Analisi dei Risultati del Progress Test 2017 dei Corsi di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentarian.78, 2018, pp. 3487-3493, DOI: 10.4487/medchir2018-78-2

Abstract

On March 29, 2017 the first Progress Test (PT) was made in all Italian Dental Schools, on a voluntary basis, as an initiative of the “Conferenza Permanente dei Presidenti di Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria”.

The percentage of Italian Dental Schools participating was very high, only 3 Schools, Catanzaro, Perugia and Milano Cattolica, did not participated. The number of participating students was high ranging from 44% to 97% in the different Schools.

In this first Progress Test 3572 students participated to the first session, 3484 to the second session considering 5192 students of all Dental Schools (69% in the first session and 67% in the second session). Considering the good results, the “Conferenza Permanente dei Presidenti di Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria” decided to program a new Progress Test for March 2018.

Key words:Conferenza Permanente dei Presidenti di Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria, Progress Test

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Il 29 marzo 2017 è stato effettuato il primo Progress Test (PT) nelle sedi dei Corsi di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria delle sedi italiane, su base volontaria, come iniziativa della Conferenza Permanente dei Presidenti di Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria. La percentuale di scuole dentali italiane che hanno partecipato è stata molto alta, solo 3 scuole, Catanzaro, Perugia Milano Cattolica, non hanno aderito alla iniziativa. Il numero di studenti partecipanti è stato elevato, oscillando dal 44% al 97% nelle diverse sedi.

In questo primo PT, 3572 studenti hanno partecipato alla prima sessione, 3484 alla seconda sessione su un numero complessivo di 5192 (69% nella prima sessione e 67% nella seconda sessione). Considerando i buoni risultati, la Conferenza Permanente dei Presidenti di Corso Magistrale di Odontoiatria e Protesi Dentaria ha deciso di programmare un nuovo Progress Test per marzo 2018.

Parole Chiave:Conferenza Permanente dei Presidenti di Corso di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria, PROGRESS TEST

Articolo

Introduzione

Il giorno 29 marzo 2017 alle ore 9.00 si è svolto il primo Progress Test effettuato nei Corsi di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria degli Atenei Italiani.

In Italia attualmente sono attivi 36 Corsi di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, i cui curricula sono per lo più sovrapponibili in tutte le sedi, situazione che fa sì che il prodotto finale, ossia il laureato in Odontoiatria e Protesi Dentaria, sia sufficientemente sovrapponibile indipendentemente dalla sua sede di formazione.

L’introduzione dell’ammissione a numero programmato sulla base del superamento di una prova di ingresso uguale in tutte le sedi permette, inoltre, che la popolazione ammessa sia piuttosto omogenea. È, comunque, essenziale, per verificare l’efficacia della didattica valutare il reale grado di apprendimento del discente.

Per tali motivi, il 15 novembre 2006, la Conferenza Permanente dei Presidenti di Consiglio di Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia aveva aggiunto un nuovo tassello alla “mission” di migliorare la qualità della formazione degli studenti di Medicina e, di conseguenza, dei futuri medici organizzando in 25 Corsi di Laurea un progetto pilota centrato sul “Progress Test” somministrato a studenti del primo, quarto e sesto anno di corso.

I principali obiettivi che erano alla base di questo progetto pilota erano i seguenti: “1) capire e verificare se l’acquisizione cognitiva delle informazioni ottenute nel corso degli insegnamenti è una variabile continua oppure no; 2) valutare se vi è una perdita di conoscenze relative alle Scienze di Base nel corso degli ultimi anni del curriculum medico; 3) promuovere la responsabilità dello studente verso un’auto-valutazione oggettiva della propria preparazione, così da renderlo capace di porre autonomamente rimedio alle carenze della propria preparazione; 4) valutare se il Progress Test possa essere considerato una possibile forma di valutazione routinaria (annuale) nel corso di laurea; 5) fornire un’occasione per riflettere sulla struttura del curriculum valutando l’eventualità di attuare azioni correttive”(1). Questo primo “progetto pilota” aveva coinvolto 3496 studenti. Da allora la Conferenza Permanente dei Presidenti di Consiglio di Corso di Laurea Magistrale in Medicina e Chirurgia ha inserito il Progress Test tra i metodi di valutazione degli studenti di Medicina.

Il 27 luglio 2016 la Conferenza Permanente dei Presidenti dei Corsi di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria ha deliberato all’unanimità di attivare il Progress Test anche per gli studenti di Odontoiatria e Protesi Dentaria. La Conferenza ha deliberato, inoltre, di sottoporre al test tutti gli studenti di tutti e 6 gli anni di Corso.

Il test è stato somministrato in tutta Italia nello stesso giorno, il 29 marzo 2017, in contemporanea. Il test è stato suddiviso in due prove: la prima prova dalle 9:00 alle 12:00, la seconda dalle 14:00 alle 17:00. Il test era composto complessivamente da 300 domande del tipo a scelta multipla (“nozionistiche” e “di ragionamento”) e le domande sono state divise per ambiti disciplinari: 150 nell’area delle Discipline di Base e Mediche e 150 nell’Area delle Discipline Odontoiatriche. Le domande sono state preparate da vari docenti dei diversi corsi di Laurea Italiani. Per il risultato del test sono state valutate solo le risposte corrette alle quali è attribuito un punto.

Dalle premesse si può evidenziare che è stata studiata ed istituita già da molti anni la metodologia del Progress Test come strumento idoneo ai fini della valutazione sul grado di progressione e/o regressione relativo alle conoscenze acquisite dagli studenti lungo gli anni di corso nei diversi atenei italiani.

Il Progress Test

Le diverse branche della medicina in questo periodo storico hanno a disposizione grandi e differenti quantità di conoscenze attinenti le varie patologia, gli strumenti diagnostici a disposizione, le risorse terapeutiche e le tecniche riabilitative. Tuttavia un problema di particolare rilievo che affligge il mondo della sanità in generale è che i medici non sono spesso preparati ad affrontare i fondamentali bisogni di salute provenienti dalla società.

Nel passato vi era una forte convinzione che la valutazione della didattica, per produrre risultati efficaci, dovesse essere orientata soprattutto alla valutazione delle capacità di apprendimento significativo da parte dello studente (2). L’apprendimento dello studente, accanto alla necessaria considerazione degli aspetti qualitativi e quantitativi orientati ad un’ottica di un continuo processo di miglioramento, rappresenta perciò il maggior punto di riflessione e di analisi del sistema universitario in generale ed in particolare dei Dipartimenti di Scienze Mediche. Tuttavia è importante realizzare che il vero apprendimento può essere gestito solo dallo studente.

E’ un processo cognitivo in cui i docenti non possono interferire e proprio per tale ragione può essere ottenuto solo da lui stesso (2).

Il processo formativo dello studente, in passato, era basato sulla qualità di insegnamento del professore. Il docente aveva l’accesso all’intera conoscenza della materia e solo lui era a conoscenza dei segreti e del codice deontologico per esercitare in modo ottimale la professione.

Per questo motivo egli era considerato sia la “fonte” sia la “risorsa” del processo educativo medico. L’obiettivo dell’educazione medica è sempre stato quello di far assimilare allo studente un insieme di conoscenze non solo nella forma di dati ma anche e soprattutto sul piano concettuale, cognitivo e delle abilità manuali, addestrandolo nello stesso momento su come utilizzare tutte queste abilità per gestire in modo efficace il paziente.

Tuttavia con la velocità di espansione delle conoscenze mediche in atto ai nostri giorni, diventa sempre più evidente che non è possibile insegnare la disciplina in maniera esaustiva, considerato anche la crescente complessità dei programmi di studio che rende difficile la comprensione in toto dei diversi aspetti.

Un tentativo per operare la concreta riforma dell’educazione medica al fine di ottenere un buon risultato verte sulle tre componenti di un programma di formazione professionale e richiede che vengano riformate contemporaneamente.

Le tre componenti in questione sono:

  • Curriculum
  • Strategie per un apprendimento efficace
  • Valutazione

Il “Core Curriculum”è considerato il sapere minimo necessario per essere certificati come “conoscitori” della materia. Rappresenta uno strumento avente la funzione di guidare i docenti nell’insegnamento, e allo stesso momento funge da guida per gli studenti nel loro processo di apprendimento.

La scelta dei contenuti da includere nel Core Curriculum risponde a precise finalità e necessità oggettive nonchè al tempo reale che gli studenti possono dedicare all’apprendimento nell’arco della durata del loro corso di laurea. Il Core Curriculumcontiene e delimita i diversi aspetti che i futuri medici devono apprendere come indispensabile all’inizio del loro iter professionale. L’obiettivo principale è quello di formare medici che non solo siano addestrati ed istruiti, ma anche formati ed educati ad esercitare una professione che richiede molte competenze tecniche ma che deve anche, necessariamente, sviluppare i fondamenti umanistici sul piano delle relazioni umane.

Il Core Curriculum, in pratica:

  • consente il raggiungimento degli obiettivi formativi qualificanti presenti nel decreto istitutivo della classe del Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria nell’ottica di un sistema che vede protagonista l’apprendimento degli studenti;
  • definisce una linea di confine tra i contenuti essenziali e i contenuti culturali accessori, utili ma non indispensabili al neolaureato;
  • facilita la mobilità internazionale degli studenti, consentendo il riconoscimento dei crediti formativi universitari (CFU) a livello europeo (3).

La formazione teorica e tecnica ha lo scopo di educare i nuovi medici creando i presupposti necessari affinché siano in grado di affrontare in modo agevole e con professionalità le situazioni cliniche del paziente, definendo di volta in volta i diversi scenari diagnostici con l’obiettivo finale di preparare professionisti competenti.

Se la formazione medica si propone di raggiungere gli obiettivi della con conoscenza nelle discipline mediche, allora gli educatori medici devono svilupparne gli obiettivi di apprendimento. Secondo alcune ricerche psicopedagogiche effettuate su campioni di studenti è emerso che, attraverso il normale processo di apprendimento, solo per brevi periodi gli studenti riescono a recepire ed a ricordare una vasta quantità di informazioni.

Molti di loro, inoltre, sembrano dimenticare le nozioni superata la prova di esame e, soprattutto, sembrano non avere una completa padronanza di quello che hanno studiato. Molti studenti non riescono a ricordare le conoscenze acquisite, perché non hanno sviluppato una consapevolezza critica. Difettano di una prospettiva chiara del contesto e dell’importanza clinica del loro processo di apprendimento durante i primi anni universitari soprattutto a causa della mancanza di integrazione fra gli insegnamenti delle due grandi categorie di studi: Scienze di Base e Scienze Cliniche. Purtroppo, ancora oggi, la maggioranza dei curriculum degli studi medici in Italia si basa su una visione “teacher-centered”, in quanto la formazione del medico era basata sul docente, e non “student-centered”, cioè globale e basata sullo studente.

La maggior parte dei docenti italiani continua ad insegnare la propria materia come se fosse quella più importante del percorso di studi, non essendo matura la visione che l’obiettivo principale è quello di sviluppare nello studente le abilità necessarie al problem solving, oltre ad una necessaria capacità critica, di analisi e di sintesi.

Questo bagaglio di conoscenze, di capacità e di abilità dovrà essere reso operativo in tutte le situazioni che si presenteranno durante la futura vita professionale del medico. Queste rappresentano le “skills” necessarie che si ritiene il docente debba trasmettere allo studente assieme alla gran mole di nozioni che, seppur utili, rivestono poca praticità.

Quindi per poter raggiungere questi scopi è importante che ci sia:

  1. un addestramento pratico più efficace;
  2. sviluppo di nuovi metodi di valutazione che si focalizzino sulle competenze;
  3. miglioramento degli standards di ricerca per l’educazione medica;
  4. superamento del concetto negativo di valutazione.

La valutazione non ha fini meramente statistici, ma deve essere concepita come un momento informativo e di ausilio per gli studenti teso a migliorare il proprio lavoro. Un simile concetto si discosta molto dalla percezione che si ha della valutazione come momento di giudizio del proprio operato, molto spesso in negativo.

Tradizionalmente i docenti tendono ad attribuire una valutazione solo dopo che il processo di apprendimento è finito. In questo modo si crea un divario tra l’apprendimento dello studente ed il risultato ottenuto. In realtà la valutazione è parte integrante del processo di apprendimento e deve essere contestuale ad esso. Gli insegnanti devono avere una idea chiara circa gli obiettivi che lo studente deve raggiungere al termine del corso e al quale devono essere comunicati. Tuttavia, si deve cercare di andare oltre al tipico esame di valutazione.

ANALISI GENERALE DEI RISULTATI DEL PT DELL’AA 2016-7

I dati che sono stati analizzati riguardano PT somministrato agli studenti dei Corsi di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria dei seguenti Atenei:

Università degli Studi de L’Aquila;

Università degli Studi di Bari;

Università degli Studi di Bologna;

Università degli Studi di Brescia;

Università degli Studi di Cagliari;

Università degli Studi di Catania;

Università degli Studi di Chieti;

Università degli Studi di Ferrara;

Università degli Studi di Firenze;

Università degli Studi di Foggia;

Università degli Studi di Genova;

Università degli Studi di Messina;

Università degli Studi di Milano;

Università degli Studi di Milano “Bicocca”;

Università Milano Vita- Salute San Raffaele;

Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia;

Università degli Studi di Napoli Federico II;

Università degli Studi della Campania;

Università degli Studi di Palermo;

Università degli Studi di Padova;

Università degli Studi di Parma;

Università degli Studi di Pavia;

Università degli Studi di Pisa;

Università Politecnica delle Marche;

Università degli Studi di Roma La Sapienza;

Università degli Studi di Sassari;

Università degli Studi di Trieste;

Università degli Studi dell’Insubria;

Università degli Studi di Verona.

Schermata 2018-09-04 alle 15.39.53

Nella Tabella 1 sono indicate le materie di Scienze di Base e Scienze Cliniche oggetto del Test somministrato agli studenti di Odontoiatria.

Schermata 2018-09-04 alle 15.41.07

Nella Tabella 2 sono riportati i partecipanti per sede alle due prove, nel complesso hanno partecipato oltre il 67% degli studenti attesi in 31 sedi universitarie.

ANALISI DI SCIENZE DI BASE

La partecipazione al Test per Scienze di Base dunque è stata complessivamente buona.

Schermata 2018-09-04 alle 15.43.14

La Tabella 3 invece riguarda l’evoluzione temporale della preparazione degli studenti a livello nazionale.

Viene così evidenziato che per la disciplina di “Anestesiologia e Chirurgia Generale”, ma soprattutto per la “Radiologia”, vi è stato un progressivo miglioramento negli anni; quest’ultima ha raggiunto l’85% di risposte esatte al 6° anno.

Schermata 2018-09-04 alle 15.39.21 Schermata 2018-09-04 alle 15.39.35

Le percentuali medie delle risposte corrette date dagli studenti di tutte le Università sono confrontate per ogni disciplina con l’aiuto di un Diagramma Target (Grafico 2).

Si può vedere che la più bassa percentuale di risposte esatte fornite dagli studenti su scala nazionale è, per Scienze di Base, la disciplina di “Scienze comportamentali”.

La più alta risulta “Istologia e Anatomia”. Le stesse analisi sono svolte anche per l’altra categoria di domande oggetto del PT, cioè Scienze Cliniche.

ANALISI DI SCIENZE CLINICHE

Dalla Tabella 4 si evince che gli studenti hanno, a livello nazionale, migliorato la propria preparazione per tutte le materie cliniche, in particolar modo per “Conservativa” ed “Endodonzia” dove gli studenti hanno totalizzato all’ultimo anno rispettivamente il 77% e il 78% di risposte giuste. Per la disciplina di “Clinica Odontostomatologica” all’ultimo anno è stato totalizzato mediamente l’88%, quindi un ottimo risultato complessivo.

Schermata 2018-09-04 alle 15.44.04

Per Scienze Cliniche, la percentuale più bassa risulta la materia di “Gnatologia” con il 20%, mentre la percentuale massima è stata raggiunta per “Patologia Orale” con il 62%.

Schermata 2018-09-04 alle 15.43.31Schermata 2018-09-04 alle 15.43.42

CONCLUSIONI

Il Progress Test rappresenta un buon indicatore per la valutazione dei progressi delle conoscenze acquisite nel corso degli anni di formazione. I risultati spingono a continuare con questa metodologia perché può essere utilizzata per migliorare, sotto tutti i punti di vista, la didattica/apprendimento della odontoiatria nelle nostre sedi, sfruttando al massimo quello che è uno degli obiettivi più importanti del Progress Test, cioè fornire allo studente una riflessione sul suo personale sviluppo di conoscenze e competenze.

Nell’analisi statistica sui Corsi di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria viene in particolar modo evidenziato l’andamento delle discipline individuali degli studenti dal 1° anno fino all’ultimo e la valutazione concerne gli scenari di crescita e/o decrescita circa il livello di preparazione degli studenti e i risultati complessivi globali per Scienze di Base e Scienze Cliniche per ogni ateneo.

Dall’analisi emergono dati in grado di far confluire la valutazione su molteplici aspetti. Infatti dal confronto tra la loro performance e la media italiana viene messo in evidenza quali sono le discipline di Scienze di Base o Scienze Cliniche che hanno minore rendimento per aumentare la qualità della didattica e per far sì che gli studenti al termine dei 6 anni abbiano una preparazione adeguata perché saranno loro i medici odontoiatri del futuro e devono essere in grado di affrontare ogni tipo di problema di salute attraverso la conoscenza della materia e lo sviluppo di un pensiero critico, il quale può essere raggiunto solo attraverso uno studio indotto proprio dall’efficacia dell’insegnamento dei docenti.

Bibliografia

  1. Tenore A, Basili S, Lenzi A. Il Progress Test, dal novembre 2006 al novembre 2014 Quaderni della Conferenze Permanenti delle Facoltà e delle Scuole di Medicina. 2015(68):3089- 93.
  2. Skelton AM. Promoting Teaching Excellence, through fellowship schemes, three important issues to consider. Medical Education. 2003;37(3):188-90.
  3. Council. GM. Tomorrow’s doctors. Recommendations on undergraduate medical education. London: Keik & Reid; 1993.

Cita questo articolo

Crocetta C., Brindisi M., Lo Muzio L., Analisi dei Risultati del Progress Test 2017 dei Corsi di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria, Medicina e Chirurgia, 78: 3487-3493, 2018. DOI: 10.4487/medchir2018-78-2

Notizie dall’ANVUR, dal CUN, dal SISM, dalle Conferenze Permanenti dei Corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, dalla Conferenza Permanente delle Classi di Laurea delle Professioni Sanitarien.74, 2017, pp. 3376-3677

Agenzia Nazionale Valutazione Università e Ricerca – ANVUR

Stagione questa densa di impegni istituzionali per l’ANVUR. Il primo aspetto che riguarda da vicino il mondo della Medicina è il varo dell’Indicatore per la valutazione del livello scientifico dei Collegi di Docenza delle Scuole di Specializzazione in ambito sanitario. Accanto quindi agli indicatori ed ai requisiti AGENAS, l’Osservatorio delle Scuole ha approvato e fatto proprio anche l’indicatore di qualità scientifica proposto da ANVUR. Esso, dopo una discussione molto ampia e trasparente con l’Osservatorio stesso, risulta essere formulato in questo modo:

  • indicatore discreto, ottenuto mediando sui professori ordinari, associati e ricercatori che risultano docenti negli SSD caratterizzanti la tipologia, denominato indicatore A in grado di tener conto della produzione scientifica com-plessiva: in particolare, esso assume per ogni docente valori pari rispettivamente a 0; 0,4; 0,8; 1,2 a seconda che il docente componente del collegio superi 0, 1, 2 o 3 valori soglia relativi alla propria Fascia di riferimento, calcolati per il settore concorsuale di riferimento, secondo quanto disposto nel DM n. 602, 29 luglio 2016. I valori soglia per ciascuna Fascia sono i seguenti:
  • per i professori di prima fascia, quelli relativi ai Commissari;
  • per i professori di seconda fascia, quelli relativi ai professori ordinari;
  • per i ricercatori, quelli relativi ai professori associati.

I requisiti minimi relativi alla capacità di ricerca saranno ritenuti soddisfatti se l’indicatore ASN sull’intero colle-gio assumerà valore pari o superiore a 0,7.

Si precisa ulteriormente che anche i partecipanti al bando per l’insegnamento nelle Scuole di Specializzazione provenienti dal Sistema Sanitario Nazionale sono tenuti a raggiungere almeno una delle tre soglie ASN.

Pur comprendendo bene l’impegno da parte delle Scuole, anche da un punto di vista strettamente amministrativo gestionale, l’accoglienza molto positiva da parte dell’ambito studentesco credo che possa confortare soprattutto l’Osservatorio nelle scelte effettuate, che riaffermano comunque un ruolo fondamentale della valenza scientifica all’interno di una struttura formativa che, giova ripeterlo,è equiparata in questo ambito al Dottorato di Ricerca. Simile riflessione d’altra parte ANVUR ha aperto nei confronti delle Scuole di Specializzazione di Psicologia che, seppur non allineate oggi alle Scuole di ordine sanitario, sono estremamente vicine e congruenti con l’impegno terapeutico e diagnostico nel generale sistema della salute nel nostro paese.

Tutti ricorderanno dalla rubrica del numero precedente la responsabilità dell’Agenzia nel formulare il calcolo di un apposito “Indicatore Standardizzato della Performance Dipartimentale” (IPSD), atto a determinare la posizione degli stessi nella distribuzione nazionale della VQR nei rispettivi settori scientifico disciplinari, allo scopo di attribuire, ad ognuno il relativo ISPD. Questo è destinato al finanziamento quinquennale dei dipartimenti di eccellenza delle università statali, così come individuati e selezionati ai sensi e per gli effetti dell’articolo 2 delle “Norme in Materia di Università e di Ricerca” della legge finanziaria (legge 232/2016) . Lo stesso articolato poi al comma 318 demanda al giudizio di una Commissione ministeriale di sette membri, appositamente costituita, l’emanazione finale della graduatoria di tali Dipartimenti destinati pertanto al finanziamento. Da parte di ANVUR, cui spettava l’indicazione di tre nominativi da cui il MIUR avrebbe estratto due dei sette membri, erano stati forniti in data 8 Maggio u.s. i profili dei seguenti ricercatori, in ordine alfabetico:

  • Prof.ssa Maria Esteban;
  • Prof. Carlo Sirtori;
  • Prof. Giulio Tononi.

La scelta del MIUR è caduta sui primi due scienziati.

Paolo Miccoli
Membro Consiglio Direttivo ANVUR

 

Consiglio Universitario Nazionale

Nel Mese di marzo 2017, dopo il parziale rinnovo del CUN e l’elezione della Presidente, è stata rinnovata l’organizzazione interna del Consiglio, con la definizione degli assetti organizzativi . E’ stata costituita la Giunta di Presi-denza di cui fa parte il Prof. Mario Amore, sono state rin-novate le Commissioni permanenti e sono stati costituiti il “Gruppo di Lavoro per la Comunicazione” e “ la Commissione speciale “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione” e il Gruppo di lavoro “ITC e lauree professionalizzanti.”

Nel periodo febbraio -maggio 2017, il CUN, tramite l’attività istruttoria della III Commissione Permanente «Politiche per la valutazione, la qualità e l’internazionalizzazione della Formazione Universitaria», ha vagliato gli ordinamenti di 949 Corsi di Laurea e Laurea Magistrale, di 5 Scuole di Specializzazione di area medica, di 1 Scuola di Specializzazione di area psicologica e di 2 Scuole di Specializzazione dell’area dei beni culturali. Sono stati esaminati 122 ordinamenti di nuova istituzione di Corsi di Laurea o Laurea Magistrale e 1 ordinamento di nuova istituzione di una Scuola di Specializzazione dell’area dei beni culturali. Sono stati esaminati 827 ordinamenti modificati di Corsi di Laurea o Laurea Magistrale e 5 ordinamenti di Scuole di Specializzazione di area medica aperte a non medici, 1 ordinamento di Scuola di Specializzazione di area psicologica e 1 ordinamento di Scuola di Specializzazione dell’area dei beni culturali.

Nell’adunanza del 3 maggio si è svolta l’audizione del Presidente del Comitato nazionale dei garanti per la ricerca (CNGR), prof. Andrea Lenzi. Nel corso del suo intervento il prof. Lenzi ha affrontato: 1) il tema della revisione del-la classificazione degli ambiti disciplinari e della scienza proponendo un modello in cui alle tre grandi macro -aree proposte dal CUN (simili alle ERC e ricomprendenti le 14 aree CUN) si affianchino i SSD, con le declaratorie sostitu-ite da parole chiave, non univoche ma libere in virtù della multidisciplinarietà e interdisciplinarietà della scienza; a questo proposito ha fatto riferimento a quanto già prefigu-rato in occasione del Convegno “Università e sistema pae-se: per un governo partecipato dello sviluppo” organizzato dal CUN nel giugno del 2008; 2) il tema delle procedure di reclutamento locale da parte degli Atenei.

Nel corso di questi mesi sono stati prodotti diversi documenti come quello sulla Legge di Bilancio 2016 e finanziamento ordinario delle Università: alcune analisi e proposte del CUN con il quale il CUN chiede alla Ministra, Sen. Valeria Fedeli, che nella formulazione del decreto ministeriale di assegnazione del FFO per il 2017 e negli analoghi provvedimenti per gli anni successivi si tengano in considerazione le osservazioni proposte alla sua at-tenzione, al fine di ridurre gli effetti distorsivi che taluni provvedimenti già approvati potrebbero avere in futuro sul finanziamento pubblico del sistema universitario e un testo sulle Linee Guida 2017 per l’accreditamento dei corsi di dottorato: prime osservazioni del CUN. (Nota MIUR n. 11677 del 14 aprile 2017) con il quale il CUN, rimettendo alla sede politico-amministrativa la valutazione delle criti-cità evidenziate e l’adozione degli eventuali provvedimenti di competenza, formula talune prime osservazioni, urgen-ti, in merito alle Linee Guida 2017 per l’accreditamento dei corsi di dottorato che, a distanza di soli tre anni dalle precedenti Linee Guida (Nota MIUR n. 436 del 24 marzo 2014), introducono nuovi criteri.

Tra le mozioni approvate si segnalano Mozione “Per un aggiornamento e per una maggiore flessibilità delle classi di laurea e di laurea magistrale” con la quale il CUN, attualmente impegnato nell’esame degli ordinamenti didattici presentati dagli Atenei italiani, constatando quanto le esigenze rappresentate dalle comunità accademiche trovino sempre più difficilmente risposta nel quadro di regole che disciplinano attualmente l’esercizio dell’autonomia didattica, chiede alla Ministra Fedeli il man-dato a presentare proposte di manutenzione delle classi di laurea e laurea magistrale, a dieci anni dalla loro definizio-ne per opera dei DD.MM. del 16 marzo 2007 a norma del DM 22 ottobre 2004, n. 270 e di particolare interesse per l ‘Area Medica la mozione del 18/05/2017. Mozione CUN sulle modalità di ammissione alle Scuole di specializzazione di area sanitaria, con la quale il Consiglio Universitario Nazionale, accogliendo favorevolmente l’annuncio relativo alla semplificazione dell’ammissione alle Scuole di Specia-lizzazione di Area Medica contenuto in una nota dell’Ufficio stampa del MIUR diffusa il 13 maggio 2017, si raccomanda che le modifiche alle modalità di accesso al concorso non determinino ritardi nell’avvio delle attività delle Scuole, che nelle prove di accesso si valorizzino sia le diverse attitudini degli studenti e il loro percorso formativo, e inol-tre che le borse di studio siano utilizzate razionalmente e completamente. Il Consiglio Universitario Nazionale racco-manda altresì di chiedere ai candidati l’indicazione di un numero prefissato di scelte, limitato ma ragionevolmente ampio, differenziate in due Aree, e infine auspica che sia preservato il principio di assegnare una parte del punteggio finale attribuito ai candidati al curriculum dei loro studi universitari, ivi compresa la tesi di laurea.

Manuela Di Franco
Consigliere CUN Aera 06

Segr. Generale

Conferenza permanente dei Presidenti dei corsi di laurea magistrale in odontoiatria e protesi dentaria

Il giorno 7 aprile 2017 presso l’Aula Asclepio del Centro Congressi San Raffaele in Via Olgettina 58, Milano, si sono svolti i lavori della Conferenza Permanente dei Presiden-ti dei Corsi di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria Conferenza. Il Presidente della Conferenza ha presentato “Il Progress test 2017 in Odontoiatria: attese e risultati”. Per la prima volta, infatti, il 29 marzo 2017 si è svolto il Progress test anche per i studenti dei Corsi di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria.

Nel prossimo numero della rivista verrà dato ampio spazio ai risultati del primo Progress Test dei Corsi di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria Italiani.

Prof. Lorenzo Lo Muzio

Presidente della Conferenza Permanente dei Presidenti dei Corsi di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi dentaria

 

Notizie dalla Conferenza Permanente delle Classi di Laurea delle Professioni Sanitarie

La Conferenza Nazionale dei Corsi delle Lauree Sanitarie e delle Lauree Magistrali sta vivendo una primavera intensa che porterà al Meeting del 22 e 23 settembre p.v. una importante svolta su una serie di questioni-chiave.

Una svolta per il Progress Test: la sinergia con l’ANVUR. L’ufficio di Presidenza ha incontrato il prof. Miccoli, il dott. Cecchi e il dott. Ciolfi dell’ANVUR. Dal 2008 il progress test stato utilizzato dalla Commissione Nazionale di Fisioterapia (team leader Pillastrini), di Infermieristica (team leader Brugnolli) e di Logopedia (team leader Budriesi). Mentre in questi ambiti lo stato della sperimentazione è avanzato, altre Commissioni si stanno attrezzando per sviluppare un proprio Progress Test (es. Tecnici di Radiologia Medica), quale strumento di miglioramento continuo della forma-zione e di feedback agli studenti, ai docenti, ai tutor sulla preparazione dei propri candidati per individuare azioni di miglioramento. Fin dal 2012, con una propria mozione, la Conferenza aveva chiesto agli organi competenti di avere supporto dal punto di vista informatico e per la elaborazio-ne dei dati. Nella necessità di transitare da una fase basata sulla disponibilità ad una messa a sistema del processo, anche al fine di produrre risultati comparabili, la Presiden-za e il prof. Pillastrini hanno incontrato in fasi diverse i rappresentanti dell’ANVUR che stanno lavorando sul TE-CON e su TECOD. In tali incontri è emersa la possibilità concreta di collaborare con ANVUR che assicurerebbe la costruzione di una piattaforma gratuita attraverso CINECA su cui trasferire i progress test, e quindi l’elaborazione dei dati e la loro restituzione. Gli studenti parteciperanno al TECOD (ovvero il progress test) ed anche al TECON. Tale collaborazione non genererebbe costi aggiuntivi agli Ate-nei partecipanti. La sinergia con ANVUR è già stata avviata e nel meeting di settembre saranno esposte le modalità della collaborazione e riferiti i lavori delle Commissioni (Fisioterapia, Infermieristica) che hanno sottoposto il pro-prio progress test alla valutazione analitica delle sue pro-prietà all’ANVUR.

È necessario considerare le specificità delle lauree sa-nitarie nel sistema AVA. Nel processo AVA, Scheda SUA e documenti di riesame ciclico, non emerge la specificità di alcuni indicatori di qualità ed efficacia formativa dei CdS delle professioni sanitarie; pertanto, la Giunta, dopo articolato dibattito ha deciso di inviare all’ANVUR (Presidente prof. Graziosi e Consigliere Miccoli) e per conoscenza alla Dott.ssa Maria Letizia Melina – Ministero dell’Università ed alla Dott.ssa Rossana Ugenti – Ministero della Salute, nonché al CUN ed ai Presidenti delle altre Conferenze, una nota in cui si afferma che i Corsi dell’Area Sanitaria stanno affrontando il processo di autovalutazione, valutazione ed accreditamento con molto impegno ed energia nella considerazione dell’alto valore strategico per sviluppare la qualità della formazione dei professionisti da mettere a di-sposizione al sistema Paese. Ha segnalato l’esigenza di rap-presentare efficacemente le peculiarità dei CdS dell’area sanitaria negli strumenti di valutazione ed accreditamento in uso: in posizione preminente, rispetto ad altri elementi, il fatto che i CdS sono espressione di una forte integrazio-ne tra Ministeri della Università e quello della Sanità che, attraverso le Regioni, mette a disposizione le risorse; non seconda, la componente professionalizzante ed abilitante dei corsi, sviluppata principalmente attraverso il tirocinio la cui importanza è segnata anche dalla quantità di crediti (=60) svolti presso strutture del Sistema sanitario, conven-zionate o accreditate, sotto la guida di professionisti sanita-ri esperti. Sulla base di queste premesse, si sono suggeriti i seguenti aspetti di attenzione nella valutazione a distanza ed in loco dei documenti SUA, riesame e riesame ciclico:

Considerato che i fabbisogni dei CdS sono definiti a livello nazionale e regionale con cadenza annuale e plurien-nale e che i profili di competenza attesi sono disciplinati da decreti ministeriali, non sono proprie di questi corsi la definizione del fabbisogno di posti programmati e dei pro-fili di competenze attraverso indagini di mercato. Tuttavia, si suggerisce di verificare che il CdS si attenga alle indicazioni di fabbisogno formulate dalle Regioni ed al profilo di competenza atteso dai decreti ministeriali in materia.

Per quanto attiene alle consultazioni delle parti sociali al fine di dibattere l’appropriatezza del curriculum e le scelte da intraprendere rispetto ai bisogni emergenti, si suggerisce di considerare che queste includano almeno: a) le organizzazioni rappresentative del mondo delle professioni (Collegi/Ordini/Associazioni) e dei servizi (Dirigenti delle professioni Sanitarie), b) nonché i settori lavorativi emergenti (es. case di riposo, privato, libera professione) dove spesso i neoassunti iniziano il loro percorso lavorativo.

Si suggerisce inoltre di orientare i CdS ad una consulta-zione almeno triennale, ovvero a ciclo formativo concluso, al fine di poter meglio registrare eventuali problematiche ed intraprendere successive azioni di miglioramento su una coorte consistente di laureati, soprattutto per i CdS a numerosità limitata.

Per quanto attiene alla indispensabile componente professionalizzante di questi CdS, si raccomanda di valutare e verificare che ciascun corso abbia effettivamente a disposizione un direttore/coordinatore delle attività formative professionalizzati appartenente al profilo del corso di studio; si raccomanda inoltre di valutare la presenza di tutor professionali dedicati al corso, appartenenti al medesimo profilo come indicato nei protocolli Regione-Università. In tale verifica, si suggerisce di considerare se è definita una quantità di tempo tutoriale “dedicato” alla didattica professionalizzante (compresi i laboratori). Pertanto, nell’indicatore R1.C ‘competenza ed aggiornamento dei propri docenti’ nonché ‘reclutamento e qualificazione’ si suggerisce di considerare anche la componente professionalizzante messa a disposizione dalle regioni. Non da ultimo, per la loro rilevanza, si suggerisce che nel gruppo di riesame sia presente il Direttore/coordinatore delle attività formative professionalizzanti e di tirocinio.

In accordo ai contenuti del Decreto Interministeriale del 19 febbraio 2009 che prevedono almeno 3 CFU di attività di laboratorio registrati anche in carriera dello studente, si chiede di verificare la presenza di laboratori dedicati ai CdS delle professioni sanitarie per effettuare simulazioni precliniche; poiché le attività formative professionalizzanti (tirocini) compongono 1/3 del percorso formativo, si raccomanda di valutare – in analogia a quanto accade per i programmi dei moduli /insegnamenti- la presenza di almeno i seguenti aspetti:

 

  1. la struttura del sistema di responsabilità: la presenza di un Direttore/coordinatore delle attività formative professionalizzanti/di tirocinio; di tutor dedicati messi a disposizione in larga misura del sistema sanitario regionale, o laddove possibile, dall’università o da esterni;
  2. la rete formativa, che dovrebbe essere riportata pubblicamente sul sito web del CdS, e reperibile anche trami-te apposito link nella scheda SUA;
  3. i meccanismi di programmazione, gestione e valutazione del tirocinio con particolare rifermento agli obiettivi di competenza attesi ed ai sistemi di valutazione delle competenze raggiunte dagli studenti;
  4. il sistema tutoriale individuato per accompagnare gli studenti nell’apprendimento pratico, nonché le strategie formative attivate per preparare i tutori ad assistere efficacemente gli studenti in tirocinio;
  5. il sistema di valutazione utilizzato per rilevare siste-maticamente, in analogia alla didattica, la qualità delle esperienze di apprendimento in tirocinio (opinioni de-gli studenti sui tirocini).

Si suggerisce infine di verificare che i CdS raccolgano dati sui punti di forza e di miglioramento con le modalità che ritengono più efficaci (questionari on line, conferenze annuali, audit su incidenti critici) dalle aziende sanitarie/ ospedaliere e dalle altre strutture della rete formativa (in convenzione o di cui al protocollo di intesa). Si suggerisce di valutare che in tali processi di valutazione siano coinvolti stakeholder aziendali, referenti organizzativi per gli stage, tutor clinici nelle forme che ciascun CdS definirà con le proprie aziende partner e all’interno dei protocolli di intesa. Si suggerisce di verificare che i CdS includano quanto emerso tra le azioni di miglioramento dei propri documenti di riesame e ne monitorizzino comunicando l’esito nell’anno successivo.

Inoltre, poiché la Conferenza ha prodotto documenti di indirizzo (Consensus Conference sugli standard attesi per le attività formative professionalizzanti; per la valutazione delle competenze cliniche/tecniche) e guidato sperimentazioni didattiche (es. progress test) a cui via via i CdS hanno aderito, si suggerisce di tenerne in considerazione. L’implementazione di tali processi costituisce elemento di qualità dei CdS perché basati sul confronto con buone pratiche documentate in letteratura o di benchmarking tra sedi per promuovere il miglioramento continuo.

E’ necessario rivedere le modalità di ammissione alle Lauree Magistrali delle professioni sanitarie: È stata definita una proposta di modifica delle modalità di accesso alle lauree magistrali che appare necessaria sulla base dell’esperienza di questi anni e dell’evoluzione dei bisogni dei servizi. In particolare, la Giunta ha proposto ai com-petenti organi ministeriali di continuare a prevedere ac-cessi in deroga al numero programmato e prescindendo dall’espletamento della prova selettiva per favorire la qualificazione di professionisti che già occupano posizioni apicali nel sistema sanitario e/o incarichi di docenza profes-sionalizzante in ambito universitario. Questi, – in base alle normative attuali – dovranno gradualmente regolarizzare la propria posizione attraverso l’acquisizione della laurea magistrale attinente. Poter contare su docenze a contratto qualificate anche con la laurea magistrale, nonché su posi-zioni apicali in possesso di questa avanzata qualificazione, questo passaggio appare strategico per gli effetti positivi che potrà avere sui Corsi di studio e sul sistema sanitario nel suo complesso. Diversamente, non sembra più ne-cessaria l’ammissione in deroga di “coloro che risultino in possesso del titolo rilasciato dalle Scuole dirette a fini speciali per dirigenti e docenti dell’assistenza infermieri-stica ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 162 del 1982”, perché si ritiene esaurita questa esigenza. Inoltre, rispetto ai titoli di accesso (pre-requisiti), la con-ferenza ha proposto di non attribuire alcun punteggio ai titoli (Diploma regionale 5 punti, Diploma Universitario 6 punti, Diploma di Laurea 7 punti) poiché costituiscono requisiti di accesso alla laurea magistrale. La Conferenza ha inoltre proposto di valorizzare l’esperienza professionale prestata sia nei servizi sanitari pubblici che privati, come pure l’esperienza di direzione o coordinamento dei servizi; e di distribuire i punteggi in modo omogeneo tra le clas-si (attualmente diversificati per la prima) attribuendo i 20 punti disponibili tra:

  1. titoli accademici o formativi di durata non inferiore a sei mesi (max 8 punti);
  2. attività professionali certificata nella funzione apicale o di coordinamento di una delle professioni sanitarie ricomprese nella classe di laurea magistrale di interesse idoneamente documentate e certificate, presso servizi sanitari e socio-sanitari sia pubblici che privati (max 6 punti);
  3. attività professionali certificata nell’esercizio di una delle professioni sanitarie ricomprese nella classe di laurea magistrale di interesse, idoneamente documentate e certificate, presso servizi sanitari e socio-sanitari sia pubblici che privati (max 6 punti).

Infine, la Giunta ha suggerito di realizzare la selezione nel mese di settembre in analogia alle altre procedure al fine di assicurare l’immediato avvio dell’anno accademico e il suo completo svolgimento. La nota è stata spedita alla Dott.ssa Maria Letizia Melina, Direttore della D.G. per lo studente, lo sviluppo e l’internalizzazione della formazione superiore, Ministero dell’Università e della Ricerca ed alla Dott.ssa Rossana Ugenti, Direttore Generale delle risorse umane e delle professioni sanitarie Ministero della Salute.

Infine, la Giunta ha suggerito di realizzare la selezione nel mese di settembre in analogia alle altre procedure al fine di assicurare l’immediato avvio dell’anno accademico e il suo completo svolgimento. La nota è stata spedita alla Dott.ssa Maria Letizia Melina, Direttore della D.G. per lo studente, lo sviluppo e l’internalizzazione della formazione superiore, Ministero dell’Università e della Ricerca ed alla Dott.ssa Rossana Ugenti, Direttore Generale delle risorse umane e delle professioni sanitarie Ministero della Salute.

Esiti del monitoraggio adeguamento delle prove fi-nali alla nuova circolare ministeriale. E’ stata monitorata l’applicazione della Circolare del 29 settembre us in cui i Ministeri dell’Università e della Salute che, prendendo atto delle Linee guida di indirizzo in materia approvate il 12 settembre 2013 dalla Conferenza, ha precisato che la prova pratica “può svolgersi secondo due modalità alternative: a) simulazione pratica, strutturata in modo da permettere al candidato di dimostrare di aver acquisito le conoscenze e le abilità pratiche, tecniche e relazionali inserite nel conte-sto operativo previste dal profilo; e, b) prova a domande a risposta chiusa e aperta su casi clinici o situazioni paradig-matiche della pratica professionale”. Tale Circolare precisa che entrambe le modalità potranno essere integrate con un colloquio orale in accordo alle Associazioni/Collegi di categoria mentre NON sono considerate valide eventuali prove scritte con quiz valutativi delle sole conoscenze te-oriche. Dal monitoraggio condotto, tutti i corsi di laurea si stanno via via allineando a questa modalità.

Le nuove priorità di lavoro. La Giunta ha discusso su tematiche rilevanti/prioritarie trasversali ai vari CdS su cui attivare documenti o iniziative di indirizzo. In particolare è emersa l’esigenza di avviare la revisione delle Lauree Magistrali: si è già te-nuta una riunione con il CUN Area medica per esplorare possibili spazi di sviluppo degli ordinamenti delle lauree magistrali, con finalità di consultazione tecnica. È stato quindi attivato un gruppo di lavoro per raccogliere sugge-rimenti al fine di arrivare ad un progetto sperimentale; progettare l’alta formazione – Summer School per neo-coordinatori/direttori: è necessario offrire un percorso di alta formazione per i coordinatori/direttori e tutor dei corsi di laurea al fine di diffondere i materiali della conferenza, fidelizzare ma anche di condividere ed accrescere strumenti e metodi di miglioramento della qualità della for-mazione. La proposta sarà presentata durante il Meeting di settembre.

Alvisa Palese,
Segretario Generale

Segretariato Italiano Studenti in Medicina – SISM

Il SISM, l’Etica Medica e il Workshop sul Conflitto di Interessi nella Pratica Medica

L’Etica rappresenta un solido fondamento della Pratica Medica: è la base che guida e nutre le scelte e le azioni consapevoli che ciascun professionista della Salute pone in essere nell’esercizio della propria professione.

In quanto Associazione di competenza che persegue l’obiettivo di migliorare la formazione dello studente di Medicina, il SISM da circa un decennio si interroga su questioni di Etica, cercando di formare una classe di medici che siano in grado di esercitare la propria professione in maniera critica, tenendo conto del contesto sociale, culturale ed economico che li circonda. D’altronde, lo stesso Codice di Deontologia Medica mette l’accento sui principi di libertà ed indipendenza della professione, nonché sul divieto a soggiacere ad interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi natura; è necessario, quindi, che anche la formazione universitaria sia intrisa di tali principi.

Dal 2010, nel SISM è attivo un progetto che forma gli Studenti su una specifica tematica etica, ovvero il Conflitto di Interessi nella Pratica Medica. Ogni anno, in un Workshop di tre giorni, studenti formatisi ad hoc ed esperti del settore formano altri studenti riguardo le generalità e la vastità di tale fenomeno, per renderli consapevoli di come l’industria del farmaco abbia per propria natura interessi diversi da quelli del medico e di come quest’ulti-mo ne possa essere facilmente influenzato entrandone in contatto. Il SISM ritiene necessario che un futuro medico sia in grado di comprendere e capire i meccanismi che potrebbero mettere la Salute del paziente e la Salute pubblica in secondo piano. Tramite un questionario somministrato prima di frequentare il Workshop ed a conclusione dello stesso, nelle edizioni passate si è potuto constatare un significativo ampliamento delle conoscenze in merito a tale argomento. La totalità dei partecipanti ritiene che tale tema debba essere inserito nel percorso formativo, avvertendo, quindi, una forte necessità di apprendere quanto più possibile sul Conflitto di Interessi, in modo da riconoscerlo e saperlo affrontare.

Dott.ssa Federica Viola Presidente Nazionale 2017 – SISM

Dario Genovese National Officer on Public Health 2016/17 – SISM

Alice Silvestro National Officer on Human Rights and Peace 2016/17 – SISM