriculari siano maggiormente richieste dal mondo lavorativo e il loro l’effettivo raggiungimento. Parte della scheda Entering behaviour potrebbe infatti divenire ulteriore materia di studio per valutare se e come le conoscenze del discente si siano modificate dopo il processo di apprendimento, se ed in che modo siano state applicate anche a distanza di tempo (6-12 mesi) nella pratica lavorativa ed, infine, come ed in che misura l’apprendimento sia stato motivo di cambiamento sia nell’approccio alla professione che nel ruolo ricoperto.

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Cita questo articolo

Bernardelli G., Vizzotto L., Mari D., Bernabè B., Filippini F., Moscheni C., LIl Portfolio. Studio preliminare dell’entering behaviour delle competenze, conoscenze e aspettative degli Studenti del CLM in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, Medicina e Chirurgia, 59: 2637-2641, 2013. DOI:  10.4487/medchir2013-59-4