Il Corso di Laurea Magistrale in Scienze delle Professioni Sanitarie Tecniche Diagnostiche: Quali prospettive future?n.80, 2018, pp. 3584-3587, DOI: 10.4487/medchir2018-80-3

Abstract

Il nostro studio ha analizzato le modifiche avvenute, dal 2007 al 2016, nel Corso di Laurea Magistrale Scienze delle Professioni Sanitarie Tecniche Diagnostiche della Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università di Roma La Sapienza, sede di Viterbo. Sono stati analizzati l’ordinamento didattico, la tipologia degli studenti, le tesi finali, le “eccellenze”. Sulla base di tali parametri, ci si è interrogati sulla coerenza tra gli obiettivi del corso e l’attuale mercato del lavoro nel campo delle professioni sanitarie.


We evaluated how the Master’s degree in diagnostic technical sciences, Faculty of Medicine and Psychology, Sapienza University of Rome, located in Viterbo, has changed from 2007 to 2016. We take into account the educational program, the student population, the thesis topics and number of publications.On this basis, we correlated the course goals with the present working opportunities in the field of diagnostic health professions

Key Words Master’s degree in diagnostic technicalsciences, Thesis, Job opportunities

Articolo

Introduzione

Negli ultimi anni la normativa nazionale dei corsi delle Professioni Sanitarie ha avuto delle modifiche tese a promuoverne l’adeguamento rispetto alle condizioni della società e del sistema sanitario nazionale arrivando alla laurea magistrale. Come infatti previsto dal D.M. n. 270 del 22 ottobre 2004, sono attive 22 lauree triennali delle professioni sanitarie e 5 lauree magistrali (Mastrillo et al. 2006).

L’istituzione del percorso 3+2 ha delegato alla laurea magistrale il compito di formare i futuri manager delle cinque classi di appartenenza, che raggruppano corsi con obiettivi formativi analoghi. Attualmente, il numero dei posti disponibili a livello nazionale: per le lauree magistrali in tecniche diagnostiche (SNT-LM/3) prevede una distribuzione sbilanciata sul territorio, con circa l’80% dei posti al centro nord ed il 20% al sud.

L’aumento del numero di professionisti sanitari con Laurea di II livello con un ruolo rilevante all’interno dei sistemi sanitari regionali porta oggi ad interrogarsi in maniera approfondita sulle specificità di questi corsi di studio e la loro ricaduta professionale.

In questa ricerca sono stati analizzati i cambiamenti dell’offerta didattica del Corso di Laurea Scienze delle professioni sanitarie tecniche diagnostiche della Facoltà di Medicina e Psicologia di Sapienza Università di Roma nella sede di Viterbo, in conformità con le modifiche di legge. Sono pertanto state valutate, in relazione al mercato del lavoro, le trasformazioni avvenute dall’ a.a 2007/08 al 2015/16 riguardo l’ordinamento didattico, la tipologia studenti, le tesi finali e le “eccellenze”.

Materiali e metodi

Il lavoro si è basato su una analisi retrospettiva quantitativa e qualitativa dei dati disponibili nella Segreteria Didattica del Corso. In particolare l’indagine ha preso in esame quattro aspetti:

  1. Il piano di studi della laurea magistrale
  2. I dati relativi agli immatricolati (Alfonsi et al. 2016) integrati con i dati dall’a.a.2013/2014 al 2015/16, per un totale di 146 laureati dal 2008 al 2016.
  3. I dati relativi alle tesi degli studenti laureati dal 2008/2009 al 2015/2016. Si tratta di 146 tesi, di cui si è studiato l’anno di discussione, i riferimenti anagrafici dello studente, il relatore, il correlatore, la materia di insegnamento, il titolo della tesi. Per analizzare questi dati è stata creata una griglia che prende come indicatori i termini che si ripetevano con una frequenza significativa nei titoli; sono quindi stati suddivisi gli argomenti di tesi in tre macro aree:
    • Area tecnica, con tesi che riguardavano arg-menti clinici, e/o tecnico-applicativi;
    • Area umanistica, con tesi che riguardavano argomenti relativi alla psicologia, sociologia, pedagogia, formazione e comunicazione;
    • Area del management, con tesi che riguarda-vano argomenti relativi all’organizzazione, management, procedure, protocolli, linee guida e aspetti economici.
  4. Le “attività scientificamente qualificanti” rappresentano le eccellenze svolte dagli studenti durante o al termine del percorso didattico: pubblicazioni delle tesi di laurea, relazioni a convegni, borse di studio, collaborazioni con ex studenti che hanno svolto attività didattica elettiva/ADE. Inoltre sono stati presi contatti con il mondo sindacale del settore per la valutazione del mercato del lavoro.

Risultati

Ordinamento didattico. Il passaggio dal DM 509/99al DM 270/2004 ha comportato modifiche nella programmazione delle attività didattiche delle lauree magistrali (Mastrillo et al., 2006), che per il CdLM di Viterbo sono intervenute a partire dal 2010/2011 e persistono a tutt’oggi (sito del CdS). Vi notiamo la scomparsa delle Metodologie di intervento professionale diagnostico avanzato (MI-PAD), al posto delle quali sono stati inseriti corsi integrati a carattere manageriale ed economico, adeguati a forma-re professionisti chiamati a ricoprire un ruolo dirigenziale. Un altro aspetto importante riguarda le modifiche del tirocinio: oggi non più 20 ma 30 CFU che, in base ad un ordinamento interno, devono essere svolti in reparti o settori diversi da quelli relativi alla propria professione, compresi quelli amministrativi. Il tirocinio porta così gli studenti a conoscere realtà estranee alla propria qualifica professionale.

Tipologia degli studenti Il campione è costituitoda 146 laureati dal 2008 al 2016. Il corso è caratterizzato dalla prevalenza di studenti di sesso maschile (> 60%). Il 70% proviene dalla regione Lazio, l’età media degli studenti dell’a.a 2007/08 è 43 anni, mentre quella dell’a.a. 2015/16 è 32 anni.

Le Lauree o Diplomi degli iscritti al corso sono quelle di Tecnico di Radiologia (78,4%), Tecnico di Laboratorio (14,4%), Tecnico della Neuro Fisiopatologia (6,3%) e Tecnico Audiometrista (0,9%).

L’84% degli studenti possiede la Laurea Triennale, il 16% il diploma regionale. Al momento dell’immatricola-zione, l’83,9% degli studenti risultava essere occupato. Il 90% degli studenti dei primi anni esaminati erano dipendenti pubblici in strutture sanitarie, mentre negli anni 2013-2015 gli immatricolati sono anche giovani professionisti lavoratori in strutture private (7,8%) o in attesa di occupazione (10%). I primi si sono iscritti con l’obiettivo di completare l’iter di studi per migliorare la propria posi-zione lavorativa, mentre gli studenti più giovani si iscrivono con l’obiettivo di conseguire un titolo magistrale, che dia un maggiore punteggio per i successivi concorsi o la-vori (Alfonsi et al., 2016). Dall’anno accademico 2015/16, in base al D.R. n. 2062 del 25/06/2012, gli studenti laureandi della triennale, hanno la possibilità di iscriversi con riserva.

Situazione occupazionale degli studenti al momento della immatricolazione

L’83,90% dei laureati risultava occupato presso una struttura pubblica, il 9,83% era in attesa di occupazione, il 3,59% era occupato in struttura privata, l’1,79% era libero professionista, mentre solo lo 0,89% godeva di un contratto interinale.

Il grado di soddisfazione degli studenti del corso risultava elevato e inversamente proporzionale al grado occupazionale degli studenti al momento dell’iscrizione (Alfonsi et al., 2016).

Argomenti della Tesi di Laurea. L’analisi dei datidell’Archivio delle tesi ha permesso di analizzare gli argomenti scelti dai 146 studenti per la prova finale di Laurea, suddividendoli in tre aree (Tabella n. 1), con un diverso peso negli anni.

Si evidenziano, in particolare:

  • 65 Tesi a tematiche tecnico/scientifico (44%)
  • 66 Tesi a tematiche manageriali (46%)
  • 15 Tesi a tematiche umanistiche (10%)

L’analisi di tale tabella mette in evidenza come nei primi anni vi siano stati prevalentemente tesi nell’area delle materie tecnico scientifiche, mentre negli ultimi anni prevalgono le tesi nelle materie manageriali.

Dall’analisi del Grafico n.1 si può invece notare come ci sia stata una inversione della curva relativa agli argomenti trattati nelle tesi, che si è verificata a cavallo tra gli anni accademici 2011/2012 e 2012/2013. In questo periodo avviene il sorpasso delle tematiche manageriali rispetto a quelle scientifiche

Attività scientificamente qualificanti. Queste attività sono rappresentate da “eccellenze” svolte dagli studenti durante o al termine del percorso didattico. Su un totale di 146 studenti sono state pubblicate il 13% delle tesi di laurea, tutte nell’area manageriale/psicologica; il 10% dei neo-laureati è stato inserito come docente nelle attività ADE/Laboratorio; sono state godute il 4% di borse di studio bandite dalla Facoltà, mentre il 4 % degli studenti ha partecipato a congressi portando un lavoro scientifico tratto del lavoro della propria tesi di laurea magistrale. Un dato significativo è l’evidenza che illustra come tutte queste attività si siano verificate dall’a.a. 2012/2013. (D. De Pasquale, tesi di laurea).

Il Mondo del lavoro

Profonde “sperequazioni” nel mondo del lavoro per i laureati magistrali in tecniche diagnostiche sono state provocate da alcune rivisitazioni del Sistema Sanitario Regionale, con la creazione, ad esempio, delle “aree vaste” nella Regione Emilia Romagna (2011-2013), dell’Umbria (2012) e successivamente della Toscana (2015), ma solo molto recentemente nel Lazio (2017). Ad esempio, in Toscana e nelle regioni del centro-nord, alcuni (15% dei rispondenti) riuscivano ad ottenere una carica dirigenziale; nel Lazio il fatto che la Regione fosse “commissariata” per la sanità obbligava invece ad un blocco delle assunzioni/progressioni di carriera (Alfonsi et al., 2016). Ad oggi, non esiste in alcun ospedale laziale un dirigente per l’aria tecnico-diagnostica proveniente da questa classe di laurea. Gli unici dirigenti non medici provengono dall’ area infermieristica. Pertanto, al momento attuale, ci troviamo con quasi 1000 laureati, tra laurea specialistica e magistrale delle 5 biennali delle professioni sanitarie, che solo in pochi casi ricoprono funzioni richiedenti tale livello di studio, quali quella del dirigente ospedaliero o del direttore didattico (Gianluca Signoretti, ANTEL, comunicazione personale).

La mancanza di pubblicazioni a livello nazionale sull’evoluzione di questa classe di laurea ci impedisce di fare confronti con quanto avvenuto in analoghi corsi. Inoltre, l’autonomia universitaria fa sì che non esistano due corsi perfettamente sovrapponibili a livello di ordinamento didattico.

I dati sembrano dimostrare, da un punto di vista professionale di avanzamento di carriera, che tale il corso di studio possa risultare poco incisivo in relazione alla instabilità del mondo del lavoro; deve però essere notato come, in questi ultimi 10 anni, vi sia stata in Italia una vera rivoluzione (avvenuta “a macchia di leopardo”) nel campo della organizzazione del sistema sanitario, tale da richiedere un ripensamento sul significato di queste professioni che non può prescindere da un miglioramento della qualità formativa e professionale.

L’Università, in questi anni, è stata al passo con i tempi, ha cercato di introdurre metodi più efficaci d’insegnamento (tirocinio e nuovi corsi integrati), cercando di fornire agli studenti una preparazione più completa e articolata vicina alla realtà lavorativa, spesso difficile da comprendere e con la quale non sempre è facile interagire in un’ottica migliorativa.

Come evidenziano i risultati prodotti, questi professionisti hanno oggi competenze e conoscenze trasversali che permettono di orientarsi in un settore sanitario che presenta realtà lavorative nuove e complesse, sia dal punto di vista tecnologico che culturale, dovendosi misurare con sfide globali che riguardano un’assistenza multietnica e multifunzionale.

Dal Rapporto Mastrillo del 2014 (Mastrillo, 2014) emerge inoltre che per le lauree sanitarie il tasso occupazionale è in calo in misura maggiore rispetto al calo delle iscrizioni ai corsi di laurea. La crisi in campo lavorativo ha fatto sì che l’Università rappresentasse da un lato un “bacino di compensazione” dei giovani in cerca di occupazione ma contemporaneamente, come evidenziato dal nostro studio, la frequenza a questi corsi può rappresentare un’occasione di crescita personale, culturale, scientifica e professionale per i giovani professionisti.

Ad oggi, tuttavia, l’evoluzione delle professioni sanitarie e del loro percorso formativo non sono ancora terminati; è necessario effettuare ulteriori ricerche per arrivare ad avere strumenti validi che ci possano aiuta-re a comprenderla pianamente (Palese et al., 2017). Solo così sarà possibile impostare una corretta pianificazione che permetta di rispondere alle necessità di un mondo globale sempre più complesso sia da un punto di vista tecnologico che organizzativo.

Tabella n 1. Distribuzione per argomenti delle tesi negli anni accademici esaminati (descrizione nel testo)
Grafico n 1. Curva di inversione nella scelta degli argomenti di tesi (descrizione nel testo)

Bibliografia

Alfonsi L et al. Valutazione del percorso di crescita professionale dei laureati nel Corso magistrale in Scienze Tecniche Diagnostiche di Viterbo: analisi statistica pluriennale. TUTOR 16: 13-21, 2016.

Mastrillo A et al. Verso la riforma dei corsi di laurea del-le professioni sanitarie, Medicina e Chirurgia 33: 1319-1324, 2006.

Mastrillo A. “Lauree triennali delle professioni sanitarie a.a.2014/15, relazione della Conferenza Nazionale dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie, Università Bologna, Settembre 2014.

Palese A et al. Notizie dalla conferenza permanente del-le classi di laurea delle professioni sanitarie. Medicina e Chirurgia 74: 3377-3380, 2017.

Sito del Corso: https://corsidilaurea.uniroma1.it/it/ corso/2016/scienze-delle-professioni-sanitarie-tecni-che-diagnostiche-viterbo-asl-viterbo/insegnamenti

Tesi D. De Pasquale “Dalla laurea triennale alla laurea magistrale in scienze delle professioni sanitarie tecniche diagnostiche, analisi qualitativa della prova finale di tesi: quali prospettive future?”

Cita questo articolo

De Pasquale D., et al, Il Corso di Laurea Magistrale in Scienze delle Professioni Sanitarie Tecniche Diagnostiche: Quali prospettive future?, in Medicina e Chirurgia, 80, 2018, pp. 3584-3587, DOI: 10.4487/medchir2018-80-3