Giovanni Danieli ricorda Claudio Marcello Caldarera84, 2019, p. 3744

Con Claudio Marcello Caldarera scompare uno dei Padri fondatori della nostra Conferenza.

Nella seconda metà degli anni ’80, in pieno fervore per il rinnovamento globale dell’Ordinamento didattico che ci accingevamo a realizzare, Claudio ed io ci incontrammo casualmente a Bologna, lui grande biochimico nell’Alma mater, io ex-bolognese in quel momento patologo medico ad Ancona, entrambi Presidenti di fresca nomina, entrambi eccitati ma anche preoccupati per l’incarico che ci era stato appena conferito. Fu allora che gli proposi, uniamoci, parliamone insieme, questo faciliterà la nostra missione.

Ci incontrammo tutti, scolaretti al primo giorno di scuola, nell’Hotel Emilia di Portonovo di Ancona; l’anno dopo e per trent’anni sarebbero stati Il for-tino Napoleonico e La fonte nella stessa località la sede rituale della Conferenza.

Costituimmo il Collegio dei Presidenti dei Corsi di laurea in Medicina che doveva poi divenire, e proprio per suggerimento di Marcello, una Conferenza permanente, lui Presidente, io Segretario.

Marcello era uomo che aveva le idee molto chiare e l’energia per realizzarle, era persona serena, equilibrata, saggia, legato all’Istituzione ed alla tradizione, gentile e nello stesso tempo determinato.

Con lui il Collegio visse un anno felice e molto redditizio; poi, al termine dei dodici mesi, considerati l’irresistibile ascesa di Luigi Frati all’epoca astro nascente della politica accademica nazionale ed il ruolo dominante che Luigi aveva raggiunto nel nostro sodalizio, fece spontaneamente un passo indietro e mise nelle mani di Luigi I destini della Conferenza. Un gesto di rara umiltà che confermava la sua gran-dezza.

Apparteneva Marcello ad una famosa scuola medica bolognese sorta intorno a Giovanni Moruzzi principe della biochimica nazionale nella seconda metà del ventesimo secolo; divenuto poi biochimico a Parma Marcello costruì egli stesso un prestigioso Gruppo di Allievi dal quale era destinato ad emergere Amos Casti suo successore nella stessa sede e futuro segretario della Conferenza.

Oggi in Amos ritroviamo intatte le qualità di passione per l’insegnamento, serietà, signorilità, discrezione, capacità organizzativa, efficacia che sono state proprie del suo Maestro. I grandi uomini lasciano il segno. E questo ci consola della loro perdita.

Ricordiamolo con ammirazione ed affetto

Giovanni Danieli

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