Cataldo Cassano, il Personaggio, la Scuola e l’Universitàn.62, 2014, pp.2819-2822

Abstract

This survey deals with the main part of his life  spent in teaching and research in the Department  of Internal Medicine of the Rome University “Sapienza”. In this Department he has been Director  for seventeen years, until his retirement.

From the University of Pisa , in which he was  Professor of Clinical Medicine, in 1955 he moved  to Rome, where he was able to form a remarkable group of doctors and researchers in different fields, especially gastroenterology, endocrinology  and metabolism, nephrology with the aim of bringing in medical school the modern knowledge of specializations with highest scientific impact. In teaching  and research he  privileged the inquire into the pathophysiological mechanisms  of disease with the most advanced techniques. In these areas  his coworkers reached a grade of excellency on national and international levels and gave birth to different groups  highly considered in the scientific milieu; many of them obtained leading positions in different Italian Universities.

He has been member of the Senate of the Republic for two  terms, but he managed to be above all a University teacher  and not  a fully dedicated politician.

His life and teaching leave a considerable mark in the University medical history in Italy.

Articolo

Mi è gradito il compito di ricordare nelle grandi linee i principali avvenimenti dell’iter accademico e culturale, e possibilmente il contenuto essenziale  dell’attività e dell’insegnamento, di Cataldo Cassano iniziando dal 1925, anno della sua laurea raggiunta all’età di 23 anni, fino al 1972, anno della sua uscita dai ruoli, e soffermandomi in maniera più specifica nei diciassette  anni trascorsi nel Policlinico Umberto I.

In prima istanza ed in termini generali e preliminari, per la parte più strettamente accademica, si  può ricordare che egli ha fatto parte di un gruppo di cattedratici che in un periodo di grande progresso e di importanti rivolgimenti politico-sociali in Italia, ed in particolare a Roma, è stato di riferimento clinico e culturale per medici e studenti. Quando, venendo da Pisa, Cassano giunse nella capitale trovò nella Facoltà personaggi come G. Di Guglielmo, L. Condorelli, P. Valdoni, R. Paolucci, per ricordare solo i cattedratici della medicina e chirurgia generale; a questi durante il periodo del  suo insegnamento si succedettero alle scadenze previste dalle leggi P. Stefanini, G. Giunchi, M. Bufano, E. Biocca, ed altri che in diverse discipline hanno onorato la Facoltà medica di Roma.

Giungere a Roma per un cattedratico del tempo costituiva una tappa finale ed una degna conclusione dell’iter accademico nella sede ritenuta la più prestigiosa del nostro paese. Il Policlinico Umberto I era l’ospedale più grande e più famoso in Italia, centro di cultura, ma anche di prestigio personale e di potere. In periodi precedenti alla cattedra di  Patologia, e poi di Clinica Medica, di Pisa egli era stato assistente di Anatomia Patologica a Perugia, indi assistente nella stessa disciplina a Cagliari e subito dopo Aiuto nella Clinica Medica di Bari al seguito del suo maestro Francesco Galdi. A Roma  Cassano per un anno fu Professore di Semeiotica Medica e fu ospitato nella Clinica Medica per la benevola disponibilità di G. Di Guglielmo, e subito dopo nell’Istituto di Patologia Medica, lasciato da L. Condorelli, a sua volta  passato in Clinica Medica; aveva portato con se una dozzina di stretti collaboratori, cui si associarono anche alcuni studenti. Richiamo alla memoria che in quell’epoca un cattedratico che si spostava ad una nuova sede, in virtù di una usanza consolidata, poteva portare con se aiuti e assistenti, che collaboravano gomito a gomito col maestro, e davano un solido significato al concetto di Scuola. Da Pisa si erano trasferiti a Roma in diversi scaglioni Ernico Fiaschi, Carlo Conti, Lidio Baschieri, Aldo Torsoli, Domenico Scavo, Domenico Andreani, Aldo Fabbrini, Mario Andreoli, Gianfranco Mazzuoli, Ivo Baschieri, Alessandra Perego, Luciano Palagi; e fra gli studenti Renzo Caprilli. Nel  nuovo  Istituto fu subito circondato da un nutrito manipolo di giovani medici che si unirono in buona armonia ai “pisani”. Un folto numero di studenti divennero “interni” e costituirono ben presto una apprezzabile frazione della Scuola ed una promessa per il suo futuro.

Le strutture che lo accolsero, peraltro, non erano proprio le migliori che si potessero desiderare;  l’assetto edilizio era fatiscente, le corsie piene ma in disordine, i laboratori confusi e vuoti, gli ambulatori attivi ma trascurati.

Cassano dette subito mano alla strutturazione edilizia con l’acquisizione di una nuova grande ala nel retro del vecchio Istituto, anche con l’intervento del noto architetto Nervi, che aveva un figlio fra i giovani medici al seguito del maestro. È doveroso ricordare l’impegno di tempo e di energie che Carlo Conti prodigò fino a completamento del rinnovato Istituto di Patologia Medica. Nuove moderne strutture vennero realizzate secondo gli orientamenti che Cassano volle dare alla scuola, specialmente nella nuova sezione. Ricorderò l’ampia aula, che di recente gli è stata dedicata, i nuovi  reparti di degenza, gli ampi laboratori di ricerca con le stanze refrigerate, il reparto di medicina nucleare e quello di microscopia elettronica, che costituirono pregevoli novità per il Policlinico e la Facoltà. L’Istituto di Patologia  Medica nel 1968 si trasformò in Istituto di Clinica Medica 2, e tale è  rimasto fino ad oggi.

Nella medicina italiana si era chiaramente manifestata la necessità di rinnovare le modalità dell’ insegnamento e della ricerca, come pure di rivedere gli orientamenti culturali; ed era impellente il bisogno di specializzare il grande contenitore della medicina interna, per affinarne i contenuti.  Cassano comprese queste esigenze ed incoraggiò i collaboratori a dedicarsi con  impegno all’approfondimento dei settori specialistici, soprattutto nel campo della gastroenterologia, del metabolismo, della endocrinologia, della nefrologia e della ematologia, sempre tenendo in considerazione le basi  internistiche. Per la cardiologia, che pure era coltivata intensamente a Pisa, si ritenne importante ed esauriente il fondamentale apporto della Scuola di Condorelli, atto a soddisfare completamente le richieste di aggiornamento e perfezionamento in questo ambito della didattica e della attività clinica nella Facoltà e nel Policlinico. In un secondo tempo nell’alveo della endocrinologia, soprattutto  per  merito di Conti, assunse una parte autonoma l’andrologia, che offriva nuove ampie prospettive.  Cassano era cresciuto nell’ambito della scuola italiana di medicina costituzionalistica arricchita da consistenti basi di anatomia patologica, ma non  ebbe  remore ad aprirsi alle nuove discipline, che  avrebbero potuto parcellizzare il corpus della medicina interna, ma che nel suo insegnamento si riunirono felicemente nella patologia medica.

Sul piano degli assetti accademici gli orientamenti impressi da Cassano si tradussero progressivamente in insegnamenti ufficiali ed un buon numero di allievi raggiunse le rispettive cattedre di medicina interna, endocrinologia, di gastroenterologia, in successione di nefrologia e più tardi di  andrologia e diabetologia.

Alcuni allievi in quel periodo occuparono ruoli di primo piano nelle università di Cagliari (Ernico Fiaschi) e di Pisa (Lidio Baschieri). In varia scadenza nella nostra Facoltà  si inserirono Carlo Conti, Domenico Scavo, Domenico Andreani ed Aldo Torsoli, cui con diverso intervallo di tempo  con  l’ampliamento del corpo accademico si aggiunsero Aldo Isidori, Gianfranco Mazzuoli, Mario Andreoli, Aldo Fabbrini, Giulio A. Cinotti e Francesco Sciarra; alcuni di questi allievi erano provenienti da altre  sedi universitarie  che temporaneamente li avevano ospitati. Nello stesso periodo si ebbe anche il trasferimento di cinque validissimi collaboratori negli USA e nel Canada, dove raggiunsero  ruoli di “full professor” (Giuseppe Andres, Mario Di Girolamo, Diego Bellabarba, Mario Giacomelli, Luciano Zamboni).

Senza seguire pedissequamente l’ordine cronologico, ricorderò che per il normale e previsto ritmo delle successioni, vi fu il progressivo  inserimento nella nostra Facoltà  di altri quindici docenti di prima fascia: Marcello Negri, Umberto Di Mario, Massimino D’Armiento, Franco Dondero, Giovanni Spera, Emilio D’Erasmo, Giuseppe Aliberti, Francesco Pugliese, Vincenzo Toscano, Cesare Corazziari, Gian Franco Delle Fave, Franco Fallucca, Salvatore Minisola, Mario Giacovazzo ed Andrea Lenzi, attuale Presidente del CUN. E non mi sembra fuori luogo aggiungere che due illustri studiosi, che hanno raggiunto fama internazionale, e cioè Lelio Orci, professore di Istologia della Università di Ginevra, e Giorgio Croce, eminente ricercatore in genetica ed immunologia  negli Stati Uniti, si sono sempre ritenuti in buona  misura collegati con la nostra scuola, essendone  stati allievi per alcuni anni.

Dopo il pensionamento di Cataldo Cassano nella direzione della 2° Clinica Medica, più tardi con l’aggiunta di Dipartimento di Clinica medica e delle specialità, si sono succeduti fino ad oggi Alessandro Beretta Anguissola, Domenico Andreani, Aldo Torsoli, Marcello Negri, Umberto Di Mario, Emilio D’Erasmo, Sebastiano Filetti. Ma come era prevedibile, la capacità espansiva della Scuola ha fatto sì che molti suoi membri siano entrati a far parte di altre Facoltà mediche al di fuori della Sapienza. Mi è gradito il compito di ricordare quei colleghi che hanno onorato la Scuola raggiungendo i più alti traguardi accademici in  sedi come Padova, Pisa, Napoli,  Verona, L‘Aquila, hieti  e nella stessa città di Roma nelle nuove Facoltà di Tor Vergata, Università Cattolica e Campus Biomedico. A completamento di questa elencazione, in realtà un po’ sommaria e burocratica, è necessario riferire che un altro manipolo di professori in stretto rapporto collegati con il nucleo centrale della Scuola ha occupato fuori dalla “Sapienza”ruoli di prima fascia (Fabio Tronchetti, Ernico Fiaschi, Lidio Baschieri, Ludovico Scuro, Aldo Pinchera, Romano Carratù, Guido Menzinger, Gaetano Frajese, Ivo Baschieri, Francesco Pallone, Luciano Campanacci. Remo Naccarato, Glauco Torlontano, Fabrizio Monaco, Emilio Tresalti, Enio Martino, Gian Franco Fenzi, Sergio Tonietti, Paolo Pozzilli, Alfredo Pontecorvi) senza contare quegli allievi di una generazione ancora più giovane, che chiamerei affettuosamente di  “nipotini”, giunti in evidenza per il diretto intervento dei “padri”, che partendo da Padova, Pisa e Roma si sono sparsi in altre sedi italiane. E non vanno dimenticati numerosi professori associati e ricercatori di vaglio distribuiti negli alti livelli delle Facoltà, degli ospedali e dei laboratori di ricerca a Roma ed altrove. Può darsi che involontariamente abbia trascurato qualche nome: nel caso me ne scuso fin da ora. Voglio ricordare che per le leggi della vita la maggioranza dei docenti citati non sono più fra noi e mi sembra doveroso rivolgere a loro un grato pensiero per il patrimonio comune che hanno contribuito a formare.

Passando ad altri aspetti della personalità di Cassano, farò presente che egli era ben introdotto negli ambienti politici della capitale; già a Pisa era stato consigliere comunale per la DC; era stato, ed a Roma ancor più, era medico personale di Presidenti della Repubblica, Capi del governo, ministri e parlamentari di ogni collocazione politica; egli stesso è stato senatore per due legislature. Ma desidero subito chiarire che Cassano mai si è dedicato in pieno alla attività politica, perché ha continuato il regolare insegnamento universitario ed ha seguito i pazienti in ospedale e fuori. Pur essendo chiara  la sua fama, non fu scevro di qualche sorpresa in quell’epoca l’arrivo nella Patologia Medica di un emiro arabo con il dovuto seguito di funzionari,  mogli e concubine, con il prevedibile sconquasso organizzativo; non mancherò  i ricordare anche che egli ha curato a lungo Padre Pio da Pietrelcina,  recandosi periodicamente a San Giovanni Rotondo nell’Ospedale da lui fondato; tra l’altro in questo ospedale hanno prestato la loro opera nel primariato di medicina interna, molti allievi della Scuola.

Nel 1964 insieme ad eminenti colleghi si fece promotore della fondazione della Società Italiana di Endocrinologia, di cui è stato Presidente per un decennio, e della Società Italiana di Diabetologia. Nel 1965 è  stato Presidente del Congresso Internazionale sul gozzo a Roma, che ebbe gran successo  per l’attivo intervento di Mario Andreoli, e che gli fece condurre tutti i congressisti insieme al Rettore della Sorbona, J. Roche, in udienza al Pontefice  Paolo VI, di cui era stato allievo nell’epoca della sua militanza nella FUCI, quando il futuro Papa era semplice assistente ecclesiastico della organizzazione.

E’ stato membro del Consiglio Superiore dalla P.I. per due tornate ed ha ricevuto la medaglia d’oro per i meriti della scienza e della cultura. Non è mancato un impegno nella trattatistica ed editoriale: il primo volume su “Le malattie metaboliche” con il suo maestro Galdi, quello sulla “Tiroide” con L, Baschieri, il volume sulla “Terapia del diabete e delle complicanze” con D.Andreani, ed infine il “Trattato italiano di Endocrinologia”, che ha visto l’opera attiva  di molti membri della scuola, in primo luogo Domenico Andreani, Marcello Negri, Federico De Luca e Leonardo Cramarossa. Proseguendo un  impegno culturale contratto a Pisa,  ha diretto fino al suo collocamento a riposo la “Rivista di fisiopatologia clinica e terapia” e la più nota “Folia Endocrinologica”, che in pratica è servita da palestra a tutti i giovani endocrinologi delle diverse scuole italiane. Si è fatto promotore di diversi convegni scientifici ed ha presentato importanti  relazioni nei Congressi di medicina interna e nei campi specialistici (ricordo le relazioni congressuali su: la clorosi, le sindromi gastrocardiache, la fisiopatologia del colon, la sindrome nefrosica, gli ipertiroidismi, la sterilità endocrina maschile); mi sembra opportuno annotare che in tutti i contributi clinici e di ricerca egli tendeva a privilegiare gli aspetti fisiopatologici in logica conseguenza del suo desidero di comprendere i meccanismi di insorgenza ed evoluzione degli eventi morbosi.

Riportandomi nel contesto degli indirizzi della Scuola riferirò che nel prosieguo di tempo si sono formati gruppi di ricerca di primo piano, che hanno acquisito apprezzamento e fama in Italia ed all’estero e che hanno onorato la Facoltà Medica e lo “Studium  Urbis”.come allora era denominata la nostra Università, e poi la “Sapienza”. Ed in questa scia sono sorti a varia distanza di tempo diversi gruppi di studio e strutture collegate con il CNR, con il Ministero della Sanità, con Società scientifiche nazionali ed internazionali: sono da ricordare il gruppo di studio sugli ormoni steroidei di Conti, il gruppo di studio degli ormoni proteici di Menzinger, il Centro di studio delle malattie della tiroide di Andreoli, il Canale didattico parallelo di Torsoli, ed ancora di Torsoli la Fondazione di  ricerca sulla fisiopatologia dell’apparato digerente, la Fondazione per il diabete, l’endocrinologia ed il metabolismo (DEM), di cui mi onoro di essere tuttora Presidente, il Centro per lo studio del metabolismo osseo di Mazzuoli, il Centro Internazionale per lo studio della malattia diabetica e della complicanze (CISD) di Pozzilli, il Centro andrologico internazionale sperimentale di Lenzi, il  Centro di studi sulle cefalee di Giacovazzo,il Gruppo  Italiano di studio del colon, divenuto poi  European Crohn’s and colon Organization di Caprilli.  Ritengo importante  citare anche i collegamenti di studio e ricerca  sull’apparato gastroenterico ed in particolare delle vie biliari, con la Scuola di P. Stefanini, anch’egli venuto a Roma da Pisa.

Molti dei più giovani colleghi che operano nelle citate strutture tuttora efficienti non hanno certamente incontrato il prof. Cassano, ma hanno ricevuto l’influsso del suo insegnamento e dei suoi  orientamenti di ricerca fisiopatologica. E constato  che con l’allontanarsi nel tempo dagli inizi della Scuola appare sempre più vivo ed attuale il  suo contributo alla medicina in Roma ed in Italia. E non temo di affermare che egli vada annoverato fra le eminenti personalità mediche che,  anche  in  virtù delle propagini e dei traguardi realizzati dagli allievi, hanno punteggiato nei vari decenni la medicina italiana.

A questo punto sarebbe necessario completare il quadro della personalità di Cataldo Cassano, ricordando le sue doti umane; molto brevemente accennerò alla sua vivace intelligenza, alla prontezza con cui si rendeva conto delle situazioni più contorte, alla sua acuta sensibilità che gli consentiva di percepire minime variazioni dello standard  espressivo linguistico e logico degli interlocutori; godeva di ampia preparazione umanistica, di una garbata ironia, di una signorile  accettazione dello spirito scanzonato e caustico dei toscani; non mancava di un fine spirito umoristico. A mò di esempio citerò un episodio che dice molto dei suoi  atteggiamenti.

Quando dietro incitamento di Aldo Moro, che allora era Presidente del Consiglio, si presentò per la candidatura al Senato ed ebbe successo, all’On. Taviani, che era uno dei principali notabili della D.C. e che si congratulava con lui, ebbe a sortire con una frase che creò nei presenti viva ilarità:” Caligola fece senatore il suo cavallo e Moro ha fatto senatore il suo medico”.

Fra i molti ricordi che vengono in mente con vivezza in questo ambito vi sono alcune sue lezioni tenute nell’aula, ora a lui dedicata, molto elaborate, talora tormentate, a lungo preparate con la nostra collaborazione ed esposte con grande trasporto emotivo, che trascinarono studenti ed assistenti ad entusiastici applausi. In una di queste occasioni Cassano venne fuori con una frase che diceva molto sul suo sottofondo sornione; egli ebbe a dire:” vi impedisco di applaudire, come in un domani vi impedirei di fischiarmi, quando una lezione non fosse da voi approvata”.

Egli ebbe un alto concetto della Università in cui si dovevano esprimere al massimo la fantasia innovativa, l’ approfondimento scientifico, il coraggioso coinvolgimento nelle prospettive culturali più attraenti  e  promettenti. E c’è da sperare che questo suo insegnamento sia seguito dagli epigoni della Scuola  tuttora attivi nella università italiana.

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Cita questo articolo

Andreani D., Cataldo Cassano, il Personaggio, la Scuola e l’Università, Medicina e Chirurgia, 61: 2819-2822, 2014.