Luigi Migone, un Maestro da ricordaren.65, 2015, pp.2955-2958

Con emozione e con gratitudine voglio fare memoria, a grandi linee, dei principali avvenimenti della vita accademica e culturale con i tratti essenziali dell’attività e dell’insegnamento di Luigi Migone, iniziando dalla Sua venuta dall’Università di Sassari all’Università di Parma al seguito del maestro Prof. Michele Bufano, fino al 1983, anno della Sua uscita dai ruoli accademici, soffermandomi in particolare sull’attività svolta nell’Ospedale Maggiore di Parma.

Schermata 2015-04-27 alle 15.05.50A Parma, negli anni 50, in seguito alla chiamata del Prof Domenico Campanacci all’Università di Bologna, il Prof. Carlo Bianchi divenne titolare della Cattedra di Patologia Speciale Medica e successivamente, dopo il trasferimento del suo maestro Prof. Bufano alla Università “La Sapienza” di Roma, di quella di Clinica Medica, liberando la Cattedra di Patologia Speciale Medica, che la Facoltà nel 1958 chiamò a ricoprire il Prof. Luigi Migone, Aiuto del Prof Bufano. In seguito la Facoltà chiamò a ricoprire la Cattedra di Semeiotica Medica il Prof. Ugo Butturini, Aiuto del Prof. Domenico Campanacci, a Bologna.

In quegli anni il Prof. Migone portò avanti, attraverso una ribadita alleanza con i fisiologi, ricerche fondamentali sulla funzione renale, sul bilancio elettrolitico intra- ed extracellulare, sull’applicazione dei diuretici (acetazolamide e tiazidici),  sulle modificazioni metaboliche ed ormonali associate, ed in patologia nel vasto campo delle glomerulonefriti, studiate anche mediante agobiopsia (studio morfologico ed immunologico), oggetto di una relazione alla Società Italiana di Medicina Interna (SIMI) e di una monografia.

E’ risultata questa la base scientifica e clinica su cui il Prof. Migone operò nella Clinica Medica del Suo Maestro, Michele Bufano ed assieme al Prof. Monasterio, Clinico Medico a Pisa, fondò nel 1957 la Società Italiana di Nefrologia (SIN), di cui è stato segretario fino al 1966; nel 1984 fu eletto membro onorario della EDTA-ERA e nel 1997 fu nominato Presidente Onorario della SIN (primo ed unico a tutt’oggi).

Nel 1960 a Ginevra è stato uno dei fondatori della International Society of Nephrology.

A Parma Egli formò la Sua Scuola che si estese nelle sedi ospedaliero-universitarie in varie Regioni, dove venne portata l’impostazione del Suo operare come Medico e Scienziato ed attuò tale concetto attraverso la formazione di numerosi Clinici: Ambrosoli, Azzolini, Baronio, Borghetti, Cambi, Canaletti, Carrara, Cocconi, Dall’Aglio, Ferioli, Fiaccadori. Franchini, La Greca, Maiorca, Mantovani, Minardi, Minari, Missale, Novarini, Pecchini, Pisano, Prati, Savazzi, Savi, Scarpioni, così da costituire una Scuola proiettata verso il futuro.

Le strutture ospedaliere-universitarie, che lo accolsero, non erano proprio le migliori, che si potessero desiderare: l’assetto edilizio era stantio con le corsie  piene (24 uomini, 24 donne) oltre alcune stanze pensionanti, ma in disordine; i laboratori erano ampi e mal strutturati, gli ambulatori mal posizionati e trascurati, anche se attivi.

Il prof. Migone si impegnò per una ristrutturazione edilizia con l’acquisizione di una nuova ala nel retro del vecchio Istituto e successivamente con il trasferimento in un nuovo padiglione di tre piani con reparti di degenza in stanze da 1-2-4 letti, con auletta, con laboratori di ricerca ben attrezzati anche con la stanza refrigerata, con il laboratorio di micropuntura e di immunopatologia renale, con quello di coagulazione e di fisiopatologia cardiopolmonare, costituendo pregevoli novità per la Facoltà e per l’Ospedale Maggiore: l’Istituto di Patologia Medica poi trasformato (1971) in Istituto di Clinica Medica II e dopo in Clinica Medica e Nefrologia, successivamente è diventato Dipartimento di Clinica Medica, Nefrologia e Scienze della Prevenzione, dal 2013 è Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale.

Proprio il Suo impegno operativo e culturale nella Facoltà di Parma lo portò a rifiutare il trasferimento all’Università Cattolica di Roma (Policlinico Gemelli), all’Università di Genova, in sostituzione del Prof. Antognetti, pur essendo genovese di nascita ed infine all’Università “La Sapienza” di Roma per succedere al Suo Maestro, Prof. Bufano.

Nella Medicina italiana emergeva la necessità di innovare la modalità di insegnamento e della ricerca rivedendo anche gli orientamenti culturali affinandone i contenuti attraverso le specializzazioni. Il Prof. Migone, condividendo queste esigenze, incoraggiò i suoi collaboratori a dedicarsi all’approfondimento di settori specialistici soprattutto nel campo della Nefrologia per cui attuò una stretta collaborazione triangolare tra Lione (Prof. Traeger) Berna (Prof. Reubi) e Parma con periodici e regolari incontri di studio nelle tre sedi e con scambi di ricercatori: a Lione il Prof. Ferioli iniziò e portò a Parma l’applicazione del rene artificiale con le placche di Kiil, nel 1971 nacque a Parma la “dialisi breve” di quattro ore settimanali ad opera di Cambi; del Metabolismo Minerale (con lo studio dei bilanci idroelettrolitici e determinazione di anioni e cationi anche intracellullari, mediante agobiopsia muscolare, in diverse patologie mediche e chirurgiche); della Medicina Preventiva e del Lavoro, iniziata dal Prof. Borghetti nel 1968 in collaborazione con il Presidente della Regione Emilia-Romagna e continuata nel 1974 dal Prof. Franchini; delle Malattie Cardiovascolari (con l’utilizzo della fonocardiografia e della poligrafia per la diagnostica delle valvulopatie, con la prova da sforzo per la determinazione del lavoro aerobico massimo e del quoziente respiratorio, con lo studio degli effetti dovuti alla centralizzazione di volume mediante immersione in acqua);   della Emostasi; della Gastroenterologia; della Genetica Medica (le specifiche competenze furono acquisite dal Prof. Savi frequentando nel 1968-69 l’Istituto di Genetica Medica dell’Università di Torino, diretta dal Prof. Ceppellini) e dell’Immuno-Allergologia (con contributi originali nella diagnosi e cura delle patologie autoimmuni: sclerosi multipla, Sjogren ed in particolare del LES, e nella prevenzione, eziopatogenesi e diagnosi delle patologie respiratorie da allergeni) e del trapianto renale, stabilendo attraverso il Prof. Dall’Aglio, rapporti con la cliniche milanesi prima del Prof. Melli e poi del Prof. Zanussi, peraltro sempre tenendo ben ferme le basi internistiche.

Migone, alla scuola di Bufano si era formato nell’ambito della Medicina Olistica “costituzionalistica”, però non ebbe remore, ma anzi stimolò ad aprirsi alle  nuove discipline che ne avrebbero potuto parcellizzare il “corpus”, ma che nel suo insegnamento si riunirono stabilmente e coerentemente nella Medicina Interna. Questa impostazione, voluta dal Prof. Migone si tradusse progressivamente in insegnamenti ufficiali e diversi allievi raggiunsero le rispettive cattedre di Medicina Interna (Borghetti, Novarini e Dall’Aglio), Nefrologia (Andreucci, Cambi e Buzio), Genetica Medica (Savi), Medicina del Lavoro (Franchini, Mutti): istituì presso l’Università di Parma le Scuole di Specializzazione in Nefrologia e di Allergologia ed Immunologia Clinica.

Dopo il pensionamento di Migone nella direzione della II Clinica Medica, poi Clinica Medica e Nefrologia, successivamente Dipartimento di Clinica Medica, Nefrologia e Scienze della Prevenzione ed infine Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale si sono succeduti, fino ad oggi, Borghetti, Cambi, Franchini, Borghi, Mutti.

Ma, come era prevedibile, la capacità espansiva della scuola ha permesso ad alcuni suoi membri di entrare a far parte di altre Facoltà italiane: Andreucci a Napoli (Federico II), Dal Canton a Pavia e Maiorca a Brescia.

A completamento di questa elencazione, un po’ troppo schematica, è necessario riferire che un altro manipolo di allievi, collegati con il nucleo centrale della Scuola, ha assunto responsabilità primariali: Scarpioni (M.I a Piacenza), Carrara (M.I a Castel San Giovanni-PC), Ambrosoli (M.I a Fidenza-PR), Prati (M.I a Colorno-PR), La Greca (Nefrologia a Vicenza), Pecchini (Nefrologia a Cremona), Fiaccadori F. (Infettivologia a Parma), Missale (Gastroenterologia a Parma), Cocconi (Oncologia a Parma), Rossi Egidio (Nefrologia USL- Parma), Canaletti (Oncologia a Piacenza); Baronio (Malattie Respiratorie a Misurina-Belluno), Rossi Ermanno (Medicina Interna a Reggio Emilia).

Non vanno poi dimenticati numerosi professori Associati e Ricercatori di valore distribuiti negli alti livelli delle Facoltà, degli Ospedali e dei Laboratori di Ricerca (Allegri, Arisi, Biggi, Bignardi, Bruschi, Cabassi, Cavatorta, Coruzzi, David, Fiaccadori E., Gardini, Garini, Guariglia, Musiari, Neri, Perinotto, Savazzi).

È stato membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione ed ha ricevuto la Medaglia d’oro per i meriti della scienza e della cultura. Ampio e vario è stato il suo impegno nella trattatistica di base e nella promozione di diversi convegni scientifici dove Egli ha presentato importanti relazioni nei congressi di Medicina Interna (nel 1968 “Insufficienza Renale Cronica”) ed in campi specialistici, soprattutto di Nefrologia, puntando sempre a privilegiare gli aspetti fisiopatologici così da far emergere, proprio in base alla Sua cultura olistica, i meccanismi di insorgenza ed evoluzione degli eventi morbosi.

Nel contesto degli indirizzi della Scuola, nel tempo, si sono formati gruppi di ricerca di primo piano che hanno acquisito apprezzamento e fama in Italia ed all’estero facendo onore alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Parma: sono sorti, a varia distanza di tempo, diversi gruppi di studio e strutture collegate con il CNR, con il Ministero della Sanità, con Società Scientifiche Nazionali ed Internazionali. Va citata in particolare l’”Associazione Emma ed Ernesto Rulfo” per la Genetica Medica, da Lui voluta e presieduta fino alla Sua scomparsa e poi da Savi, la quale mette a disposizione da vari anni fondi importanti per sostenere la ricerca scientifica attraverso borse di studio e contributi di ricerca a studiosi di Università italiane su temi inerenti la Genetica Medica, i tumori, i trapianti, l’immuno-patologia renale, la nefrologia e la bio-etica: in particolare per progetti di ricerca svolti presso l’Università di Torino e Parma, supportando anche le attività del centro di Bio-etica Luigi Migone, fondato nel 2006 dai suoi Allievi per fare memoria del Maestro.

Sono inoltre da ricordare il Laboratorio di Micropuntura Renale su ratti selezionati, i cui reni presentano glomeruli superficiali, iniziato da una collaborazione con l’analogo Centro di Dallas-Texas (USA), diretto da D. W. Seldin e F.C. Rector, dove fece esperienza per due anni Andreucci,poi trasferitosi a Napoli.

Molti dei più giovani colleghi che operano nelle strutture tuttora efficienti, non hanno incontrato il Prof. Migone, ma hanno ricevuto l’influsso del Suo insegnamento e dei suoi orientamenti di ricerca fisiopatologica e nell’allontanarsi nel tempo dagli inizi della scuola  rimane sempre vivo ed attuale il suo contributo alla medicina di Parma ed in Italia.

Senza falsi pudori ed ipocrisie, forse perché suo allievo, mi sento di affermare che il Prof. Migone vada annoverato fra le eminenti personalità mediche che, anche per merito dei traguardi raggiunti e realizzati dagli allievi, hanno onorato in vari decenni la Medicina Interna Italiana.

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Per completare il quadro della personalità di Luigi Migone è emozionante ricordare le Sue doti umane accennando brevemente alla sua vivace intelligenza, alla prontezza con cui si rendeva conto delle situazioni più contorte, alla sua sensibilità che gli consentiva di percepire le espressioni comportamentali (linguistiche e logiche) degli interlocutori; aveva un’ampia preparazione umanistica ed esprimeva inoltre con coerenza la sua fede cristiana così da essere Presidente dal 1965 al 1993 dell’AMCI di Parma, fondata nel 1952,  alla quale con altri Suoi allievi, anch’io mi onoro di appartenere, (Presidente dal 1998 al 2001), insieme con Cocconi (Presidente dal 2001 al 2009).

Fra i molti ricordi che vengono in mente con emozione vi sono alcune sue lezioni tenute in aula, molto elaborate, a lungo preparate con la nostra collaborazione ed esposte con chiarezza e passione così da trascinare studenti, medici interni, specializzandi ed assistenti ad entusiastici applausi.

Ebbe un alto concetto dell’Università in cui si doveva esprimere al massino la fantasia creativa, la correttezza metodologica, l’approfondimento scientifico, il personale e creativo coinvolgimento nelle prospettive culturali più promettenti: trasmetteva la Sua aspirazione alla verità, alla responsabilità, all’impegno, al progresso della scienza e della conoscenza per aiutare gli ammalati.

Era certamente un grande clinico con le caratteristiche di saper distinguere, quasi a colpo d’occhio, i dati essenziali da quelli che esprimevano un rumore di fondo in un caso clinico complicato: la sua lezione era che un  buon medico non doveva fare diagnosi brillanti, ma diagnosi corrette.

Capendo questo la mia ammirazione fu altissima e in più occasioni gli chiesi come aveva fatto ad arrivare a certe conclusioni, ma Lui non dette mai spiegazioni: forse pensava che fosse questione di intuizione, non facile a teorizzare. Più di una volta, nella mia pratica di clinico di fronte a casi complessi mi sono chiesto: cosa avrebbe detto e fatto il Prof. Migone?

Mi sono più volte domandato  se con il Suo pensionamento e più ancora con la Sua scomparsa, in qualche modo la Scuola iniziata da Michele Bufano sia giunta al termine: è una riflessione difficile perché i tempi sono cambiati e la medicina non è più la stessa in quanto la personalità di alcuni protagonisti conta meno e la stessa idea di scuola medica si è molto indebolita. Per me è e resta un comportamento formativo-culturale, che mi ha ispirato quando sono diventato Professore Ordinario, dirigendo una struttura di degenza e di ricerca (Clinica e Semeiotica Medica), avendo così degli allievi, oltre che Preside della Facoltà dal 1990 al 2005. Ho molto amato la Patologia Cardiovascolare, in particolare l’ipertensione arteriosa, ma sempre inserita in tutta la Medicina Interna, soprattutto l’arte clinica, seguendo lo stimolo e l’incitamento anche del Prof. Borghetti, successore del Prof. Migone nel 1983.

Fortunatamente ho avuto bravissimi allievi: Loris Borghi (Ordinario di Medicina Interna e co-fondatore con me della Medicina Interna-Lungodegenza Critica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e dal novembre 2013 Magnifico Rettore della nostra Università), Alberto Montanari (Ordinario di Medicina Interna e mio successore nella direzione della Clinica e Semeiotica Medica); Paolo Coruzzi (Associato di Medicina Interna – responsabile della Unità Operativa di Prevenzione e Riabilitazione Cardiovascolare presso il Centro “Santa Maria ai Servi” della Fondazione Don Carlo Gnocchi di Parma e Direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie Cardiovascolari).

In conclusione, scusandomi per la pochezza dei mio dire e del mio ricordo, sicuramente incompleto nel fotografare la complessa Figura del Prof. Migone e della Sua Scuola, formulo l’augurio che il Suo insegnamento sia seguito e continuato dagli appartenenti alla Sua Scuola, tuttora presenti ed attivi nell’Università Italiana: è stato per noi Maestro ed Educatore con idee chiare, concrete, possibili essendo una guida con l’esempio, con la parola e con le opere. A testimoniare tutto questo, con affetto e gratitudine, i Suoi Allievi hanno posto una targa nel corridoio d’ingresso del Dipartimento (allora Clinica Medica e Nefrologia):

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