Notizie dall’ANVUR, dal CUN, dalla Conferenza Permanente delle Classi di Laurea delle Professioni Sanitarie, dal SISMn.76, 2017, pp.3441-3444

Agenzia Nazionale Valutazione Università e Ricerca – ANVUR

Nella seduta del Consiglio Direttivo del giorno 15 novembre u.s. sono stati approvati in via definitiva gli elenchi degli aventi diritto ai finanziamenti riservati ai Professori Associati e Ricercatori, finanziamento noto come Fondo di Finanziamento alle Attività di Base della Ricerca – Anno 2017 (FFABR 2017)

Nella stessa seduta si e proceduto all’esame preliminare dei progetti atti a formare la graduatoria relativa ai “dottorati innovativi” PON a caratterizzazione industriale. In esito alle risultanze delle valutazioni effettuate dall’ANVUR attraverso Panels costituiti ad hoc nelle diverse Aree CUN borse aggiuntive di dottorati verranno assegnate agli Atenei del Sud cui sono appunto riservati tali fondi a valere su di un finanziamento dell’Unione Europea. Le domande pervenute sono 609 e si prevede di chiudere la procedura entro il mese di Novembre al più tardi.

All’inizio del mese di Ottobre u.s. e scaduto il termine per la presentazione dei progetti da parte dei Dipartimenti di eccellenza a suo tempo selezionati sulla base della graduatoria compilata da ANVUR (indicatore ISPD): tali progetti serviranno a determinare i progetti che avranno accesso al finanziamento quinquennale predisposto e che andrà a premiare i primi 200 Dipartimenti.

Lo scorso 9 Novembre il Tavolo predisposto dall’Agenzia Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha formalmente chiuso i suoi lavori, lavori cui hanno attivamente partecipato rappresentanti di ANVUR, CUN, CRUI CNGR e CODAU. L’ANAC, a seguito dei lavori, formulerà un apposito documento destinato a contenere un importante numero di indicazioni volte a favorire la massima trasparenza nell’ambito delle funzioni proprie degli Atenei Italiani.

Nella stessa data (9 e10 novembre) presso la sede dell’ANVUR, e da questa organizzato congiuntamente con il CNR, si e tenuto un incontro molto importante nell’ambito delle attività del G7 denominato: ”G7 working group on research assessment”: sono stati esaminati temi quali la Terza Missione, la Ricerca Mainstream ed Offstream, Valutazione delle Infrastrutture di Ricerca. Ha chiuso i lavori il professor Massimo Inguscio Presidente del CNR.

Sempre nel mese di Novembre si sono altresì chiusi i lavori del Gruppo costituito presso l’ANVUR allo scopo di operare una indagine conoscitiva sulle Professioni e Professionalità nelle Università Italiane.

Al Tavolo hanno partecipato rappresentanti delle Aree 06, 07, 08, 09, 11b,12 e 13. Tali lavori sono esitati in un voluminoso Libro Bianco che sarà presentato a tutto il mondo accademico nel corso di un evento pubblico che si terra il giorno 12 DICEMBRE p.v. presso l’Auditorium Antoniano di Viale Manzoni a Roma.

Per finire si segnala che una Commissione ANVUR creata ad hoc all’interno dello stesso Consiglio Direttivo ha ultimato la stesura delle Linee guida per l’accreditamento iniziale e periodico delle Scuole Superiori a Ordinamento Speciale. Tali linee guida, create per definire procedure e criteri valutativi per gli accreditamenti stessi, dopo opportuno confronto con il MIUR, saranno oggetto di un’approvazione definitiva ad opera del Consiglio Direttivo.

Prof. Paolo Miccoli Membro Consiglio Direttivo ANVUR

 

Consiglio Universitario Nazionale

Dopo la pausa estiva in un incontro tra il CUN e il Capo Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca, Prof Mancini, sono state presentate all’Aula le posizioni del MIUR e lo stato delle decisioni ancora in corso in relazione ai seguenti temi: la classificazione dei saperi in relazione alla valutazione della ricerca e alla struttura dell’offerta formativa; le direttrici del dibattito attuale sul reclutamento; le potenzialità e i limiti del reclutamento attraverso le chiamate dirette; la distinzione tra reclutamento e progressione di carriera; la revisione delle classi di laurea; lo stato del finanziamento pubblico all’Università; la mobilita del personale tra Atenei e tra Atenei ed Enti di ricerca.

Il 25 ottobre 2017 la Ministra Valeria FEDELI ha firmato il decreto che ricostituisce l’Osservatorio nazionale per il Diritto allo studio universitario. L’Osservatorio, i cui membri resteranno in carica per tre anni, avrà il compito di presentare proposte per migliorare le prestazioni in materia di diritto allo studio produrre, entro il mese di marzo di ogni anno, una relazione sull’attuazione del diritto allo studio a livello nazionale; realizzare analisi, confronti e ricerche su criteri e metodologie, con particolare riferimento alla valutazione dei costi di mantenimento agli studi, nonchè dei risultati ottenuti; creare un sistema informativo per l’attuazione del diritto allo studio.

Alla fine di ottobre e stato fornito un parere su “Analisi e proposte circa il DDL “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020” Il CUN ha approvato un testo con il quale, ricordando di avere piu volte segnalato la necessita di destinare all’Università pubblica adeguate risorse finanziarie per consentirle di esercitare la sua funzione istituzionale e, in generale, per valorizzare il ruolo dell’istruzione e della conoscenza come strumenti per la crescita individuale e collettiva e per lo sviluppo del Paese, constata ancora una volta con rammarico la mancanza nel disegno di legge di un piano complessivo per il sostegno del sistema universitario e per la risoluzione delle criticità già da tempo evidenziate.

Pertanto, nella convinzione che il disegno di legge presentato il 29 ottobre preveda misure che avranno un impatto significativo sulle politiche gestionali degli Atenei pubblici del prossimo triennio, chiede alla Ministra FEDELI che nella formulazione del testo definitivo della legge “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020” si tengano in considerazione le osservazioni contenute nel testo approvato al fine di adeguare le risorse, attualmente non sufficienti, al raggiungimento dello scopo strategico di sostenere il sistema universitario pubblico.

Il 9 novembre e stata pubblicata sul sito www.cun.it la Guida alla scrittura degli ordinamenti didattici (A.A. 2018/19) che tra dicembre ( nuove istituzioni) e febbraio (modifiche di ordinamenti gia approvati) dovranno pervenire al CUN per il consueto esame.

Il 10 Novembre la professoressa Carla Barbati, in qualità di Presidente del CUN, e intervenuta alla tavola Rotonda prevista nell’ambito del convegno organizzato dal Dipartimento per la Formazione Superiore e per la Ricerca del MIUR. Alla giornata, che e stata aperta dagli interventi del Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, e della Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, hanno partecipato anche gran parte dei consiglieri del CUN.

Di particolare interesse per l’area medica e stato il parere formulato l’8 novembre sullo” Schema di revisione del regolamento n. 445/2001 concernente gli esami di Stato di abilitazione per medico chirurgo” che sposta il tirocinio post-laurea propedeutico all’esame di abilitazione, all’interno del corso di laurea.

Infine la Commissione V del CUN ha effettuato una raccolta e una disamina dei Regolamenti relativi al tema della selezione e/o valutazione dei Professori di I e II fascia, ex art. 18 e 24 c. 6 della legge 240/2010. A distanza di quasi sette anni dall’approvazione della legge emergono alcuni aspetti critici in alcune procedure, riguardo sia l’organizzazione delle Commissioni sia i requisiti dei candidati. Le osservazioni su queste criticità sono contenute in un documento in via di approvazione, che sarà corredato dalla raccolta dei Regolamenti raccolti dalla Commissione. Ulteriori approfondimenti sul sito www.cun.it

Prof. Manuela Di Franco Consigliere CUN Aera 06, Segr. Generale

 

Conferenza Permanente delle Classi di Laurea delle Professioni Sanitarie

Notizie dalla Giunta della Conferenza Nazionale delle Classi di Laurea delle Professioni Sanitarie Numerosi sono gli impegni assunti a Bologna nell’ultimo Meeting che stanno impegnando la Conferenza Permanente delle Classi di lauree delle Professioni Sanitarie in questi mesi.

Dal punto di vista istituzionale, sta proseguendo sui processi di ‘manutenzione’ delle Lauree Magistrali in accordo alla Mozione CUN (https://www.cun.it/ homepage/evidenza/per-un-aggiornamento-e-per-una- maggiore-flessibilita-delle-classi-di-laurea-e-dilaurea- magistrale/). Il documento gia presentato al Meeting di Bologna, e stato ulteriormente sviluppato a partire dai contributi pervenuti; inoltre, anche alla luce dell’esigenza di valorizzare le competenze specialistiche e di contribuire in modo proficuo alle attivita dell’Osservatorio Permanente delle Professioni presso il Ministero, la Conferenza sta ipotizzando linee di indirizzo sulla progettazione dei Master specialistici e di coordinamento.

Dal punto di vista ‘pedagogico’ e emersa l’esigenza di sviluppare linee guida/documenti di consenso -come peraltro già elaborati in passato- per guidare l’azione tutoriale a favore di studenti non performanti e/o con problemi di salute/disabilita, alla luce dei contributi emersi durante il meeting di Bologna (disponibili nel sito) e dei nuovi indicatori AVA che enfatizzano l’importanza di progressioni di carriera regolari.

La Conferenza Permanente ha inoltre attivato la progettazione della Summer School da offrire ai tutor didattici con ruoli di responsabilità/direzione delle attività di tirocinio di nuova nomina al fine di armonizzare gli standard formativi sul territorio nazionale.

Informazioni in tal senso verranno diffuse a breve.

Non da ultimo, importante evoluzione in questi mesi ha avuto la trasformazione del Progress Test in TECO-D e TECO-T per i CdS in Fisioterapia, Infermieristica e Tecnici di Radiologia. Da tempo la fattibilità del Progress Test era considerata a rischio per la mancanza di un sistema informatizzato capace di garantire analisi e restituzione dei dati in tempi utili sia agli studenti sia ai CdS. L’ANVUR, con l’intervento del Consigliere Prof. Paolo Miccoli, aveva suggerito alla Conferenza Permanente nel suo Meeting 2016 di partecipare alla sperimentazione TECO T già attiva dal 2012 sulla valutazione delle competenze trasversali acquisite dagli studenti durante gli studi universitari. Grazie a questo primo invito, l’Ufficio di Presidenza aveva sviluppato ulteriori rapporti di collaborazione con il Prof. Miccoli e la Vice-Presidente ANVUR Prof.ssa Raffaella Rumiati ipotizzando a fianco del Test TECO-T (finalizzato a rilevare le competenze trasversali negli ambiti di: literacy, numeracy), la trasformazione del Progress Test in Test TECO-D (90 minuti, finalizzato a rilevare le competenze disciplinari specifiche ed elaborato dai Gruppi di lavoro ‘Progress test’ delle diverse Commissioni della Conferenza). L’ANVUR, nell’ambito degli obiettivi di monitoraggio delle competenze trasversali degli studenti universitari, ha accolto il progetto TECOD – il Progress Test dei CdS con esperienza di sperimentazione; ha attivato le relazioni con CINECA per la gestione del test su piattaforma informatica; ha partecipato alla definizione di regole, tempi e modalità per la somministrazione del TECO in aule universitarie informatiche con adeguata sorveglianza per assicurare riservatezza del test. L’ANVUR ha anche offerto continuo monitoraggio e valutazione della qualità delle domande dei test (es. indici di difficoltà; normalizzazione degli score) e gestirà insieme a CINECA il ritorno dei dati a piu livelli: Studente (attestato di esecuzione Progress Test e score), CdS, Ateneo e Conferenza Permanente.

Quest’ultima, che ha promosso lo sviluppo del Progress Test con le Commissioni Nazionali, si impegna ad ampliarne la diffusione, a) mantenendo la ‘paternità’ progettuale, pedagogica, di contenuto e metodologica del Sistema Progress Test; b) promuovendo e sostenendo le 22 Commissioni nella individuazione di referenti e Gruppi di Lavoro per costruire un set di domande specifiche a partire dal core-curriculum; c) promuovendo tra i CdS l’adesione al progetto, la ricerca di strategie per il reclutamento, la motivazione e forme ‘premianti’ per gli studenti partecipanti. Le Commissioni nazionali costituiscono le sedi privilegiate dove saranno analizzati i risultati e individuate azioni di miglioramento (piani di studio, programmi). In questa fase del lavoro nuove Commissioni oltre a quelle già avviate stanno elaborando il proprio ‘Progress Test’ al fine di trasformarlo in TECO-D dopo aver approvato l’adesione negli organi collegiali di Ateneo.

Il processo di riflessione critica per migliorare l’offerta si completa anche quest’anno con l’importante lavoro di Angelo Mastrillo che ha diffuso l’elaborato ‘Dati sull’accesso ai corsi e programmazione posti nell’ A.A. 2017-18’. E stato infine attivato un gruppo di lavoro coordinato dalla prof. Donatella Valente sulla Medicina di Genere che si raccorderà anche con le altre conferenze per sviluppare indicazioni armoniche. Nella prossima primavera la Giunta si riunirà per procedere con la ricca agenda di impegni.

Alvisa Palese Segretario Generale

 

Segretariato Italiano Studenti in Medicina – SISM Outcomes Congresso Nazionale SISM e Auguri

Alla fine di questo 2017 il SISM-Segretariato Italiano Studenti in Medicina vuole condividere con voi due importanti outcomes del proprio lavoro di quest’anno.

Durante il Congresso Nazionale, tenutosi a Tirrenia, Pisa, dal 9 al 12Novembre 2017, sono stati adottati dall’Associazione, due importanti Documenti.

Carta dei Valori Con questo documento il SISM ha voluto delineare, nero su bianco, il proprio profilo di Identità Associativa e raccogliere i principi che ci guidano in ogni attività e nel rapporto con altre Associazioni ed Enti. La Carta dei Valori e stata approvata dopo un anno di intenso lavoro che ha coinvolto i Soci a piu livelli ed e quindi frutto di tutto ciò che e stato fatto in passato, e che ha portato l’Associazione alla consapevolezza presente.

Al suo interno sono descritti gli Scopi Sociali del SISM, la Vision e la Mission delle Aree Tematiche e i Valori individuati dai Soci, che definiscono quindi la cornice etica entro cui sempre cerchiamo di operare: Apartiticità ed Indipendenza, Democraticità, Unita, Uguaglianza, Promozione della Legalità e della Trasparenza, Sostenibilità e Tutela Ambientale, Interprofessionalità e Interculturalità, Uguaglianza, Unita, Formazione e Competenze, Ruolo Politico e Sociale del SISM e diffusione delle Conoscenze.

Policy Statement “Cambiamento Climatico e Salute” Il SISM, vista la situazione attuale, sempre più ha sentito la necessita di affrontare temi quali Sostenibilità ambientale e il contrasto al Cambiamento Climatico, le implicazioni che questo fenomeno ha sulla Salute e le disuguaglianze da esso generate.

Per questo si e giunti all’adozione di questo nuovo Policy Statement.

In esso e sancito l’impegno del SISM ad intraprendere azioni a livello Locale e Nazionale, volte alla diffusione di informazioni e alla creazione di consapevolezza riguardo a questa tematica, sia negli Studenti in Medicina, come futuri professionisti della Salute, sia nella cittadinanza tutta. L’impegno e volto inoltre alla collaborazione con Associazioni che abbiano, in questo contesto, obiettivi comuni, e ad intraprendere ed appoggiare azioni di advocacy in linea con i propri valori Associativi.

Infine, internamente, il SISM si impegna a svolgere le proprie attività ed i propri eventi in un’ottica di Sostenibilità ambientale e a continuare il processo di formazione e progettualità interna.

Questo Policy Statement rappresenta per il SISM un nuovo punto di partenza, un’assunzione di responsabilità ed un impegno ulteriore per la promozione della Salute.

I due documenti sono scaricabili dal sito www.sism.org, nella sezione Downloads.

Federica Viola Presidente Nazionale SISM 2017

Notizie dall’ANVUR, dal CUN, dal SISM, dalle Conferenze Permanenti dei Corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, dalla Conferenza Permanente delle Classi di Laurea delle Professioni Sanitarien.74, 2017, pp. 3376-3677

Agenzia Nazionale Valutazione Università e Ricerca – ANVUR

Stagione questa densa di impegni istituzionali per l’ANVUR. Il primo aspetto che riguarda da vicino il mondo della Medicina è il varo dell’Indicatore per la valutazione del livello scientifico dei Collegi di Docenza delle Scuole di Specializzazione in ambito sanitario. Accanto quindi agli indicatori ed ai requisiti AGENAS, l’Osservatorio delle Scuole ha approvato e fatto proprio anche l’indicatore di qualità scientifica proposto da ANVUR. Esso, dopo una discussione molto ampia e trasparente con l’Osservatorio stesso, risulta essere formulato in questo modo:

  • indicatore discreto, ottenuto mediando sui professori ordinari, associati e ricercatori che risultano docenti negli SSD caratterizzanti la tipologia, denominato indicatore A in grado di tener conto della produzione scientifica com-plessiva: in particolare, esso assume per ogni docente valori pari rispettivamente a 0; 0,4; 0,8; 1,2 a seconda che il docente componente del collegio superi 0, 1, 2 o 3 valori soglia relativi alla propria Fascia di riferimento, calcolati per il settore concorsuale di riferimento, secondo quanto disposto nel DM n. 602, 29 luglio 2016. I valori soglia per ciascuna Fascia sono i seguenti:
  • per i professori di prima fascia, quelli relativi ai Commissari;
  • per i professori di seconda fascia, quelli relativi ai professori ordinari;
  • per i ricercatori, quelli relativi ai professori associati.

I requisiti minimi relativi alla capacità di ricerca saranno ritenuti soddisfatti se l’indicatore ASN sull’intero colle-gio assumerà valore pari o superiore a 0,7.

Si precisa ulteriormente che anche i partecipanti al bando per l’insegnamento nelle Scuole di Specializzazione provenienti dal Sistema Sanitario Nazionale sono tenuti a raggiungere almeno una delle tre soglie ASN.

Pur comprendendo bene l’impegno da parte delle Scuole, anche da un punto di vista strettamente amministrativo gestionale, l’accoglienza molto positiva da parte dell’ambito studentesco credo che possa confortare soprattutto l’Osservatorio nelle scelte effettuate, che riaffermano comunque un ruolo fondamentale della valenza scientifica all’interno di una struttura formativa che, giova ripeterlo,è equiparata in questo ambito al Dottorato di Ricerca. Simile riflessione d’altra parte ANVUR ha aperto nei confronti delle Scuole di Specializzazione di Psicologia che, seppur non allineate oggi alle Scuole di ordine sanitario, sono estremamente vicine e congruenti con l’impegno terapeutico e diagnostico nel generale sistema della salute nel nostro paese.

Tutti ricorderanno dalla rubrica del numero precedente la responsabilità dell’Agenzia nel formulare il calcolo di un apposito “Indicatore Standardizzato della Performance Dipartimentale” (IPSD), atto a determinare la posizione degli stessi nella distribuzione nazionale della VQR nei rispettivi settori scientifico disciplinari, allo scopo di attribuire, ad ognuno il relativo ISPD. Questo è destinato al finanziamento quinquennale dei dipartimenti di eccellenza delle università statali, così come individuati e selezionati ai sensi e per gli effetti dell’articolo 2 delle “Norme in Materia di Università e di Ricerca” della legge finanziaria (legge 232/2016) . Lo stesso articolato poi al comma 318 demanda al giudizio di una Commissione ministeriale di sette membri, appositamente costituita, l’emanazione finale della graduatoria di tali Dipartimenti destinati pertanto al finanziamento. Da parte di ANVUR, cui spettava l’indicazione di tre nominativi da cui il MIUR avrebbe estratto due dei sette membri, erano stati forniti in data 8 Maggio u.s. i profili dei seguenti ricercatori, in ordine alfabetico:

  • Prof.ssa Maria Esteban;
  • Prof. Carlo Sirtori;
  • Prof. Giulio Tononi.

La scelta del MIUR è caduta sui primi due scienziati.

Paolo Miccoli
Membro Consiglio Direttivo ANVUR

 

Consiglio Universitario Nazionale

Nel Mese di marzo 2017, dopo il parziale rinnovo del CUN e l’elezione della Presidente, è stata rinnovata l’organizzazione interna del Consiglio, con la definizione degli assetti organizzativi . E’ stata costituita la Giunta di Presi-denza di cui fa parte il Prof. Mario Amore, sono state rin-novate le Commissioni permanenti e sono stati costituiti il “Gruppo di Lavoro per la Comunicazione” e “ la Commissione speciale “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione” e il Gruppo di lavoro “ITC e lauree professionalizzanti.”

Nel periodo febbraio -maggio 2017, il CUN, tramite l’attività istruttoria della III Commissione Permanente «Politiche per la valutazione, la qualità e l’internazionalizzazione della Formazione Universitaria», ha vagliato gli ordinamenti di 949 Corsi di Laurea e Laurea Magistrale, di 5 Scuole di Specializzazione di area medica, di 1 Scuola di Specializzazione di area psicologica e di 2 Scuole di Specializzazione dell’area dei beni culturali. Sono stati esaminati 122 ordinamenti di nuova istituzione di Corsi di Laurea o Laurea Magistrale e 1 ordinamento di nuova istituzione di una Scuola di Specializzazione dell’area dei beni culturali. Sono stati esaminati 827 ordinamenti modificati di Corsi di Laurea o Laurea Magistrale e 5 ordinamenti di Scuole di Specializzazione di area medica aperte a non medici, 1 ordinamento di Scuola di Specializzazione di area psicologica e 1 ordinamento di Scuola di Specializzazione dell’area dei beni culturali.

Nell’adunanza del 3 maggio si è svolta l’audizione del Presidente del Comitato nazionale dei garanti per la ricerca (CNGR), prof. Andrea Lenzi. Nel corso del suo intervento il prof. Lenzi ha affrontato: 1) il tema della revisione del-la classificazione degli ambiti disciplinari e della scienza proponendo un modello in cui alle tre grandi macro -aree proposte dal CUN (simili alle ERC e ricomprendenti le 14 aree CUN) si affianchino i SSD, con le declaratorie sostitu-ite da parole chiave, non univoche ma libere in virtù della multidisciplinarietà e interdisciplinarietà della scienza; a questo proposito ha fatto riferimento a quanto già prefigu-rato in occasione del Convegno “Università e sistema pae-se: per un governo partecipato dello sviluppo” organizzato dal CUN nel giugno del 2008; 2) il tema delle procedure di reclutamento locale da parte degli Atenei.

Nel corso di questi mesi sono stati prodotti diversi documenti come quello sulla Legge di Bilancio 2016 e finanziamento ordinario delle Università: alcune analisi e proposte del CUN con il quale il CUN chiede alla Ministra, Sen. Valeria Fedeli, che nella formulazione del decreto ministeriale di assegnazione del FFO per il 2017 e negli analoghi provvedimenti per gli anni successivi si tengano in considerazione le osservazioni proposte alla sua at-tenzione, al fine di ridurre gli effetti distorsivi che taluni provvedimenti già approvati potrebbero avere in futuro sul finanziamento pubblico del sistema universitario e un testo sulle Linee Guida 2017 per l’accreditamento dei corsi di dottorato: prime osservazioni del CUN. (Nota MIUR n. 11677 del 14 aprile 2017) con il quale il CUN, rimettendo alla sede politico-amministrativa la valutazione delle criti-cità evidenziate e l’adozione degli eventuali provvedimenti di competenza, formula talune prime osservazioni, urgen-ti, in merito alle Linee Guida 2017 per l’accreditamento dei corsi di dottorato che, a distanza di soli tre anni dalle precedenti Linee Guida (Nota MIUR n. 436 del 24 marzo 2014), introducono nuovi criteri.

Tra le mozioni approvate si segnalano Mozione “Per un aggiornamento e per una maggiore flessibilità delle classi di laurea e di laurea magistrale” con la quale il CUN, attualmente impegnato nell’esame degli ordinamenti didattici presentati dagli Atenei italiani, constatando quanto le esigenze rappresentate dalle comunità accademiche trovino sempre più difficilmente risposta nel quadro di regole che disciplinano attualmente l’esercizio dell’autonomia didattica, chiede alla Ministra Fedeli il man-dato a presentare proposte di manutenzione delle classi di laurea e laurea magistrale, a dieci anni dalla loro definizio-ne per opera dei DD.MM. del 16 marzo 2007 a norma del DM 22 ottobre 2004, n. 270 e di particolare interesse per l ‘Area Medica la mozione del 18/05/2017. Mozione CUN sulle modalità di ammissione alle Scuole di specializzazione di area sanitaria, con la quale il Consiglio Universitario Nazionale, accogliendo favorevolmente l’annuncio relativo alla semplificazione dell’ammissione alle Scuole di Specia-lizzazione di Area Medica contenuto in una nota dell’Ufficio stampa del MIUR diffusa il 13 maggio 2017, si raccomanda che le modifiche alle modalità di accesso al concorso non determinino ritardi nell’avvio delle attività delle Scuole, che nelle prove di accesso si valorizzino sia le diverse attitudini degli studenti e il loro percorso formativo, e inol-tre che le borse di studio siano utilizzate razionalmente e completamente. Il Consiglio Universitario Nazionale racco-manda altresì di chiedere ai candidati l’indicazione di un numero prefissato di scelte, limitato ma ragionevolmente ampio, differenziate in due Aree, e infine auspica che sia preservato il principio di assegnare una parte del punteggio finale attribuito ai candidati al curriculum dei loro studi universitari, ivi compresa la tesi di laurea.

Manuela Di Franco
Consigliere CUN Aera 06

Segr. Generale

Conferenza permanente dei Presidenti dei corsi di laurea magistrale in odontoiatria e protesi dentaria

Il giorno 7 aprile 2017 presso l’Aula Asclepio del Centro Congressi San Raffaele in Via Olgettina 58, Milano, si sono svolti i lavori della Conferenza Permanente dei Presiden-ti dei Corsi di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria Conferenza. Il Presidente della Conferenza ha presentato “Il Progress test 2017 in Odontoiatria: attese e risultati”. Per la prima volta, infatti, il 29 marzo 2017 si è svolto il Progress test anche per i studenti dei Corsi di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria.

Nel prossimo numero della rivista verrà dato ampio spazio ai risultati del primo Progress Test dei Corsi di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi Dentaria Italiani.

Prof. Lorenzo Lo Muzio

Presidente della Conferenza Permanente dei Presidenti dei Corsi di Laurea Magistrale in Odontoiatria e Protesi dentaria

 

Notizie dalla Conferenza Permanente delle Classi di Laurea delle Professioni Sanitarie

La Conferenza Nazionale dei Corsi delle Lauree Sanitarie e delle Lauree Magistrali sta vivendo una primavera intensa che porterà al Meeting del 22 e 23 settembre p.v. una importante svolta su una serie di questioni-chiave.

Una svolta per il Progress Test: la sinergia con l’ANVUR. L’ufficio di Presidenza ha incontrato il prof. Miccoli, il dott. Cecchi e il dott. Ciolfi dell’ANVUR. Dal 2008 il progress test stato utilizzato dalla Commissione Nazionale di Fisioterapia (team leader Pillastrini), di Infermieristica (team leader Brugnolli) e di Logopedia (team leader Budriesi). Mentre in questi ambiti lo stato della sperimentazione è avanzato, altre Commissioni si stanno attrezzando per sviluppare un proprio Progress Test (es. Tecnici di Radiologia Medica), quale strumento di miglioramento continuo della forma-zione e di feedback agli studenti, ai docenti, ai tutor sulla preparazione dei propri candidati per individuare azioni di miglioramento. Fin dal 2012, con una propria mozione, la Conferenza aveva chiesto agli organi competenti di avere supporto dal punto di vista informatico e per la elaborazio-ne dei dati. Nella necessità di transitare da una fase basata sulla disponibilità ad una messa a sistema del processo, anche al fine di produrre risultati comparabili, la Presiden-za e il prof. Pillastrini hanno incontrato in fasi diverse i rappresentanti dell’ANVUR che stanno lavorando sul TE-CON e su TECOD. In tali incontri è emersa la possibilità concreta di collaborare con ANVUR che assicurerebbe la costruzione di una piattaforma gratuita attraverso CINECA su cui trasferire i progress test, e quindi l’elaborazione dei dati e la loro restituzione. Gli studenti parteciperanno al TECOD (ovvero il progress test) ed anche al TECON. Tale collaborazione non genererebbe costi aggiuntivi agli Ate-nei partecipanti. La sinergia con ANVUR è già stata avviata e nel meeting di settembre saranno esposte le modalità della collaborazione e riferiti i lavori delle Commissioni (Fisioterapia, Infermieristica) che hanno sottoposto il pro-prio progress test alla valutazione analitica delle sue pro-prietà all’ANVUR.

È necessario considerare le specificità delle lauree sa-nitarie nel sistema AVA. Nel processo AVA, Scheda SUA e documenti di riesame ciclico, non emerge la specificità di alcuni indicatori di qualità ed efficacia formativa dei CdS delle professioni sanitarie; pertanto, la Giunta, dopo articolato dibattito ha deciso di inviare all’ANVUR (Presidente prof. Graziosi e Consigliere Miccoli) e per conoscenza alla Dott.ssa Maria Letizia Melina – Ministero dell’Università ed alla Dott.ssa Rossana Ugenti – Ministero della Salute, nonché al CUN ed ai Presidenti delle altre Conferenze, una nota in cui si afferma che i Corsi dell’Area Sanitaria stanno affrontando il processo di autovalutazione, valutazione ed accreditamento con molto impegno ed energia nella considerazione dell’alto valore strategico per sviluppare la qualità della formazione dei professionisti da mettere a di-sposizione al sistema Paese. Ha segnalato l’esigenza di rap-presentare efficacemente le peculiarità dei CdS dell’area sanitaria negli strumenti di valutazione ed accreditamento in uso: in posizione preminente, rispetto ad altri elementi, il fatto che i CdS sono espressione di una forte integrazio-ne tra Ministeri della Università e quello della Sanità che, attraverso le Regioni, mette a disposizione le risorse; non seconda, la componente professionalizzante ed abilitante dei corsi, sviluppata principalmente attraverso il tirocinio la cui importanza è segnata anche dalla quantità di crediti (=60) svolti presso strutture del Sistema sanitario, conven-zionate o accreditate, sotto la guida di professionisti sanita-ri esperti. Sulla base di queste premesse, si sono suggeriti i seguenti aspetti di attenzione nella valutazione a distanza ed in loco dei documenti SUA, riesame e riesame ciclico:

Considerato che i fabbisogni dei CdS sono definiti a livello nazionale e regionale con cadenza annuale e plurien-nale e che i profili di competenza attesi sono disciplinati da decreti ministeriali, non sono proprie di questi corsi la definizione del fabbisogno di posti programmati e dei pro-fili di competenze attraverso indagini di mercato. Tuttavia, si suggerisce di verificare che il CdS si attenga alle indicazioni di fabbisogno formulate dalle Regioni ed al profilo di competenza atteso dai decreti ministeriali in materia.

Per quanto attiene alle consultazioni delle parti sociali al fine di dibattere l’appropriatezza del curriculum e le scelte da intraprendere rispetto ai bisogni emergenti, si suggerisce di considerare che queste includano almeno: a) le organizzazioni rappresentative del mondo delle professioni (Collegi/Ordini/Associazioni) e dei servizi (Dirigenti delle professioni Sanitarie), b) nonché i settori lavorativi emergenti (es. case di riposo, privato, libera professione) dove spesso i neoassunti iniziano il loro percorso lavorativo.

Si suggerisce inoltre di orientare i CdS ad una consulta-zione almeno triennale, ovvero a ciclo formativo concluso, al fine di poter meglio registrare eventuali problematiche ed intraprendere successive azioni di miglioramento su una coorte consistente di laureati, soprattutto per i CdS a numerosità limitata.

Per quanto attiene alla indispensabile componente professionalizzante di questi CdS, si raccomanda di valutare e verificare che ciascun corso abbia effettivamente a disposizione un direttore/coordinatore delle attività formative professionalizzati appartenente al profilo del corso di studio; si raccomanda inoltre di valutare la presenza di tutor professionali dedicati al corso, appartenenti al medesimo profilo come indicato nei protocolli Regione-Università. In tale verifica, si suggerisce di considerare se è definita una quantità di tempo tutoriale “dedicato” alla didattica professionalizzante (compresi i laboratori). Pertanto, nell’indicatore R1.C ‘competenza ed aggiornamento dei propri docenti’ nonché ‘reclutamento e qualificazione’ si suggerisce di considerare anche la componente professionalizzante messa a disposizione dalle regioni. Non da ultimo, per la loro rilevanza, si suggerisce che nel gruppo di riesame sia presente il Direttore/coordinatore delle attività formative professionalizzanti e di tirocinio.

In accordo ai contenuti del Decreto Interministeriale del 19 febbraio 2009 che prevedono almeno 3 CFU di attività di laboratorio registrati anche in carriera dello studente, si chiede di verificare la presenza di laboratori dedicati ai CdS delle professioni sanitarie per effettuare simulazioni precliniche; poiché le attività formative professionalizzanti (tirocini) compongono 1/3 del percorso formativo, si raccomanda di valutare – in analogia a quanto accade per i programmi dei moduli /insegnamenti- la presenza di almeno i seguenti aspetti:

 

  1. la struttura del sistema di responsabilità: la presenza di un Direttore/coordinatore delle attività formative professionalizzanti/di tirocinio; di tutor dedicati messi a disposizione in larga misura del sistema sanitario regionale, o laddove possibile, dall’università o da esterni;
  2. la rete formativa, che dovrebbe essere riportata pubblicamente sul sito web del CdS, e reperibile anche trami-te apposito link nella scheda SUA;
  3. i meccanismi di programmazione, gestione e valutazione del tirocinio con particolare rifermento agli obiettivi di competenza attesi ed ai sistemi di valutazione delle competenze raggiunte dagli studenti;
  4. il sistema tutoriale individuato per accompagnare gli studenti nell’apprendimento pratico, nonché le strategie formative attivate per preparare i tutori ad assistere efficacemente gli studenti in tirocinio;
  5. il sistema di valutazione utilizzato per rilevare siste-maticamente, in analogia alla didattica, la qualità delle esperienze di apprendimento in tirocinio (opinioni de-gli studenti sui tirocini).

Si suggerisce infine di verificare che i CdS raccolgano dati sui punti di forza e di miglioramento con le modalità che ritengono più efficaci (questionari on line, conferenze annuali, audit su incidenti critici) dalle aziende sanitarie/ ospedaliere e dalle altre strutture della rete formativa (in convenzione o di cui al protocollo di intesa). Si suggerisce di valutare che in tali processi di valutazione siano coinvolti stakeholder aziendali, referenti organizzativi per gli stage, tutor clinici nelle forme che ciascun CdS definirà con le proprie aziende partner e all’interno dei protocolli di intesa. Si suggerisce di verificare che i CdS includano quanto emerso tra le azioni di miglioramento dei propri documenti di riesame e ne monitorizzino comunicando l’esito nell’anno successivo.

Inoltre, poiché la Conferenza ha prodotto documenti di indirizzo (Consensus Conference sugli standard attesi per le attività formative professionalizzanti; per la valutazione delle competenze cliniche/tecniche) e guidato sperimentazioni didattiche (es. progress test) a cui via via i CdS hanno aderito, si suggerisce di tenerne in considerazione. L’implementazione di tali processi costituisce elemento di qualità dei CdS perché basati sul confronto con buone pratiche documentate in letteratura o di benchmarking tra sedi per promuovere il miglioramento continuo.

E’ necessario rivedere le modalità di ammissione alle Lauree Magistrali delle professioni sanitarie: È stata definita una proposta di modifica delle modalità di accesso alle lauree magistrali che appare necessaria sulla base dell’esperienza di questi anni e dell’evoluzione dei bisogni dei servizi. In particolare, la Giunta ha proposto ai com-petenti organi ministeriali di continuare a prevedere ac-cessi in deroga al numero programmato e prescindendo dall’espletamento della prova selettiva per favorire la qualificazione di professionisti che già occupano posizioni apicali nel sistema sanitario e/o incarichi di docenza profes-sionalizzante in ambito universitario. Questi, – in base alle normative attuali – dovranno gradualmente regolarizzare la propria posizione attraverso l’acquisizione della laurea magistrale attinente. Poter contare su docenze a contratto qualificate anche con la laurea magistrale, nonché su posi-zioni apicali in possesso di questa avanzata qualificazione, questo passaggio appare strategico per gli effetti positivi che potrà avere sui Corsi di studio e sul sistema sanitario nel suo complesso. Diversamente, non sembra più ne-cessaria l’ammissione in deroga di “coloro che risultino in possesso del titolo rilasciato dalle Scuole dirette a fini speciali per dirigenti e docenti dell’assistenza infermieri-stica ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 162 del 1982”, perché si ritiene esaurita questa esigenza. Inoltre, rispetto ai titoli di accesso (pre-requisiti), la con-ferenza ha proposto di non attribuire alcun punteggio ai titoli (Diploma regionale 5 punti, Diploma Universitario 6 punti, Diploma di Laurea 7 punti) poiché costituiscono requisiti di accesso alla laurea magistrale. La Conferenza ha inoltre proposto di valorizzare l’esperienza professionale prestata sia nei servizi sanitari pubblici che privati, come pure l’esperienza di direzione o coordinamento dei servizi; e di distribuire i punteggi in modo omogeneo tra le clas-si (attualmente diversificati per la prima) attribuendo i 20 punti disponibili tra:

  1. titoli accademici o formativi di durata non inferiore a sei mesi (max 8 punti);
  2. attività professionali certificata nella funzione apicale o di coordinamento di una delle professioni sanitarie ricomprese nella classe di laurea magistrale di interesse idoneamente documentate e certificate, presso servizi sanitari e socio-sanitari sia pubblici che privati (max 6 punti);
  3. attività professionali certificata nell’esercizio di una delle professioni sanitarie ricomprese nella classe di laurea magistrale di interesse, idoneamente documentate e certificate, presso servizi sanitari e socio-sanitari sia pubblici che privati (max 6 punti).

Infine, la Giunta ha suggerito di realizzare la selezione nel mese di settembre in analogia alle altre procedure al fine di assicurare l’immediato avvio dell’anno accademico e il suo completo svolgimento. La nota è stata spedita alla Dott.ssa Maria Letizia Melina, Direttore della D.G. per lo studente, lo sviluppo e l’internalizzazione della formazione superiore, Ministero dell’Università e della Ricerca ed alla Dott.ssa Rossana Ugenti, Direttore Generale delle risorse umane e delle professioni sanitarie Ministero della Salute.

Infine, la Giunta ha suggerito di realizzare la selezione nel mese di settembre in analogia alle altre procedure al fine di assicurare l’immediato avvio dell’anno accademico e il suo completo svolgimento. La nota è stata spedita alla Dott.ssa Maria Letizia Melina, Direttore della D.G. per lo studente, lo sviluppo e l’internalizzazione della formazione superiore, Ministero dell’Università e della Ricerca ed alla Dott.ssa Rossana Ugenti, Direttore Generale delle risorse umane e delle professioni sanitarie Ministero della Salute.

Esiti del monitoraggio adeguamento delle prove fi-nali alla nuova circolare ministeriale. E’ stata monitorata l’applicazione della Circolare del 29 settembre us in cui i Ministeri dell’Università e della Salute che, prendendo atto delle Linee guida di indirizzo in materia approvate il 12 settembre 2013 dalla Conferenza, ha precisato che la prova pratica “può svolgersi secondo due modalità alternative: a) simulazione pratica, strutturata in modo da permettere al candidato di dimostrare di aver acquisito le conoscenze e le abilità pratiche, tecniche e relazionali inserite nel conte-sto operativo previste dal profilo; e, b) prova a domande a risposta chiusa e aperta su casi clinici o situazioni paradig-matiche della pratica professionale”. Tale Circolare precisa che entrambe le modalità potranno essere integrate con un colloquio orale in accordo alle Associazioni/Collegi di categoria mentre NON sono considerate valide eventuali prove scritte con quiz valutativi delle sole conoscenze te-oriche. Dal monitoraggio condotto, tutti i corsi di laurea si stanno via via allineando a questa modalità.

Le nuove priorità di lavoro. La Giunta ha discusso su tematiche rilevanti/prioritarie trasversali ai vari CdS su cui attivare documenti o iniziative di indirizzo. In particolare è emersa l’esigenza di avviare la revisione delle Lauree Magistrali: si è già te-nuta una riunione con il CUN Area medica per esplorare possibili spazi di sviluppo degli ordinamenti delle lauree magistrali, con finalità di consultazione tecnica. È stato quindi attivato un gruppo di lavoro per raccogliere sugge-rimenti al fine di arrivare ad un progetto sperimentale; progettare l’alta formazione – Summer School per neo-coordinatori/direttori: è necessario offrire un percorso di alta formazione per i coordinatori/direttori e tutor dei corsi di laurea al fine di diffondere i materiali della conferenza, fidelizzare ma anche di condividere ed accrescere strumenti e metodi di miglioramento della qualità della for-mazione. La proposta sarà presentata durante il Meeting di settembre.

Alvisa Palese,
Segretario Generale

Segretariato Italiano Studenti in Medicina – SISM

Il SISM, l’Etica Medica e il Workshop sul Conflitto di Interessi nella Pratica Medica

L’Etica rappresenta un solido fondamento della Pratica Medica: è la base che guida e nutre le scelte e le azioni consapevoli che ciascun professionista della Salute pone in essere nell’esercizio della propria professione.

In quanto Associazione di competenza che persegue l’obiettivo di migliorare la formazione dello studente di Medicina, il SISM da circa un decennio si interroga su questioni di Etica, cercando di formare una classe di medici che siano in grado di esercitare la propria professione in maniera critica, tenendo conto del contesto sociale, culturale ed economico che li circonda. D’altronde, lo stesso Codice di Deontologia Medica mette l’accento sui principi di libertà ed indipendenza della professione, nonché sul divieto a soggiacere ad interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi natura; è necessario, quindi, che anche la formazione universitaria sia intrisa di tali principi.

Dal 2010, nel SISM è attivo un progetto che forma gli Studenti su una specifica tematica etica, ovvero il Conflitto di Interessi nella Pratica Medica. Ogni anno, in un Workshop di tre giorni, studenti formatisi ad hoc ed esperti del settore formano altri studenti riguardo le generalità e la vastità di tale fenomeno, per renderli consapevoli di come l’industria del farmaco abbia per propria natura interessi diversi da quelli del medico e di come quest’ulti-mo ne possa essere facilmente influenzato entrandone in contatto. Il SISM ritiene necessario che un futuro medico sia in grado di comprendere e capire i meccanismi che potrebbero mettere la Salute del paziente e la Salute pubblica in secondo piano. Tramite un questionario somministrato prima di frequentare il Workshop ed a conclusione dello stesso, nelle edizioni passate si è potuto constatare un significativo ampliamento delle conoscenze in merito a tale argomento. La totalità dei partecipanti ritiene che tale tema debba essere inserito nel percorso formativo, avvertendo, quindi, una forte necessità di apprendere quanto più possibile sul Conflitto di Interessi, in modo da riconoscerlo e saperlo affrontare.

Dott.ssa Federica Viola Presidente Nazionale 2017 – SISM

Dario Genovese National Officer on Public Health 2016/17 – SISM

Alice Silvestro National Officer on Human Rights and Peace 2016/17 – SISM

Analisi delle cause del ritardo studentesco nel CLM in Medicinan.74, 2017, pp. 3366-3371, DOI: 10.4487/medchir2017-74-2.

Abstract

Although the number of inactive students is rather high in Italian University (35%), the figures are distinctively lower for medical students (14% of inactive students and 3-5% of renouncing). A recent survey among medical students at La Sapienza University of Rome has singled out the following as the main causes of graduation delay: difficulties in studying (43%); delayed matriculation (due to controversies in the application competition) (16%); psychological upset (13%); family (6%) or health (3%) problems; and economical difficulties (3%).

The causes of graduation delay have been debated by the National Conference of the Undergraduate Curricula Presidents in a Forum held in Novara. Four types of causes and solutions have been discussed: i) teaching causes and active tutoring; ii) psychological upset and counselling; iii) social, cultural and economic hardships and counter window interventions; and iv) disproportion between didactic load and learning capabilities, and educational interventions.

In conclusion, the need for monitoring student upset and for reducing disciplinary learning objects (subject to quick obsolescence) in favour of methodological ones (that favour a lifelong learning) has been assessed.

Key words: Medical Education; Graduation Delay; Tutoring; Counselling

Parole chiave: Pedagogia Medica; Ritardo Studentesco; Tutoraggio; Assistenza Psicologica

Questo articolo riferisce sui risultati del Forum “Le cause del ritardo studentesco” che si è tenuto durante la riunione della Conferenza Permanente dei Presidenti di CCLM in Medicina che si è svolta presso l’Università del Piemonte Orientale il 31 marzo 2017.

Articolo

Introduzione

Una notevole percentuale degli studenti in Medicina arriva alla laurea con “ritardo” (dati 2013-14, fonte: Sapienza, Università di Roma): il 60% degli studenti si laurea in medicina con oltre 1 anno di ritardo.

Nel 2011 un gruppo di lavoro della commissione “Medical Education” della Sapienza, ha svolto una indagine su 50 studenti “inattivi” che non avevano effettuato esami da almeno 12 mesi. (Merli et al., 2012). I principali problemi rilevati risultarono prevalentemente di carattere logistico (pendolarismo, difficoltà a frequentare i corsi, studenti lavoratori) o amministrativo-burocratico (soprattutto per gli studenti stranieri). Nel 2016 abbiamo voluto ripetere questa indagine rivolgendo la nostra attenzione agli studenti “irregolari” che, pur avendo effettuato esami negli ultimi 12 mesi, risultavano carenti per il numero di crediti raggiunti rispetto agli attesi. La situazione dei crediti individuali è stata richiesta alla “banca dati di Infostud” al termine dell’AA per gli iscritti al 2°, 3° e 4° anno. La carenza di crediti è stata definita la situazione in cui lo studente non raggiunge il totale dei crediti acquisibili nell’anno precedente (uno studen-te che alla fine del 3° anno non ha ancora raggiunto i crediti ottenibili alla fine del 2° anno). Sono stati individuati 170 studenti “irregolari” (su 648 iscritti) ed è stata loro inviata una mail con un breve questionario per individuare il principale motivo del ritardo. Le risposte (ottenute dal 27%) hanno individuato come cause prin-cipali le “difficoltà nello studio” (56%), l’essere “entrati con ritardo” per problemi di scorrimento della gradua-toria o ricorsi legali (16%), cause familiari (6%), motivi di salute (3%), motivi economico lavorativi (3%).

In conclusione, il ritardo si instaura già dai primi anni di studio e l’università dovrebbe concentrare in questa fase uno specifico supporto alle “difficoltà nello studio” (Manuela Merli).

I  Laboratorio: Ritardo per cause didattiche: interventi di tutoring

Relazioni introduttive

Sicuramente, il passaggio dal mondo scolastico a quello universitario è un punto cruciale per uno studente in medicina: in molti riescono ad affrontarlo, mentre per altri rappresenta un ostacolo. “Classi” più grandi, la necessità di uno studio autonomo e di conseguenza di un metodo di studio efficace che però non da tutti è posseduto, la difficoltà del nuovo rapporto studente-docente, diverse modalità di apprendimento, sono tutte possibili situazioni che possono portare al ritardo, in particolare proprio nei primi anni. Per questo forse è necessario un accompagnamento degli studenti nel loro percorso, e il tutorato può rappresentare uno strumento utile a questo scopo (Federica Viola).

Il ritardo studentesco per cause didattiche nasce nei primi anni di corso dove si concentrano le scienze di base, impegnative e non molto attrattive per un aspirante medico, cui si aggiungono carenze nelle conoscenze preliminari, disagi sia nell’affrontare il passaggio dalla scuola superiore all’università sia legati allo scorrimento della graduatoria nazionale. È importante mettere in atto varie azioni di tutorato per ridurre il rischio di ritardo e rendere più agevole l’ingresso nella vita universitaria. Un primo intervento è puramente didattico, volto a colmare carenze derivate dal percorso pre-universitario o da iscrizioni a semestre inoltrato. È però altrettanto importante modificare l’approccio allo studio, “imparare a studiare” e stimolare la formazione di una comunità studentesca che consenta l’apprendimento attraverso un confronto tra pari. Gli studenti sono parte attiva, presen-tano e discutono tra loro un argomento del programma, il docente ha il ruolo di moderatore e interviene solo per correggere e puntualizzare (Maurizia Valli).

Il ritardo medio nazionale alla Laurea rilevato da Alma Laurea si declina in modo diverso nelle varie sedi, rendendo necessario identificare strumenti e interventi correttivi “confezionati su misura”.

Il PdQ dell’Università di Chieti ha sviluppato due sistemi S.I.Ca.S. e M.E.P. che, estraendo i dati da Esse3, forniscono di default un’analisi delle carriere studenti, per criteri specifici, consentendo di individuare studenti in ritardo o “a rischio” ed aiutando nell’identificazione della/e causa/e. Questa analisi, condotta già dai primi anni di corso sta permettendoci di effettuare interventi mirati di “tutorato attivo”. Nel nostro CdL coesistono diverse tipologie di tutor: docenti-consiglieri che seguono lo studente fino alla Laurea; docenti-tutor che su richiesta svolgono attività didattiche mirate; e infine, più re-centemente, studenti-tutor, impegnati in attività didattiche di supporto, di counselling e di studio guidato.

La nostra esperienza suggerisce che uno stretto monitoraggio delle carriere degli studenti può consentire interventi precoci e mirati di tutorato attivo svolto da docenti e/o studenti più anziani (Raffaella Muraro).

Sintesi per il debriefing di quanto emerso nel I laboratorio

Indicatori del ritardo studentesco: Dal laboratorio sono emerse diverse criticità, che sono particolarmente sensibili nei primi anni di corso:

  • il disagio provocato negli studenti dal cambiamento del metodo di studio dalla scuola secondaria all’univer-sità e dalla delusione per un biennio di base che non viene avvertito come realmente finalizzato al percorso clinico;
  • la difficoltà nell’affrontare gli esami di profitto, che spesso non tengono conto del patto formativo e dipen-dono troppo dalla soggettività del docente.

Metodi di rilevazione del ritardo studentesco: I migliori risultati sembrano emergere dalle osservazioni personali messe in atto dai Presidenti di CLM e dai docenti, anche tramite le esperienze di orientamento. La scheda del riesame dovrebbe essere uno strumento utile anche se le domande poste dall’ANVUR non sono sem-pre adeguate al rilevamento del disagio studentesco. Rimane essenziale il monitoraggio delle carriere messo in atto dal singolo Presidente di CLM, che permette di valutare anche l’influenza socio-culturale specifica del proprio territorio.

Possibili strumenti di intervento sul ritardo studentesco: Accanto alle attività di orientamento, il tutorato è unanimemente considerato la strategia più efficace, purché venga messo in atto un tutorato attivo con la creazione di piccole comunità di studenti assistite da docenti, studenti anziani e counsellor (Licia Montagna: testo non rivisto dall’Autore).

Laboratorio: Ritardo per cause di disagio psichico: interventi di counselling

Relazioni introduttive

Durante gli anni di Medicina, il tipo di disagio psi-chico che noi studenti più sentiamo come vicino noi è quello della “ipocondria”, che da alcuni è stata definita come la “sindrome dello studente di Medicina”. Si inizia-no a studiare i sintomi, la semeiotica, le patologie ma la nostra abilità diagnostica è limitata, forse molto sensibile a captare qualsiasi minimo sintomo ma altamente aspe-cifica per qualsivoglia reale malattia. Da ciò, nasce che studenti che percepiscono un minimo tremore o una lieve miochimia possano convincersi di essere affetti da malattie neurologiche gravi come la SLA. In studenti fuori sede, con pochi amici, con una scarsa rete di sup-porto e con una determinazione non troppo stabile, tale convinzione può portare facilmente ad ansia debilitante e ritardo studentesco (Adolfo Mazzeo).

La compromissione della salute psichica può influire grandemente sull’andamento della carriera universitaria fino a spingere lo studente ad abbandonare gli studi o a rimanere fermo, inattivo, incapace di riprendere il cammino.

I quadri clinici più frequenti, come d’altra parte nella popolazione generale, sono rappresentati da stati depressivi e vissuti ansiosi, spesso correlati a fatti perso-nali della loro vita ma anche alla difficoltà di studiare in modo soddisfacente e di superare le prove d’esame. Queste condizioni possono influenzare le funzioni cognitive di base come la memoria, l’attenzione, la capacità di concentrazione, rendendo ancora più laborioso l’apprendimento e mettendo a rischio la possibilità di superare con serenità gli esami. Da ciò spesso insorge una vera fobia dell’esame. La difficoltà di superare gli esami a sua volta può indurre uno stato di demoralizzazione e di sfiducia che comporta spesso una diminuzione della propria autostima. Più raramente, gli studenti presentano patologie psichiatriche particolarmente invalidanti che necessitano di un supporto farmacologico.

Per questi studenti problematici va programmato un percorso di tutorato attivo, su misura e personalizzato, che consiste nell’aiutare lo studente nella preparazione dell’esame e nell’accompagnarlo in sede di esame.

Come si fa ad intercettare il malessere psicologico dello studente? La prima persona che può cogliere uno stato di disagio dello studente è tutor clinico o il docente, sia durante le lezioni, sia durante le ore di ricevimento, ma soprattutto durante lo svolgimento dell’esame, che permette di conoscere più a fondo la reattività emotiva e lo stile relazionale dello studente. Il docente può indirizzare lo studente verso servizi dedicati, come il Servizio di Ascolto e di Consultazione (SACS) che dal 1991 è attivo presso l’Università dell’Aquila.

Il Ritardo studentesco viene preso come un indicatore di efficienza del sistema ma in realtà va ribadito che spesso le cause che portano una persona a ritardare il suo percorso universitario possono essere oggettive, quali per esempio una malattia fisica, metabolica, neurologica, psichiatrica, o condizioni socioeconomiche che spesso comportano la necessità per lo studente di lavorare durante gli studi (Massimo Casacchia).

Negli ultimi anni la raccolta del profilo e delle caratteristiche degli studenti che accedono ai servizi di counselling psicologico si è fatta sempre più sistematica (Strepparava et a., in stampa, Strepparava et al., 2016, Monti et al., 2014; Menozzi et al., 2016; Biasi et al., 2017) e ha evidenziato come, accanto a difficoltà di transizione evolutiva, vengano portate sempre più spesso problematiche di natura clinica.

Analizzando i dati di circa 300 studenti che hanno avuto accesso al nostro servizio di counselling psicologico, circa una metà degli studenti si presenta all’ingresso con una sofferenza di livello medio basso, in linea con la tipologia di difficoltà che questo tipo di servizio dovrebbe gestire, ma l’altra metà porta invece una sofferenza di livello medio alto, non di rado anche con un elevato ri-schio auto o etero lesivo. È quindi evidente che, proprio sulla base della rilevanza clinica di buona parte delle richieste di counselling, i servizi universitari debbano i) essere di fatto pensati e strutturati in modo tale da pre-vedere interventi differenziati, validati e adeguati ai vari gradi di sofferenza, ii) essere adeguatamente inseriti e collegati con gli altri servizi pubblici della rete territoriale per la salute mentale e soprattutto iii) avere operatori adeguatamente formati per fronteggiare questo tipo di casistica e saper lavorare in rete. I servizi universitari di counselling costituiscono spesso un primo (quando non l’unico) punto di accesso all’intervento e alla cura per giovani adulti che non arriverebbero all’attenzione dei servizi di salute mentale, in una fase di vita in cui i percorsi evolutivi patologici o di sofferenza possono ancora essere cambiati per una risoluzione più positiva.

La formazione degli operatori e l’organizzazione (sia interna che con la rete dei servizi territoriali) sono una delle sfide del futuro per i servizi di counselling: attualmente non vi sono linee guida comuni e ogni Ateneo ha strutturato i propri servizi in modo autonomo, sulla base delle diverse sensibilità dei coordinatori dei servizi, privilegiando in molti casi la dimensione tutoriale o degli interventi legati al sostegno allo studio, aspetti sicuramente rilevanti, ma non sufficienti alla gestione adeguata degli utenti. La formazione degli operatori deve, a nostro avviso, essere primariamente clinica, per garantire la sufficiente competenza nella diagnosi e nell’identificare le situazioni di maggiore gravità; la for-mazione clinica è importante soprattutto per evitare il rischio di sottostimare situazioni critiche e di ritardare interventi necessari. Anche la formazione dei docenti, che costituiscono le principali figure di riferimento per gli studenti, può facilitare il riconoscimento di situazioni di crisi e l’invio al servizio, anche se solo in poche occasioni gli Atenei riescono a lavorare con i docenti per fornire loro adeguate chiavi di lettura atte a riconoscere i campanelli di allarme, identificare chi può aver bisogno di aiuto e indirizzare nel modo più adeguato gli studenti ai servizi adatti.

Un ulteriore elemento di riflessione è dato dal legame tra la performance accademica e il disagio psichico: solo due studenti su 10 che accedono al servizio di counselling sono fuori corso; circa la metà riferisce di essere in ritardo con gli esami; questo significa che al servizio di counselling non si rivolgono solo «cattivi studenti», come una visione un po’ ingenua a volte sostiene: gli interventi devono essere sufficientemente articolati da prevedere anche un focus sulla performance acca-demica, ma la valutazione dell’efficacia dell’intervento non può passare solo attraverso la verifica del ripristino della carriera accademica (Maria Grazia Strepparava e Marco Bani).

Sintesi per il debriefing di quanto emerso nel II laboratorio

Dalle relazioni introduttive e dal dibattito, sono emersi i seguenti spunti:

Indicatori del ritardo studentesco: Il disagio psicologico è particolarmente diffuso tra gli studenti dei corsi di laurea delle professioni di cura e insorge in studenti vulnerabili. Si manifesta con ansia, da cui disturbi cognitivi che portano a difficoltà nello studio e a fallimento negli esami, con riduzione dell’autostima.

Metodi di rilevazione del ritardo studentesco: Docenti e tutor dovrebbero cogliere anomalie di comportamento dello studente come la difficoltà di relazione con il paziente. Gli strumenti sono l’osservazione diretta durante il tirocinio o l’invito a produrre scritti riflessivi.

Possibili strumenti di intervento sul ritardo studentesco: Docenti e tutor dovrebbero dare: a) consigli sulla metodologia di studio; b) suggerimenti per migliorare lo stile di vita; c) stimoli all’autovalutazione delle proprie difficoltà; d) inviti al ricorso ai servizi di counselling psicologico per la “gestione del fallimento”, o a interventi di terapia psicologica o ai servizi psichiatrici di secondo livello (Pietro Gallo).

III Laboratorio: Ritardo per cause di disagio sociale, culturale e scolastico: interventi di sportello studentesco

Relazioni introduttive

L’Università di oggi è un ambiente in cui gli studenti sono meno seguiti, la mole di studio è elevata, i professori giustamente poco flessibili, gli esami lunghi da preparare. Poco adatta quindi a studenti lavoratori come sono tuttora io, al mio settimo anno di Medicina. Pur rendendomi conto che le mie esperienze lavorative mi hanno resa una persona indipendente e capace di muoversi nel mondo del lavoro, gestirlo insieme allo studio non è stato semplice.

Credo quindi che sia necessario rendere sostenibile per tutti il carico di studi, anche per chi lavora. D’altronde, il primo passo, nonché il più difficile, per risolvere un problema, è ammetterne l’esistenza (Martina Cavagnero)

L’esperienza di Sapienza sul disagio sociale, culturale e scolastico si è centrata sul modo più efficace per intercettare il disagio sociale e culturale, sperimentando modelli tendenti a risolverne gli effetti sul rendimento accademico.

Sono state descritte, in estrema sintesi, due iniziative, tra le tante attualmente in corso.

La prima riguarda l’istituzione di una Mentoring Committee, operante da tre anni accademici, costituita da tre Docenti molto motivati a dialogare con gli stu-denti ed a coglierne i diversi problemi attraverso una prospettiva molto ampia, utilizzando le metodiche di tutoring, mentoring e remediation, cercando di personalizzarle sui singoli studenti, anche in collaborazione con il centro di Counselling Psicologico e con i docenti per concordare piani di recupero personalizzati.

La seconda, centrata sulla prevenzione del ritardo scolastico, riguarda il “programma orientamento in rete” (Falaschi et al., 2017), attivo da 18 anni, che fornisce risultati di successo e di allineamento efficace degli studenti soprattutto nei primi due anni di corso (Familiari et al., 2016) (Giuseppe Familiari).

Disagio scolastico: riguarda i debiti formativi che lo studente accumula quando rimane indietro con lo svol-gimento degli esami. Un peculiare debito formativo, che può incidere notevolmente al I anno di corso, è quello che deriva dalla diversa efficacia degli studi secondari. A questo si fa fronte con gli OFA (Obblighi Formativi Aggiuntivi). Questi possono essere attribuiti dai Corsi di Studio a quegli studenti che hanno superato il test d’ingresso a Medicina ma con un basso punteggio in aree tematiche quali la Biologia, la Chimica e la Matematica/ Fisica. Al termine di un corso di recupero, gli OFA si intendono assolti con il superamento della prova di profitto nella relativa area disciplinare, o in alternativa con il superamento di un test specifico.

Disagio culturale: è in genere imputabile alla difficoltà di adattamento, da parte dello studente, al contesto socio-culturale nel quale viene a situarsi, specie se fuori sede o straniero. Difficoltà ulteriori possono derivare da abusi e dipendenze. La strategia per farvi fronte parte da iniziative di supporto e indirizzo e, in particolare, dai servizi di counselling. Alla Sapienza è in elaborazione un servizio di sportello telematico che indirizza gli studenti con determinate problematiche verso servizi specifici in modo autogestito e con la possibilità di conservare l’anonimato.

Disagio socio-economico: può essere facilmente individuato grazie alla valutazione dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) e la principale strategia per affrontarlo è l’attribuzione di un bonus fiscale. A questo proposito, si riferiscono i risultati di uno studio condotto sui 120 studenti del IV anno di corso del polo Pontino della Sapienza. Tra gli studenti ripetenti e fuori corso, un terzo apparteneva alla fascia con ISEE ≤ 10.000 € e un ulteriore 17.6 % a quella con ISEE ≤ 20.000 €, mentre non vi erano studenti con ISEE ˃70.000 €. L’entità dell’ISEE, tuttavia, non ha mostrato correlazioni significative con il numero di esami soste-nuti. In definitiva se ne deduce che il bonus fiscale è un giusto intervento “di sistema”, che aiuta ma non risolve il ritardo studentesco, per il quale rimangono determinanti interventi di tipo pedagogico.

In conclusione, l’approccio al disagio scolastico, culturale e sociale:

  • deve essere di sistema
  • deve prevedere una precoce individuazione del pro-blema
  • deve essere integrato da interventi pedagogici mirati

(Carlo Della Rocca)

Sintesi per il debriefing di quanto emerso nel III laboratorio

Importanti indicatori di questo tipo di ritardo studentesco sono:

  • la frequenza degli studenti ripetenti/anno
  • il rapporto tra il numero di esami effettuati/numero esami attesi
  • il numero di studenti lavoratori

I metodi di rilevazione sono il monitoraggio delle carriere da parte del Consiglio di Corso di Studi, anche tramite analisi ISEE e il rilevamento dei debiti formativi (OFA).

Il disagio adattativo e relazionale può essere intercettato precocemente con analisi mirate e counselling psicologico Per il disagio scolastico sono utili tutor metodologici e una maggiore flessibilità delle date degli esami. Per gli studenti lavoratori è utile l’utilizzo di piattaforme online di recupero.

Resta comunque fondamentale un approccio precoce “di sistema”, allestendo un portale che censisca il disagio studentesco e lo indirizzi verso lo sportello più congruo (Tiziana Bellini).

IV Laboratorio: Ritardo per cause di sproporzione tra carico didattico e capacità di apprendimento: interventi pedagogici

Relazioni introduttive

La sproporzione fra carico didattico e capacità dello studente si può certo intendere come “quantità di studio eccessiva” ma anche come “qualità dell’insegnamento non adeguata”.

Il punto più critico, e su cui l’intervento durante il Laboratorio si è soffermato maggiormente, riguarda la formazione dei docenti in quanto pedagoghi. Quasi sempre, in particolare durante il triennio clinico, le lezioni sono tenute da professionisti o da giovani docenti privi della necessaria esperienza. Purtroppo, conoscere a fondo una materia non significa automaticamente possedere l’abilità di trasmetterla. Uno standard pedagogico non adeguato non può che complicare lo studio, allungando i tempi di preparazione degli esami e portando dunque al ritardo (Umberto Rosso).

Il contenimento/recupero del ritardo nel percorso di studi può essere perseguito con due tipi di intervento.

  • intervento sul carico didattico. Mentre appare difficile contrarre gli obiettivi formativi a causa del continuo progresso delle conoscenze, vi è ampio margine per una razionalizzazione nel raccordo tra obiettivi -> risultati di apprendimento attesi -> programmi di insegnamento, attraverso un uso appropriato del core curriculum nella (ri)progettazione del corso di studi.
  • Rafforzamento dell’apprendimento durante le ore di docenza.

– Il ritardo nell’avanzamento di carriera obbliga lo studente a seguire corsi per i quali non ha ancora acquisito conoscenze propedeutiche. Un oculato ricorso alla iscrizione part time (guidato da un tutor) può favorire la frequenza degli studenti in aula coerente con la loro capacità di comprendere/apprendere gli argomenti trattati.

– Investimenti sulla formazione pedagogica dei docenti consentirebbero l’adozione sistematica di modalità di insegnamento attivo che facilitino l’apprendimento in aula (maggiore efficacia delle ore di didattica in presenza del docente) (Bruno Moncharmont).

Sintesi per il debriefing di quanto emerso nel IV laboratorio

Il laboratorio ha identificato i seguenti punti per con-trastare il ritardo studentesco:

–  ridimensionamento del numero degli obiettivi formativi privilegiando l’insegnamento metodologico rispetto ai contenuti disciplinari.

– applicazione del Core Curriculum che tenga conto dei successivi anni di studio dopo la scuola di medicina, che sono ormai la regola per la maggior parte degli studenti

– ridimensionamento del numero dei docenti coinvol-ti nei vari corsi considerando che gli specialisti tendono ad allargare il numero degli obiettivi formativi.

–  una didattica per competenza che faciliti l’apprendimento in aula.

– esami adeguati, obiettivi e leali superabili con una buona preparazione alla fine di corsi altrettanto leali e con obiettivi educativi ben esplicitati

– ridimensionamento dei blocchi annuali e della propedeuticità:

– attivazione di un tutorato vero (Oliviero Riggio).

Conclusioni del Forum

Dalle relazioni presentate nei laboratori e dal dibattito finale in assemblea plenaria sono emersi due ordini di cause di ritardo studentesco:

– cause strutturali che esulano dall’ambito di intervento dei Presidenti di CLM:
Negli ultimi anni il ritardo studentesco è stato fortemente alimentato dalla graduatoria nazionale per l’accesso al CLM in Medicina che, con il suo lento scorrimento, ha portato ad immatricolazioni tardive, con conseguente ritardo nella progressione degli esami. Questa condizione è stata esasperata dall’esito di ricorsi al TAR da parte degli studenti esclusi che ha non solo accentuato i ritardi ma anche provocato un rilevante numero di abbandoni.

– cause che sfidano l’organizzazione didattica e la struttura del curriculum studiorum del CLM:
La struttura del curriculum medico dovrebbe sfron-dare gli obiettivi disciplinari (soggetti a rapida obsolescenza) e privilegiare gli obiettivi metodologici (che favoriscono il lifelong learning) e rivedere il numero di CFU assegnati ai corsi, in funzione dei reali tempi di apprendimento dello studente. Inoltre, il curriculum dovrebbe prevedere elementi di flessibilità in funzione della capacità di apprendimento degli studenti.

Vista la correlazione esistente tra basso reddito dello studente e insuccesso scolastico, occorre anche monito-rare precocemente il disagio economico dello studente.

Cruciale rimane, infine, la formazione pedagogica dei docenti, che dovrebbero essere in grado di svolgere un tutorato attivo e di cogliere il disagio emozionale degli studenti, osservandoli durante il tirocinio e stimolandoli al pensiero riflessivo (Pietro Gallo).

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Cita questo articolo

Gallo P., Bani M., Bellini T., et al, Analisi delle cause del ritardo studentesco nel CLM in Medicina, Medicina e Chirurgia, 74: 3366-3371, 2017. DOI: 10.4487/medchir2017-74-2